Mattarella esprime vicinanza alla madre di Alberto Trentini con una telefonata toccante

Mattarella esprime vicinanza alla madre di Alberto Trentini con una telefonata toccante

Mattarella esprime vicinanza alla madre di Alberto Trentini con una telefonata toccante

Matteo Rigamonti

Dicembre 23, 2025

Roma, 23 dicembre 2025 – Nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato Armanda Colusso, madre di Alberto Trentini, il cooperante veneto detenuto da oltre un anno in Venezuela. Una telefonata per far sentire vicinanza e solidarietà da parte di tutto il Paese. La notizia, trapelata da fonti vicine alla famiglia, arriva in un momento delicato per la sorte del giovane operatore umanitario, che continua a preoccupare istituzioni e opinione pubblica.

Mattarella chiama la madre di Trentini: “Non siete soli”

Chi ha assistito alla telefonata racconta che il presidente Mattarella ha voluto rassicurare di persona la signora Colusso. “Non siete soli, l’Italia vi è accanto”, avrebbe detto con parole semplici e dirette. La chiamata, avvenuta venerdì pomeriggio intorno alle 17, è durata pochi minuti ma, dicono i familiari, ha lasciato un segno profondo: “Ci ha fatto sentire meno abbandonati”, confida un parente stretto.

La storia di Alberto Trentini: un anno di attesa

Alberto Trentini, 34 anni, di Padova, era partito per il Venezuela nel settembre 2024 per lavorare con una ONG locale che porta avanti progetti sanitari nelle periferie di Caracas. Il 12 novembre dello stesso anno è stato arrestato dalle autorità venezuelane con l’accusa di aver violato alcune regole sull’attività delle organizzazioni straniere. Da allora è rinchiuso nel carcere di El Helicoide, noto per le dure condizioni e la scarsità di informazioni sui detenuti.

La famiglia, seguita dalla Farnesina e dal consolato italiano a Caracas, denuncia da mesi la mancanza di notizie certe sulle condizioni di salute di Alberto. “Non sappiamo quasi nulla, arrivano solo voci frammentarie”, ha detto la madre in un’intervista recente. Le autorità italiane hanno più volte chiesto chiarimenti al governo venezuelano, ma finora senza risultati.

Solidarietà e mobilitazione

La telefonata di Mattarella si inserisce in un clima di crescente attenzione da parte delle istituzioni. Nei giorni scorsi anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito l’impegno della diplomazia italiana: “Stiamo facendo tutto il possibile per riportare Alberto a casa”, ha detto in una conferenza stampa alla Farnesina. In Parlamento, diversi deputati veneti hanno presentato interrogazioni urgenti per chiedere un intervento più deciso.

Intanto in Veneto si moltiplicano le iniziative di solidarietà: raccolte firme, veglie silenziose davanti al municipio di Abano Terme, paese d’origine della famiglia, e messaggi sui social con l’hashtag #FreeAlberto. “Non possiamo lasciare questa storia nel silenzio”, ha detto il sindaco Federico Barbieri durante una manifestazione sabato scorso.

Diplomazia al lavoro, ma la strada è in salita

Fonti diplomatiche confermano che la situazione resta complicata. Il Venezuela, alle prese con una crisi politica ed economica, mantiene una posizione rigida verso le ONG straniere. “Il dialogo è difficile, ma non molliamo”, spiega un funzionario del Ministero degli Esteri che segue il caso Trentini. La speranza è che la pressione internazionale – anche grazie all’intervento del Quirinale – possa portare a una svolta.

La madre di Alberto, raggiunta telefonicamente nella sua casa di Abano Terme, racconta che la voce del presidente Mattarella le ha dato forza: “Mi ha detto che non smetteranno di cercare una soluzione. È stato un momento importante”. Ma l’attesa continua. Natale si avvicina e la famiglia Trentini spera ancora in un segnale dal Venezuela.

Un Natale sospeso tra speranza e incertezza

In queste ore la casa dei Trentini resta silenziosa. Sul tavolo del soggiorno, accanto a una foto di Alberto sorridente in maglietta azzurra, ci sono i biglietti d’auguri degli amici e dei volontari della ONG per cui lavorava. “Ogni giorno che passa è più difficile”, ammette Armanda Colusso. Ma la telefonata del presidente – breve e intensa – ha lasciato una traccia concreta: “Sapere che l’Italia non ci dimentica ci aiuta ad andare avanti”.

La storia di Alberto Trentini resta aperta. Le istituzioni promettono impegno costante. La famiglia aspetta risposte. E intanto, tra le luci spente dell’inverno veneto, cresce una speranza: che il prossimo Natale possa essere diverso.