Scoprire l’antimateria: il pionieristico rilevatore di particelle italiano in azione

Scoprire l'antimateria: il pionieristico rilevatore di particelle italiano in azione

Scoprire l'antimateria: il pionieristico rilevatore di particelle italiano in azione

Giada Liguori

Dicembre 20, 2025

McMurdo, Antartide, 20 dicembre 2025 – Questa mattina dalla base americana di McMurdo, in pieno Antartide, è decollato il pallone stratosferico che porta a bordo il rivelatore di particelle dell’esperimento internazionale Gaps (General AntiParticle Spectrometer). L’obiettivo è semplice e ambizioso: cercare tracce di antimateria nei raggi cosmici. Un risultato che potrebbe dare nuove chiavi di lettura sulla misteriosa materia oscura, uno dei nodi più intricati della fisica moderna.

Un viaggio a 30 chilometri sopra il ghiaccio

Alle 7.30 ora locale, il pallone ha iniziato a salire lentamente, lasciandosi alle spalle la distesa di ghiaccio. Punta a raggiungere i 30 chilometri di quota, dove il rivelatore – un cilindro metallico lungo quasi due metri, con sensori e circuiti elettronici ben visibili – resterà a scrutare per settimane il flusso di particelle provenienti dallo spazio. “Stiamo cercando segnali rarissimi, quasi impercettibili”, ha detto Valerio Re, docente all’Università di Bergamo e capo del gruppo di microelettronica che ha lavorato al progetto. “Se li individuassimo, faremmo un passo avanti nel capire di cosa è fatto davvero l’universo”.

L’Italia al centro dell’esperimento

Non è un dettaglio da poco: il cuore elettronico di Gaps è tutto italiano. Il Gruppo di Microelettronica dell’Università di Bergamo, insieme all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), ha realizzato il circuito integrato che permette al rivelatore di leggere e analizzare i dati raccolti in quota. Il team – formato da Valerio Re, Massimo Manghisoni, Elisa Riceputi, Paolo Lazzaroni e Luca Ghislotti – ha passato mesi tra laboratori e test, perfezionando ogni singolo dettaglio. “Abbiamo dovuto assicurarci che tutto funzionasse anche in condizioni estreme”, racconta Manghisoni. “Qui le temperature scendono fino a meno 50 gradi e le radiazioni sono fortissime”.

L’occasione che arriva dopo lo stop del 2024

Quella di oggi non è la prima, ma la seconda campagna di volo per Gaps. Nel 2024 il lancio era saltato a causa del maltempo, che aveva reso impossibile lavorare in sicurezza sulla banchisa antartica. Quest’anno la finestra meteorologica si è aperta a metà dicembre. Il team internazionale – una trentina di ricercatori da Stati Uniti, Italia, Giappone e Germania – è arrivato a McMurdo già a fine novembre. Le operazioni andranno avanti fino a gennaio. Ogni mattina alle 9, una riunione tecnica aggiorna tutti sull’andamento del volo e sullo stato del carico scientifico.

Antimateria e materia oscura: la posta in gioco

Perché tanta attenzione su queste particelle sfuggenti? La risposta è nel cuore dell’universo. Secondo gli scienziati, la materia oscura pesa per circa l’85% di tutta la massa del cosmo, ma non emette luce né energia che possiamo vedere o misurare con i normali strumenti. L’antimateria invece è ancora più difficile da trovare: si forma in piccole quantità nei laboratori o in eventi astrofisici molto violenti. Potrebbe però lasciare tracce nei raggi cosmici che attraversano la nostra atmosfera. “Se riuscissimo a scovare nuclei di antimateria pesante, come l’anti-elio, sarebbe una prova indiretta dell’esistenza di nuove particelle o processi fisici”, spiega Elisa Riceputi.

Un lavoro che unisce continenti

Gaps è un progetto nato dalla collaborazione tra università e centri di ricerca di diversi Paesi. Oltre all’INFN e all’Università di Bergamo, partecipano anche la Columbia University e la Tokyo Metropolitan University. La base di McMurdo, affacciata sul Mare di Ross, è diventata in queste settimane un crocevia di lingue e accenti. Nei corridoi si incrociano fisici con tute termiche e badge colorati, tecnici che controllano i computer collegati ai sensori del pallone. “C’è tensione, ma anche grande entusiasmo”, confida Paolo Lazzaroni. “Sappiamo che ogni dato raccolto può fare la differenza”.

Cosa succederà ora

Il pallone resterà in volo per circa tre settimane, seguendo le correnti stratosferiche sopra l’Antartide. I dati saranno trasmessi a terra in tempo reale e analizzati nei mesi a venire. Solo allora, forse, arriveranno le risposte che la comunità scientifica aspetta da anni. Intanto, tra le tende di McMurdo e i laboratori italiani, si mescolano speranze e dubbi. “La fisica delle particelle è fatta così”, commenta Luca Ghislotti. “Lavori anni per pochi istanti che contano davvero”.