Roma, 23 dicembre 2025 – Ieri al Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato i decreti di grazia per cinque detenuti, condannati per reati diversi. Si va dal naufragio di Lampedusa all’omicidio della moglie malata terminale. La notizia è stata diffusa sul sito ufficiale della Presidenza, che ha spiegato come la decisione sia stata presa “ai sensi dell’articolo 87, comma 11 della Costituzione”, la norma che dà al Capo dello Stato il potere di concedere la grazia o di ridurre le pene. La scelta di Mattarella è arrivata dopo un’attenta analisi dei singoli casi e delle richieste, anche da parte dei giudici.
Naufragio di Lampedusa, la grazia parziale a Abdelkarim Alla F. Hamad
Tra i beneficiati c’è Abdelkarim Alla F. Hamad, nato in Libia nel 1995, ex calciatore. Nel 2017 era stato condannato a trent’anni per omicidio plurimo e violazione delle norme sull’immigrazione. Secondo le indagini, avrebbe avuto un ruolo tra gli scafisti del barcone che si rovesciò la notte di Ferragosto 2015 davanti a Lampedusa, causando la morte di 49 persone. La grazia concessa da Mattarella è parziale. Il Quirinale ha sottolineato il “proficuo percorso di recupero avviato in carcere” e il “contesto particolarmente complesso e drammatico” in cui si consumò la tragedia. Anche la Corte d’Appello di Messina aveva chiesto clemenza, sottolineando la necessità di “ridurre la distanza tra diritto, pena applicata e dimensione morale della reale colpevolezza”. Un elemento che ha pesato nella decisione.
L’omicidio della moglie malata: la storia di Franco Cioni
Un altro graziato è Franco Cioni, condannato a sei anni e quattro mesi per l’omicidio volontario della moglie, malata terminale. In questo caso, la grazia ha estinto tutta la pena. Dal Quirinale fanno sapere che hanno contato molto le condizioni di salute di Cioni e la situazione particolare in cui è avvenuto il fatto. “Non si può ignorare la sofferenza umana dietro certi gesti”, ha spiegato una fonte vicina al dossier. Il caso aveva acceso il dibattito anche tra i magistrati, che avevano chiesto di considerare con attenzione la dimensione personale e familiare.
Tre casi minori: evasione, truffa e droga
Gli altri tre beneficiari sono Zeneli Bardhyl, Alessandro Ciappei e Gabriele Spezzuti. Bardhyl era stato condannato per evasione dagli arresti domiciliari, Ciappei per truffa, Spezzuti per reati legati a sostanze stupefacenti. Per tutti e tre è stata concessa la grazia sull’intera pena residua, sia in carcere che pecuniaria. Dai decreti emerge che la decisione si basa su percorsi di reinserimento già avviati e su situazioni personali ritenute meritevoli di attenzione. “Abbiamo valutato ogni caso singolarmente”, ha detto un funzionario del Quirinale, “tenendo conto delle relazioni dei magistrati e delle richieste delle difese”.
Il Quirinale al centro della scena e le reazioni
La concessione della grazia è una delle prerogative più delicate del Presidente della Repubblica. Negli ultimi anni, Mattarella ha adottato un approccio prudente, intervenendo solo in presenza di novità o circostanze particolari. Questa volta, i cinque provvedimenti arrivano dopo mesi di istruttoria e confronto con le autorità giudiziarie. Le reazioni non sono mancate: alcune associazioni hanno apprezzato la sensibilità mostrata dal Colle, mentre altre, soprattutto tra le vittime dei reati, hanno chiesto più chiarezza sulle motivazioni.
La clemenza torna al centro del dibattito
La scelta di Mattarella riporta al centro il tema della clemenza e del rapporto tra giustizia formale e la parte umana delle pene. “Non sono mai atti automatici”, ricorda un ex magistrato contattato da alanews.it. “Dietro ogni decreto c’è una storia, una valutazione attenta delle circostanze e delle prospettive future”. Per ora, i cinque detenuti potranno tornare a una vita diversa – fuori dal carcere o con pene ridotte – ma il dibattito resta aperto: fino a che punto la giustizia può farsi carico delle sofferenze individuali? E quanto spazio resta per la misericordia dello Stato? Domande che, ancora una volta, trovano nel Quirinale un interlocutore attento ma riservato.
