Roma, 23 dicembre 2025 – Officina Stellare ha siglato un accordo con Leonardo per la fornitura di componenti ottici destinati ai telescopi ad alta risoluzione che equipaggeranno i satelliti della nuova costellazione per l’osservazione della Terra. Il contratto, della durata di circa tre anni e del valore complessivo di 9,2 milioni di euro, comprende anche le fasi di progettazione e produzione industriale. L’annuncio è arrivato questa mattina con una nota congiunta delle due aziende, mentre nei laboratori di Sarcedo (Vicenza) i tecnici sono già al lavoro sui primi prototipi.
Componenti ottici made in Italy per la nuova generazione di satelliti
Secondo quanto riferito, i sensori sviluppati da Officina Stellare saranno installati su alcuni satelliti della costellazione proprietaria di Leonardo. Si tratta di un sistema che punta a rivoluzionare il settore, grazie a un’architettura integrata: satelliti intelligenti, connessi tra loro, capaci di elaborare i dati direttamente in orbita. “Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto così avanzato, che mette in luce il know-how italiano nel settore spaziale”, ha detto Riccardo Gianni, amministratore delegato di Officina Stellare, durante una breve conferenza stampa nella sede veneta.
Il primo modello di volo, spiegano fonti interne, è ormai quasi pronto e sarà consegnato a Leonardo nelle prossime settimane. Il tutto rientra nel programma di sviluppo PLATiNO3, promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Un’iniziativa che vuole rafforzare la presenza italiana nel campo dell’osservazione terrestre e delle tecnologie satellitari più avanzate.
Un salto in avanti nell’osservazione della Terra
La nuova costellazione di Leonardo – raccontano gli ingegneri coinvolti – si basa su satelliti dotati di sistemi ottici di precisione e con capacità di calcolo a bordo. Questo permette non solo di catturare immagini dettagliate del pianeta, ma anche di elaborare i dati in tempo reale, riducendo i tempi tra acquisizione e utilizzo delle informazioni. “I nostri componenti ottici sono un elemento chiave per garantire qualità e affidabilità alle missioni”, ha aggiunto Gianni.
Il valore del contratto, intorno ai 9,2 milioni di euro, rispecchia la complessità delle attività previste: dalla progettazione iniziale fino alla produzione su larga scala. Leonardo, da parte sua, sottolinea come la collaborazione con Officina Stellare rafforzi la filiera nazionale e spinga lo sviluppo di competenze strategiche. “La sinergia tra grandi gruppi e piccole e medie imprese innovative è fondamentale per mantenere la competitività italiana nello spazio”, ha dichiarato un portavoce dell’azienda romana.
PLATiNO3: il futuro dell’osservazione satellitare
Il progetto fa parte del programma PLATiNO3, promosso dall’ASI per realizzare piattaforme satellitari leggere e versatili. L’obiettivo è rispondere alle nuove esigenze nei settori della sicurezza, dell’ambiente e della gestione delle risorse naturali. L’Agenzia Spaziale Italiana ha confermato che il primo satellite equipaggiato con i sensori di Officina Stellare sarà lanciato entro il 2026.
Le applicazioni previste vanno dal monitoraggio dei cambiamenti climatici alla gestione delle emergenze ambientali, fino al supporto alle attività agricole e urbane. “Questi sistemi daranno all’Italia un ruolo di primo piano nelle missioni europee e internazionali del futuro”, ha commentato un funzionario ASI raggiunto nel pomeriggio.
Tecnologia italiana in orbita: una filiera che cresce
L’accordo tra Officina Stellare e Leonardo conferma il dinamismo del settore spaziale italiano, che negli ultimi anni ha visto crescere investimenti e collaborazioni tra imprese di ogni dimensione. Nei laboratori di Sarcedo – raccontano alcuni tecnici – si lavora a ritmi serrati: “C’è entusiasmo, ma anche massima attenzione ai dettagli. Ogni componente deve superare test rigorosi prima della consegna”.
La collaborazione tra le due aziende non si fermerà qui. Sono già allo studio nuove soluzioni per futuri progetti satellitari, sia civili sia con applicazioni duali. In un mercato globale sempre più competitivo, la capacità di innovare resta la chiave per consolidare la presenza italiana nello spazio. E oggi, tra le colline vicentine e gli stabilimenti romani, si lavora proprio in questa direzione.
