Il gas scende a 27,6 euro al Megawattora: cosa significa per il mercato?

Il gas scende a 27,6 euro al Megawattora: cosa significa per il mercato?

Il gas scende a 27,6 euro al Megawattora: cosa significa per il mercato?

Giada Liguori

Dicembre 22, 2025

Milano, 22 dicembre 2025 – Il prezzo del gas naturale ha segnato un nuovo calo oggi sul mercato di Amsterdam, punto di riferimento per le quotazioni energetiche in Europa. Il future sul metano con consegna a gennaio ha chiuso in calo dell’1,6%, a 27,6 euro al Megawattora. Un dato che conferma la tendenza in discesa delle ultime settimane, mentre gli operatori tengono d’occhio sia il meteo sia le scorte in Europa.

Mercato TTF di Amsterdam: prezzi in calo

La giornata di contrattazioni, partita poco dopo le 9 nella capitale olandese, ha visto i prezzi oscillare tra i 27 e i 28 euro al Megawattora. Solo nel primo pomeriggio, intorno alle 15.30, è arrivata la conferma della chiusura negativa. Secondo gli esperti di Refinitiv, la discesa è dovuta soprattutto al clima più mite che sta interessando gran parte dell’Europa occidentale. “Le previsioni per le prossime due settimane restano sopra la media stagionale”, ha spiegato un trader milanese contattato telefonicamente.

Scorte europee piene e domanda sotto controllo

Un altro fattore importante riguarda le scorte di gas nei principali centri di stoccaggio europei. I dati aggiornati da Gas Infrastructure Europe mostrano che gli impianti sono pieni per oltre l’85% della capacità totale. Una situazione che, almeno per ora, tiene lontani i rischi di tensioni sul prezzo. “La domanda industriale resta bassa rispetto agli anni scorsi”, ha detto un funzionario del Ministero dell’Ambiente italiano, “mentre le famiglie godono di bollette più leggere rispetto al picco del 2022”.

Bollette più leggere per famiglie e imprese

Il calo dei prezzi all’ingrosso si riflette, con qualche settimana di ritardo, anche sulle bollette energetiche di famiglie e imprese. Secondo le stime dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA), il costo medio del gas per i clienti domestici nel primo trimestre 2026 potrebbe scendere sotto i 90 centesimi al metro cubo. “È una boccata d’aria fresca per le piccole aziende”, ha commentato Marco Granelli, presidente di Confartigianato Lombardia. Ma alcune associazioni dei consumatori invitano alla cautela: “Basta una perturbazione o un’improvvisa crisi geopolitica per ribaltare tutto”, ha avvertito Federconsumatori in una nota diffusa nel pomeriggio.

Clima e geopolitica: le incognite sul mercato

Nonostante il clima favorevole e le scorte abbondanti, il mercato resta molto sensibile a possibili scossoni esterni. Tutti gli sguardi sono puntati sulle tensioni in Medio Oriente e sulle forniture russe, ancora ridotte rispetto ai livelli pre-2022. “Il rischio zero non esiste”, ha ammesso un analista di Goldman Sachs durante un webinar organizzato da Nomisma Energia. In particolare, la situazione nel Mar Rosso e i possibili blocchi alle rotte commerciali sono variabili da non sottovalutare.

Inverno tranquillo? Gli esperti non si sbilanciano

Per le prossime settimane, la maggior parte degli esperti si aspetta una sostanziale stabilità dei prezzi, salvo sorprese. “Se il tempo cambiasse bruscamente o se si interrompessero le forniture, potremmo vedere nuovi aumenti”, ha spiegato Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia. Per ora, però, il clima mite e la domanda contenuta danno un po’ di respiro ai mercati.

In Borsa, la reazione è stata contenuta: i principali titoli energetici a Piazza Affari hanno chiuso senza grandi variazioni. Solo Eni ha segnato un piccolo rialzo dello 0,3%, mentre Snam è rimasta ferma.

Un inverno meno pesante per le tasche

In definitiva, il calo del prezzo del gas ad Amsterdam manda un segnale positivo all’economia europea a pochi giorni dal Natale. Meno pressione sulle bollette e margini più ampi per le imprese energivore: due fattori che, secondo gli osservatori, potrebbero aiutare la ripresa nei primi mesi del 2026. Rimane però la consapevolezza che il mercato energetico europeo – come hanno sottolineato diverse fonti oggi – resta esposto a variabili difficili da prevedere.