Roma, 22 dicembre 2025 – Ornella Muti, nata come Francesca Romana Rivelli, si racconta senza filtri nel libro “Questa non è Ornella Muti” (La Nave di Teseo, 192 pagine, 19 euro), uscito proprio nell’anno in cui ha compiuto 70 anni. Un’autobiografia che oscilla tra confessione e romanzo, dove l’attrice romana svela la donna dietro il mito, tra ricordi di famiglia, scelte di vita e un privato che, come ripete spesso, “va protetto”.
Natale in famiglia, tra ricordi e tradizioni
Nel salotto di casa, a Roma, dove passerà il prossimo Natale con figli e nipoti, Ornella Muti si sofferma sui dettagli che hanno segnato la sua infanzia. “Io sono figlia di una nordica”, racconta, ricordando la madre che addobbava l’albero con candele vere, “ci metteva due giorni a metterle in equilibrio”. In una città dove si faceva solo il presepe, quella tradizione tedesca portava in casa “musiche e luci” diverse. Oggi, la magia di quei giorni la rivive con i suoi cari: “Desidero solo star bene, che stiano bene loro”, ha confidato in una recente intervista a Mara Venier.
La riservatezza come scelta di vita
Ornella Muti ha sempre difeso con forza la sua sfera privata. In televisione preferisce non parlare, ma nel libro si apre: “È una cosa fra me e i lettori e così deve restare. Ognuno lo legge dove vuole, quello che ho scritto rimane tra me e loro”. Una riservatezza che ha accompagnato tutta la sua carriera, iniziata a soli 14 anni con “La moglie più bella” di Damiano Damiani. Da allora, una lunga serie di lavori con registi come Dino Risi, Ettore Scola, Carlo Verdone e Woody Allen. Nel 2022 è stata anche co-conduttrice al Festival di Sanremo con Amadeus.
Fragilità e ricordi senza filtri
Nel libro, la Muti non nasconde le sue debolezze. “Sono sempre stata timida e riservata”, ammette. Raccontare degli altri le ha creato qualche difficoltà, soprattutto quando si parla di rapporti complicati. Su Alain Delon non si trattiene: “Era bellissimo, fantastico, ma anche una persona difficile. Non è stato gentile con me. All’inizio sì, poi imponeva i cani ovunque… non era facile”. Un ricordo che si fa vivido soprattutto pensando ai tempi in Sudafrica.
Diverso il rapporto con Ugo Tognazzi: “Era un grande attore, un amico, un fratello molto sensibile”, racconta. Sul set di “Romanzo popolare” era incinta, ma solo il regista Mario Monicelli lo sapeva: “Mi faceva fare tutto prima. Le sarte si stupivano, mi vedevano ingrandire il seno ogni minuto”. Un aneddoto che restituisce l’atmosfera dei set italiani degli anni Settanta.
Vita in campagna e nuovi valori
Oggi Ornella Muti vive in campagna, in una casa ristrutturata per accogliere figli e nipoti. “Amo andare a letto presto, mangiare presto, svegliarmi presto”, dice sorridendo. La figlia Naike vive con lei, gli altri due figli sono a Roma. Il legame con gli animali è forte: “Naike ha sempre amato i maiali, io non mangio nemmeno le uova, un po’ per ideologia, un po’ per salute”. In casa ci sono quattro cani e quattro gatti: “Gli animali sono i padroni della mia vita”.
Settant’anni con leggerezza e serenità
Settant’anni portati con leggerezza, Ornella Muti si definisce “centrata su di me”. Il mondo esterno la distrae: preferisce assaporare la bellezza delle piccole cose che nutrono l’anima. “Mi può divertire, ma non è quello che mi fa sentire presente in questo mondo”, riflette. E aggiunge: “Qualcosa che non rifarei? Poco importa. Quello che non rifarei lo tengo come lezione: la vita è una bilancia di bello e di brutto”.
Un’autobiografia che restituisce il ritratto autentico di una donna che ha attraversato il cinema italiano senza mai perdere il senso della misura. Oggi sceglie la semplicità come cifra della sua esistenza.
