Padova, 23 dicembre 2025 – Officina Stellare e la sua controllata ThinkQuantum hanno appena messo nero su bianco un nuovo accordo con Thales Alenia Space, la joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%). L’obiettivo è sviluppare sistemi di trasmissione e ricezione per le comunicazioni quantistiche satellitari. L’intesa rientra nel programma europeo Saga (Secure And cryptoGrAphic Mission), promosso dall’Agenzia Spaziale Europea. L’idea è costruire una rete di comunicazione quantistica, altamente sicura, su scala continentale. Il progetto durerà 22 mesi e vale circa 5,3 milioni di euro.
Comunicazioni quantistiche in volo: la scommessa del programma Saga
Saga coinvolge alcune delle realtà industriali e tecnologiche più importanti d’Europa e punta a rafforzare la sicurezza delle comunicazioni nel Vecchio Continente. Officina Stellare ha annunciato che la sua quota è intorno ai 500 mila euro, mentre la fetta più grande, circa 4,8 milioni, spetta a ThinkQuantum. I fondi arriveranno in due tranche: il 55% nel primo anno (2025-26) e il resto, il 45%, nel secondo (2026-27).
Questo programma è uno dei cardini della strategia europea per difendere dati sensibili e infrastrutture critiche. Come spiegano fonti dell’Agenzia Spaziale Europea, l’obiettivo è “creare una rete di comunicazione quantistica che protegga le informazioni anche di fronte a minacce informatiche avanzate”.
Quantum Key Distribution: la sicurezza che va oltre la crittografia classica
Al centro dell’accordo c’è la messa a punto di sistemi per la Quantum Key Distribution (QKD) satellitare. In pratica, si usa la meccanica quantistica per scambiare chiavi crittografiche tra luoghi lontani, passando per i satelliti. Ogni tentativo di intercettazione cambia lo stato delle particelle coinvolte, rendendo subito evidente l’intrusione.
“Questa tecnologia va oltre i limiti della crittografia tradizionale”, spiega un tecnico di ThinkQuantum. “Permette di scovare in tempo reale ogni attacco e garantisce la massima riservatezza dei dati”. La QKD è considerata fondamentale soprattutto in settori come difesa, finanza e infrastrutture energetiche.
Le aziende italiane in prima linea e gli scenari che si aprono
Per Officina Stellare, con sede a Sarcedo (Vicenza), questo contratto è un altro passo avanti nella collaborazione con i big europei dell’aerospazio. L’azienda è già impegnata nello sviluppo di componenti ottici di alta precisione per missioni spaziali e osservazione della Terra. “La nostra esperienza nei sistemi ottici avanzati ha fatto la differenza per ottenere questo incarico”, commenta il CEO Giovanni Dal Lago.
Anche per ThinkQuantum, spin-off specializzato nelle tecnologie quantistiche, l’accordo è un riconoscimento della capacità italiana di innovare in un settore chiave per il futuro delle telecomunicazioni. “Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto che porta l’Europa in prima linea nella sicurezza digitale”, aggiunge il direttore tecnico Marco Santini.
Un investimento che punta a far crescere il settore e l’economia locale
Il valore complessivo dell’accordo, intorno ai 5,3 milioni di euro, dimostra quanto stia crescendo l’interesse per le applicazioni pratiche della quantum communication. Secondo gli esperti, investimenti di questo tipo possono dare una spinta importante anche all’indotto locale, creando competenze e posti di lavoro qualificati.
Saga coinvolge diversi paesi europei e punta a mettere in piedi una rete integrata entro il 2027. “Solo allora potremo parlare di vera autonomia europea nella gestione delle informazioni sensibili”, ha detto un funzionario dell’ESA durante una conferenza stampa a Parigi.
Le sfide tecnologiche e i prossimi passi in campo
Nei prossimi mesi si passerà alla progettazione e realizzazione dei primi prototipi dei sistemi di trasmissione e ricezione quantistica. I primi test sono attesi già nella seconda metà del 2026, con l’obiettivo di provare le soluzioni prima di lanciarle su larga scala.
Il settore osserva con attenzione gli sviluppi del progetto. “La sfida più grande resta garantire trasmissioni affidabili su lunghe distanze”, ammette un ingegnere coinvolto. Ma l’entusiasmo è alto: “Stiamo lavorando a qualcosa che potrebbe rivoluzionare il modo in cui comunichiamo in Europa nei prossimi decenni”.
