New York, 22 dicembre 2025 – Un gruppo di ingegneri della Cornell University ha creato il tessuto più nero mai realizzato, capace di assorbire il 99,87% della luce che lo colpisce. L’idea nasce dalle piume dell’uccello del paradiso. Lo studio, pubblicato su Nature Communications, apre nuove strade che vanno dalla tecnologia solare alla moda, fino all’ottica avanzata. Tutto parte dall’osservazione di un volatile della Nuova Guinea, il celebre uccello fucile magnifico (Ptiloris magnificus), famoso per il suo piumaggio scurissimo.
Dal piumaggio al laboratorio: come è nato il tessuto ultranero
Il punto di partenza, spiegano i ricercatori guidati da Jin Zhang, è stato studiare da vicino le piume dell’uccello fucile magnifico, che vive tra Nuova Guinea e Australia. “Il nero profondo delle sue piume – racconta Zhang – non dipende solo dalla melanina, ma dalla loro struttura microscopica: le barbule, piccole ramificazioni che intrappolano la luce”. In pratica, la luce non viene riflessa, ma si perde dentro il piumaggio, dove viene quasi tutta assorbita. Questo si nota soprattutto guardando l’uccello di fronte; da altre angolazioni, invece, il piumaggio appare lucido, quasi metallico.
La formula: lana merino e polidopamina
Per riprodurre questa capacità di “ingoiare” la luce, il team della Cornell ha scelto un tessuto a maglia di lana merino bianca. Il materiale è stato colorato con una melanina sintetica chiamata polidopamina, quindi trattato in una camera al plasma. Qui sono nate delle nanofibrille, piccolissime escrescenze che imitano le barbule delle piume. “La luce – spiegano i ricercatori – rimbalza tra queste fibrille e non riesce a uscire: così si ottiene l’effetto ultranero”.
Le misure confermano: il nuovo tessuto riflette solo lo 0,13% della luce, un record per i materiali tessili. Non solo, il nero resta intenso anche da angoli ampi, fino a 120 gradi. In pratica, il tessuto sembra uguale anche se lo si guarda da 60 gradi a destra o a sinistra rispetto al davanti. Un risultato migliore di molti materiali già sul mercato.
Dove può andare questo nero? Tecnologia e moda
Le applicazioni sono tante. “Pensiamo ai pannelli solari – suggerisce Zhang – dove assorbire un po’ più di luce fa davvero la differenza”. Ma anche a telescopi e strumenti ottici, che hanno bisogno di materiali che eliminino i riflessi. E poi c’è la moda: una neo-laureata in fashion design management ha già usato il tessuto per creare un abito nero senza spalline, ispirato proprio all’uccello fucile magnifico. Il vestito unisce il nero intenso con un tocco di blu iridescente al centro.
Le foto dell’abito, scattate nel laboratorio della Cornell a metà novembre, mostrano un dettaglio curioso: regolando contrasto e luminosità, tutti i colori cambiano, tranne uno. L’ultranero resta uguale, come se assorbisse anche le variazioni digitali.
Brevetto in arrivo e cosa ci aspetta
Il team ha già depositato il brevetto per il nuovo tessuto. Secondo alcune voci dai laboratori di Ithaca, diverse aziende nel settore energetico e della moda hanno chiesto informazioni per collaborare. “Siamo solo all’inizio – confida uno dei ricercatori –, ma il potenziale è enorme”.
Resta da capire come il materiale si comporterà su scala industriale e quali saranno i costi. Nel frattempo la ricerca continua, con l’obiettivo di rendere il tessuto più resistente e adatto a diversi usi. Un piccolo passo per la scienza dei materiali, forse un salto per l’industria tessile e tecnologica.
