Istat: l’industria segna un aumento dei prezzi a novembre, ma resta in territorio negativo su base annua

Istat: l'industria segna un aumento dei prezzi a novembre, ma resta in territorio negativo su base annua

Istat: l'industria segna un aumento dei prezzi a novembre, ma resta in territorio negativo su base annua

Giada Liguori

Dicembre 22, 2025

Milano, 22 dicembre 2025 – I prezzi alla produzione dell’industria italiana sono saliti a novembre dell’1,0% rispetto a ottobre, mentre su base annua segnano un leggero calo dello 0,2%. Lo ha reso noto questa mattina l’Istat, che ha evidenziato come a spingere il dato mensile sia stata soprattutto la componente energetica, in particolare i prodotti petroliferi raffinati e l’energia elettrica. Se si escludono questi settori, la crescita mensile si riduce a un più contenuto +0,3%.

Energia, il confronto con il 2024 che pesa

L’istituto di statistica spiega che i prezzi dell’energia continuano a condizionare in modo netto sia l’andamento mensile che quello annuale. “Il calo su base annua si amplia – si legge nella nota Istat – perché nel novembre 2024 i prezzi del settore avevano fatto registrare aumenti più marcati”. Tradotto: il confronto con i livelli alti dello scorso anno accentua la flessione attuale, anche se la situazione resta in movimento.

Costruzioni, segni di crescita soprattutto per strade e ferrovie

Nel campo delle costruzioni, i dati Istat mostrano andamenti diversi a seconda del tipo di opera. I prezzi alla produzione per edifici residenziali e non residenziali sono saliti dello 0,3% rispetto a ottobre e del 2,1% su base annua, accelerando rispetto all’1,6% di ottobre. Più deciso l’aumento per il settore strade e ferrovie, con un +0,5% mensile e +1,0% annuo. “Il comparto delle infrastrutture dà segnali di vivacità – commenta un esperto del settore edilizio milanese – grazie anche agli investimenti pubblici e ai fondi europei”.

Imprese tra rincari e incertezza

I movimenti dei prezzi alla produzione restano un termometro importante per le imprese manifatturiere e per l’industria in generale. “Gli aumenti dei costi energetici si riflettono sulle filiere – spiega Marco Bianchi, responsabile acquisti di una media azienda lombarda – costringendo molte aziende a rivedere i prezzi di vendita o a sacrificare i margini”. Le associazioni di categoria avvertono che la volatilità dei prezzi dell’energia rimane un’incognita per la programmazione industriale nei prossimi mesi.

Un fenomeno che tocca tutta l’Europa

Non è solo un problema italiano. In vari Paesi europei, secondo gli ultimi dati Eurostat, i prezzi alla produzione industriale seguono fluttuazioni simili, legate soprattutto ai mercati energetici internazionali. “La situazione è ancora incerta – osserva un economista della Bocconi – e molto dipenderà dall’andamento delle quotazioni di gas e petrolio nei primi mesi del 2026”. In questo clima, le imprese italiane cercano di adattarsi tra rincari temporanei e segnali di stabilità.

Reazioni sul territorio: prudenza e attesa

Nelle zone industriali di Milano e Torino la notizia è stata accolta con una certa prudenza. “Non ci aspettavamo un cambiamento così veloce rispetto all’anno scorso”, confida un imprenditore metalmeccanico. Altri sottolineano come la pressione sui costi resti alta, soprattutto per chi dipende da forniture energetiche esterne. “Solo quando i prezzi dell’energia torneranno a livelli più prevedibili potremo pensare a investimenti più strutturali”, aggiunge un dirigente del settore chimico piemontese.

Bilancio di fine anno e cosa aspettarsi nel 2026

A novembre 2025, quindi, i prezzi alla produzione dell’industria italiana mostrano un quadro misto: una crescita mensile spinta dall’energia, ma un lieve calo su base annua dovuto al confronto con i picchi del 2024. Nel settore delle costruzioni, invece, si intravede una ripresa moderata, con differenze tra edilizia abitativa e infrastrutture. Le imprese attendono segnali più chiari di stabilità nei costi energetici per pianificare il futuro. L’Istat tornerà a fare il punto a fine gennaio, con dati più completi sull’andamento dell’ultimo trimestre.