Reddito disponibile al sud: una differenza del 31% rispetto al centro-nord

Reddito disponibile al sud: una differenza del 31% rispetto al centro-nord

Reddito disponibile al sud: una differenza del 31% rispetto al centro-nord

Giada Liguori

Dicembre 22, 2025

Napoli, 22 dicembre 2025 – Nel 2024 il reddito disponibile delle famiglie per abitante nel Mezzogiorno ha toccato i 17.800 euro, in lieve aumento rispetto ai 17.200 euro dell’anno precedente. Ma, nonostante questo progresso, i dati – appena diffusi dall’Istat nel suo report sui conti economici territoriali – confermano che il Sud resta ancora lontano dal resto del Paese. Quel valore è infatti solo il 70% di quanto si registra nel Centro-Nord, dove la media arriva a 25.900 euro.

Reddito disponibile, il divario non si colma

L’Istat parla chiaro: la distanza tra Nord e Sud è ancora molto forte. Il Mezzogiorno – con regioni come Campania, Calabria, Sicilia e Puglia – cresce, ma resta fanalino di coda. “Il miglioramento c’è, ma il divario con il Centro-Nord è ancora grande”, ha detto un esperto dell’istituto. Nel Centro-Nord il reddito per abitante supera quello del Sud di oltre 8.000 euro. Una differenza che pesa nella vita di tutti i giorni: sui consumi, sui risparmi, sulle possibilità di investimento.

Pil: crescita a passo diverso

Nel 2024 il Pil in volume è salito dello 0,7% a livello nazionale. Ma guardando alle singole zone, il ritmo cambia: cresce dell’1% nel Nord-Ovest (con Lombardia e Piemonte in testa), dello 0,8% nel Centro, dello 0,7% nel Mezzogiorno e solo dello 0,1% nel Nord-Est. Secondo gli analisti, questo riflette da un lato la tenuta del Sud, dall’altro le difficoltà di alcune aree industriali nel Nord-Est.

Questa mattina a Napoli, il presidente di una nota associazione imprenditoriale ha commentato: “Il Sud sta crescendo, ma serve continuità negli investimenti e nelle politiche di sviluppo”. Parole che trovano eco anche tra diversi economisti, che invitano a guardare con attenzione i segnali positivi, pur senza nascondere le difficoltà ancora presenti.

Occupazione, il Sud guida la ripresa

Arriva un segnale positivo dal lavoro. Nel 2024, la crescita degli occupati è stata più forte proprio nel Mezzogiorno: +2,2% rispetto al 2023, contro una media nazionale dell’1,6%. Un risultato che sorprende e che si attribuisce agli incentivi per le assunzioni e ai progetti legati al PNRR.

I dati Istat mostrano che a beneficiare di più sono stati i giovani tra i 25 e i 34 anni. In Sicilia, ad esempio, diversi centri per l’impiego hanno registrato un aumento delle richieste di colloquio già nei primi mesi dell’anno. “Si respira più fiducia”, ha raccontato un operatore del settore a Palermo. Ma resta il nodo della qualità del lavoro: molti contratti sono ancora precari e per tanti la scelta di spostarsi al Nord resta quasi obbligata.

Reazioni e sfide sul tavolo

Le istituzioni non hanno tardato a intervenire. Il ministro per il Sud ha sottolineato che “l’aumento dell’occupazione è un segnale importante”, ma ha anche ammesso che “il divario nei redditi è una questione urgente da risolvere”. Dello stesso avviso diversi sindaci delle grandi città meridionali, che chiedono più risorse per infrastrutture e servizi.

Tra le famiglie, però, l’umore è più cauto. A Bari, una commerciante confessa: “Si lavora di più rispetto a qualche anno fa, ma i soldi bastano appena per arrivare a fine mese”. Un sentimento condiviso in molte altre città del Sud, dove l’aumento del reddito disponibile non si traduce ancora in un vero miglioramento della vita quotidiana.

Un Sud che prova a rialzarsi

In breve, il quadro tracciato dall’Istat mostra un Mezzogiorno che sta provando a ripartire: più occupati e un reddito in crescita. Ma la distanza con il resto d’Italia è ancora grande, e le sfide – dalla precarietà al gap nelle infrastrutture – restano aperte. Solo nei prossimi mesi si capirà se i segnali positivi del 2024 potranno consolidarsi o se resteranno episodi isolati in un cammino ancora tutto da scrivere.