Miami, 22 dicembre 2025 – La Russia conferma il suo impegno per la pace in Ucraina. Lo ha detto Steve Witkoff, inviato speciale di Donald Trump, al termine dei colloqui che si sono tenuti nel fine settimana a Miami. La dichiarazione arriva in un momento in cui la diplomazia internazionale cerca nuove vie per fermare un conflitto che, dal febbraio 2022, ha cambiato per sempre il volto dell’Europa orientale e ha complicato i rapporti tra Mosca e l’Occidente.
Miami, incontri riservati e clima prudente
Gli incontri si sono svolti da venerdì a domenica in un hotel nel centro di Miami, lontano da occhi indiscreti. Witkoff, noto imprenditore immobiliare legato a Trump, ha parlato con una delegazione russa guidata da Sergej Ivanov, consigliere del Cremlino per le relazioni internazionali. “La Russia apprezza molto gli sforzi e il sostegno degli Stati Uniti per risolvere il conflitto ucraino e ristabilire la sicurezza globale”, ha detto Witkoff ai giornalisti nella hall dell’albergo, poco dopo le 19 di domenica. Nessun dettaglio sui contenuti delle trattative o su eventuali aperture. “Non posso entrare nei particolari”, ha tagliato corto, lasciando intendere che la situazione resta molto delicata.
Mosca e Washington, una partita di attese
Fonti diplomatiche americane raccontano che la presenza di Witkoff – scelto da Trump come interlocutore informale con Mosca – è un segnale chiaro: l’ex presidente vuole tornare a giocare un ruolo sullo scacchiere internazionale. Dal Cremlino, invece, confermano la linea ufficiale. Ivanov avrebbe detto, in un colloquio informale con giornalisti russi, che “siamo pronti a discutere ogni proposta seria che porti alla fine delle ostilità”. Ma nessun passo avanti concreto è stato annunciato. Il Dipartimento di Stato americano, da parte sua, ha evitato commenti diretti, sottolineando che “ogni sforzo per la pace è benvenuto, ma la posizione ufficiale degli Stati Uniti resta invariata”.
Il quadro internazionale e le reazioni
Il vertice di Miami arriva in una fase di stallo sul fronte ucraino. Negli ultimi mesi le linee del fronte sono praticamente ferme. Secondo l’Istituto per lo Studio della Guerra (ISW), i combattimenti più accesi si registrano ancora nelle zone di Donetsk e Zaporizhzhia. Kiev guarda con diffidenza a qualsiasi proposta che non preveda il ritiro delle truppe russe dai territori occupati. “Non accetteremo compromessi sulla nostra sovranità”, ha ribadito il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista andata in onda sabato sera sulla tv pubblica. Anche dall’Unione Europea arrivano segnali di prudenza: “Serve trasparenza nei negoziati”, ha avvertito Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera.
Nessun passo avanti concreto, ma la diplomazia continua
Al termine dei colloqui di Miami non è stato diffuso nessun documento ufficiale. Witkoff ha lasciato l’hotel poco dopo le 20, evitando le domande dei cronisti. Secondo alcune fonti vicine alla delegazione americana, si sarebbero discusse “ipotesi di cessate il fuoco localizzati” e possibili garanzie di sicurezza per i civili nelle zone più colpite. Ma nessuna delle due parti ha confermato pubblicamente questi dettagli. “Siamo ancora lontani da un accordo”, ha ammesso un diplomatico europeo contattato da alanews.it domenica sera.
Cosa aspettarsi adesso
Resta da vedere se l’iniziativa di Miami sarà l’inizio di una nuova fase di trattative o solo un episodio isolato. La guerra in Ucraina, iniziata quasi tre anni fa, continua a pesare sugli equilibri globali e sulla vita di milioni di persone. Gli Stati Uniti, anche con le elezioni presidenziali alle porte, vogliono restare protagonisti nei tentativi di mediazione. “La pace non è mai semplice, ma dobbiamo provarci”, ha confidato Witkoff a margine dell’incontro. Per ora, però, la strada sembra ancora lunga e piena di incognite.
