Roma, 23 dicembre 2025 – Si è spento ieri a Roma Ennio Bispuri, scrittore, critico e storico del cinema italiano, lasciando un vuoto profondo nel mondo della cultura nazionale. Aveva 82 anni. La notizia della sua morte è arrivata in mattinata, diffondendosi rapidamente tra gli ambienti del cinema e della cultura, dove Bispuri era un punto di riferimento per competenza e passione.
Ennio Bispuri, un romano tra cinema e cultura nel mondo
Nato a Roma l’8 ottobre 1943, Bispuri ha costruito una carriera ricca e variegata, intrecciando la scrittura con il lavoro diplomatico e la promozione della cultura italiana all’estero. Ha guidato diversi Istituti Italiani di Cultura in città come Colonia, Algeri, Santiago del Cile, Mosca, Barcellona e Buenos Aires, lasciando ovunque la sua impronta. “Era uno che sapeva ascoltare e apprezzare le differenze”, ricorda chi ha lavorato con lui all’estero. Nei corridoi degli istituti, il suo nome era sinonimo di progetti nuovi e di un modo aperto di vedere il dialogo tra le arti.
Una vita spesa a studiare il cinema italiano
Instancabile studioso, Bispuri ha firmato tanti saggi e articoli su riviste specializzate, in Italia e fuori. La sua passione per il cinema italiano lo ha portato a esplorare con attenzione le figure di Totò, Fellini, Scola. Ma non solo: tra i suoi libri più noti ci sono quelli sui “telefoni bianchi”, il cosiddetto “neorealismo rosa” e, più di recente, un’analisi approfondita sul cinema tragico di Pier Paolo Pasolini. “Aveva un talento raro: sapeva scovare i dettagli nascosti dietro le immagini”, ricorda un collega della rivista Filmcritica.
Un’eredità artistica che vive in famiglia
La passione per il racconto e l’immagine non si è fermata con lui. Ennio Bispuri era il padre di Laura Bispuri, regista e sceneggiatrice nota per film come “Vergine giurata” e “Figlia mia”, portati ai più importanti festival internazionali. Il figlio Valerio ha scelto la fotografia, diventando un fotoreporter apprezzato per i suoi reportage sociali. “Papà ci ha insegnato a guardare il mondo con occhi nuovi”, ha raccontato Laura in un breve messaggio sui social.
Un ponte tra generazioni e continenti
Chi l’ha conosciuto durante i suoi anni all’estero ricorda un uomo curioso, capace di parlare con studenti a Mosca come con giovani artisti a Buenos Aires. Nei suoi interventi pubblici – spesso in italiano ma anche in spagnolo o francese – Bispuri ribadiva l’importanza di “non chiudersi mai nelle proprie certezze”. Un messaggio che ha lasciato il segno in molti giovani che lo hanno seguito nei seminari e nelle rassegne organizzate dagli Istituti Italiani di Cultura.
L’ultimo saluto nella sua Roma
I funerali si terranno domani alle 11 nella chiesa di San Lorenzo in Lucina, nel cuore di Roma. Sono attesi amici, colleghi e rappresentanti delle istituzioni culturali. In queste ore sono arrivati messaggi di cordoglio da registi, critici e studiosi: “Con Ennio se ne va un pezzo della memoria del nostro cinema”, ha scritto il critico Alberto Crespi. Eppure, nei suoi libri e nei ricordi di chi lo ha conosciuto, resta viva la sua voce: quella di chi ha raccontato il cinema italiano senza mai smettere di interrogarsi sul senso delle immagini e delle storie.
Si chiude così la storia di un intellettuale che ha attraversato decenni di cultura italiana – sempre con discrezione, ma con una presenza costante. Un testimone del valore della curiosità e del dialogo tra mondi diversi.
