Istat: crollo dell’import extra Ue a novembre, -7,4% mensile e -11,3% annuale

Istat: crollo dell'import extra Ue a novembre, -7,4% mensile e -11,3% annuale

Istat: crollo dell'import extra Ue a novembre, -7,4% mensile e -11,3% annuale

Matteo Rigamonti

Dicembre 23, 2025

Roma, 23 dicembre 2025 – A novembre 2025, l’Istat ha diffuso i dati sull’interscambio commerciale tra Italia e paesi extra Ue27, che mostrano un netto calo delle importazioni, scese del 7,4% rispetto a ottobre. Le esportazioni, invece, restano praticamente ferme. Se guardiamo all’anno, la situazione è più chiara: le importazioni calano dell’11,3%, le esportazioni perdono il 3,3%. Un segnale che, spiegano gli esperti, riflette il rallentamento della domanda mondiale e le incertezze che hanno segnato il commercio internazionale negli ultimi mesi.

Importazioni giù, Opec e Svizzera i più colpiti

Entrando nei dettagli, la flessione più pesante riguarda le importazioni dai paesi Opec, che crollano del 34,6% rispetto a novembre 2024. Gli addetti ai lavori parlano di una doppia causa: da una parte i prezzi dell’energia in calo, dall’altra una domanda interna meno vivace. Male anche gli acquisti dalla Svizzera (-14,1%), dal Regno Unito (-12,6%), dagli Stati Uniti (-8,2%), dalla Turchia (-6,8%) e dalla Cina (-4,2%). “Il rallentamento degli scambi con questi partner rispecchia dinamiche globali complesse”, ha detto un funzionario del Ministero degli Esteri. Particolarmente il calo dagli Stati Uniti è legato a una richiesta più bassa di beni intermedi e materie prime.

Esportazioni ferme, ma la Turchia crolla

Sul fronte delle esportazioni la situazione è più variegata. Nel complesso il dato resta stabile rispetto al mese precedente, ma su base annua emergono differenze importanti tra i vari mercati. Il calo più pesante riguarda la Turchia, con un tonfo del 41,1%. “Un dato che sorprende per l’entità”, ammette un analista di Sace, “potrebbe dipendere da fattori temporanei o da restrizioni specifiche in alcuni settori”. Negli Stati Uniti, invece, la flessione è contenuta al 3%, a conferma che il mercato americano resta una meta importante per il made in Italy, nonostante le difficoltà.

Avanzo commerciale in crescita

Nonostante il rallentamento degli scambi, il saldo della bilancia commerciale con i paesi extra Ue27 resta positivo e addirittura cresce: a novembre l’avanzo commerciale ha raggiunto i 6.918 milioni di euro, contro i 5.358 milioni dello stesso mese del 2024. Questo risultato è dovuto soprattutto al fatto che le importazioni sono calate più delle esportazioni. “L’aumento dell’avanzo è un segnale positivo per l’economia italiana”, sottolinea un economista della Bocconi, “ma va letto in un contesto di domanda globale debole”.

Cosa c’è dietro la frenata

Le prime analisi degli esperti collegano il calo delle importazioni alla riduzione dei prezzi delle materie prime – soprattutto dell’energia – e a una domanda interna meno sostenuta rispetto all’anno scorso. Sull’export pesano invece le incertezze geopolitiche e le difficoltà di alcuni mercati emergenti. “La situazione internazionale resta molto fluida”, spiega un dirigente di Confindustria, “e le imprese italiane devono fare i conti con nuove regole commerciali e oscillazioni dei tassi di cambio”.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi

Guardando avanti, gli operatori restano cauti. Le prospettive per l’interscambio extra Ue27 dipenderanno dall’andamento dei prezzi energetici e dalla ripresa della domanda mondiale. Qualche settore, come la meccanica e l’agroalimentare, potrebbe reggere, mentre altri rischiano di soffrire ancora per le tensioni internazionali. “Sarà fondamentale seguire l’andamento dei principali mercati di sbocco”, conclude un rappresentante dell’Istat durante la presentazione dei dati, “per capire se il trend negativo potrà invertire già nei primi mesi del 2026”.