Los Angeles, 22 dicembre 2025 – James Ransone, l’attore americano noto soprattutto per il ruolo di Ziggy Sobotka in The Wire, è stato trovato morto ieri nella sua casa di Los Angeles. Aveva 46 anni. A confermare la notizia, arrivata nella tarda serata di domenica, è stato l’ufficio del medico legale della contea di Los Angeles: si tratterebbe di un suicidio. La notizia ha colpito duramente il mondo dello spettacolo e i fan della celebre serie HBO.
James Ransone, una carriera segnata da personaggi intensi
Nato a Baltimora nel 1979, Ransone si era fatto strada interpretando spesso ruoli di uomini tormentati, segnati da un passato difficile. Il suo volto, intenso e indimenticabile, è diventato familiare grazie a The Wire, dove ha dato vita a Ziggy, un giovane spacciatore nella zona portuale di Baltimora. Quel personaggio gli ha dato fama e consensi, ma anche l’immagine di un attore capace di raccontare i margini della società.
Nel tempo, Ransone ha lavorato in diversi film di Hollywood, muovendosi tra generi diversi. Tra i ruoli più noti c’è quello di Eddie Kaspbrak adulto in It – Capitolo due (2019), tratto dal libro di Stephen King. Più recente la sua presenza in Black Phone (2021), thriller horror firmato da Scott Derrickson, dove ha ancora una volta interpretato un personaggio complesso e oscuro.
Un attore con la stoffa del carattere, il ricordo dei colleghi
Nel corso degli anni, molti colleghi hanno definito Ransone un “attore di carattere”, capace di dare profondità anche a ruoli secondari. “James aveva una sensibilità rara, riusciva a mostrare sullo schermo la fragilità umana senza nasconderla”, ha raccontato ieri sera Dominic West, protagonista di The Wire, raggiunto dalla stampa americana. Sui social, dopo la notizia, si sono moltiplicati i messaggi di cordoglio da attori e registi che lo conoscevano.
Anche David Simon, creatore di The Wire, ha voluto ricordarlo con queste parole: “Ziggy era uno dei personaggi più difficili da raccontare. James lo ha reso vero, con tutte le sue contraddizioni”. I fan della serie hanno rilanciato alcune delle scene più celebri con Ransone, a testimonianza del legame forte con quel ruolo.
Le cause della morte e il tema della salute mentale
Secondo l’ufficio del medico legale, il corpo di Ransone è stato trovato nel primo pomeriggio di domenica 21 dicembre. Al momento non sono stati resi noti altri dettagli sulle circostanze. La famiglia ha chiesto rispetto per la privacy e non ha rilasciato dichiarazioni.
La tragedia riporta sotto i riflettori la questione della salute mentale nel mondo dello spettacolo. Negli Stati Uniti, secondo l’American Foundation for Suicide Prevention, il suicidio è una delle prime cause di morte tra gli adulti sotto i 50 anni. “È un problema che riguarda tutti, anche chi sembra avere successo”, ha spiegato un portavoce di Mental Health America, associazione californiana attiva nel settore.
L’eredità di un attore autentico
James Ransone lascia dietro di sé una carriera fatta di ruoli intensi e spesso scomodi. Oltre a The Wire e ai film horror degli ultimi anni, aveva lavorato in serie come Generation Kill e in pellicole indipendenti come Tangerine (2015). Un percorso artistico segnato da scelte coraggiose e dalla voglia di raccontare storie vere.
“Non si accontentava mai”, ha raccontato un amico vicino all’attore, incontrato ieri sera davanti alla casa di Ransone a Silver Lake. “Voleva scavare a fondo nei suoi personaggi, anche se questo significava mettersi in gioco fino in fondo”. Un ricordo che oggi si mescola al dolore per una perdita improvvisa e difficile da capire.
La comunità artistica americana si stringe intorno alla famiglia e agli amici di James Ransone. E in queste ore, tra le strade di Baltimora e i set di Los Angeles, il suo nome torna a circolare come quello di un interprete vero, capace di lasciare un segno anche nei ruoli più difficili.
