Trump: il caso Epstein come strategia per distogliere l’attenzione dai nostri trionfi

Trump: il caso Epstein come strategia per distogliere l'attenzione dai nostri trionfi

Trump: il caso Epstein come strategia per distogliere l'attenzione dai nostri trionfi

Matteo Rigamonti

Dicembre 23, 2025

New York, 23 dicembre 2025 – Donald Trump ha respinto con forza ogni legame diretto con Jeffrey Epstein e la sua isola privata. Lo ha fatto ieri sera, rispondendo alle domande dei giornalisti al termine di un evento a Manhattan. L’ex presidente degli Stati Uniti è tornato a parlare dei recenti documenti diffusi dal Dipartimento di Giustizia sul caso Epstein, rigettando ogni accusa: “Non sono mai stato sull’isola di Epstein. Questo serve solo a distrarre dai nostri risultati”, ha detto davanti alle telecamere, con voce decisa.

Trump si smarca dal caso Epstein

Lunedì sono stati pubblicati nuovi fascicoli federali che hanno riacceso i riflettori sullo scandalo che da anni scuote politica e alta società americana. Nei documenti, secondo i media statunitensi, spuntano nomi di politici, imprenditori e accademici di primo piano. Trump, che in passato ha avuto rapporti sociali con Epstein, ha voluto mettere le cose in chiaro: “Mi piace Bill Clinton, abbiamo sempre avuto un buon rapporto. Non mi piacciono le foto che sono uscite, ma è quello che volevano i democratici”, ha detto, lasciando intendere che dietro a tutta la vicenda ci sia una manovra politica.

I legami tra Trump, Clinton e l’élite americana

Durante l’intervista, Trump ha citato altri nomi noti coinvolti nella vicenda. “Lo conoscevamo tutti, anche Larry Summers, il capo di Harvard: io l’ho fatto cacciare da Mar-a-Lago”, ha aggiunto, riferendosi all’allontanamento di Epstein dal suo resort in Florida. La battuta ha suscitato qualche mormorio tra i presenti. Fonti vicine all’ex presidente raccontano che il rapporto tra Trump ed Epstein si sarebbe interrotto già nel 2007, dopo le prime accuse contro l’imprenditore newyorkese.

I documenti pubblici e le reazioni politiche

I nuovi documenti del Dipartimento di Giustizia sono stati resi noti lunedì pomeriggio e hanno subito scatenato polemiche a Washington. Alcuni esponenti democratici hanno chiesto chiarimenti sulle frequentazioni passate tra Epstein e vari leader politici. Trump, invece, ha ribadito: “Non mi piace vedere quelle foto, ma non c’entro nulla con quella storia”. La Casa Bianca ha preferito non commentare, mentre il portavoce del Dipartimento di Giustizia ha confermato l’autenticità dei documenti.

Media e accuse di strumentalizzazione

Il caso Epstein continua a occupare le prime pagine dei giornali americani. Secondo Trump, questa nuova ondata di attenzione è solo un modo per distogliere l’opinione pubblica dai risultati della sua amministrazione e dalla campagna elettorale in corso. “Questo caso serve solo a farci perdere tempo rispetto ai nostri successi”, ha ripetuto più volte nel corso della serata. Alcuni esperti politici, come il commentatore della CNN John King, hanno notato come la tempistica della pubblicazione possa influenzare il dibattito pubblico in vista delle elezioni presidenziali del 2026.

Il quadro giudiziario e le indagini ancora aperte

Nonostante la morte di Epstein nel 2019, le indagini federali vanno avanti per capire se ci siano altre responsabilità e per ricostruire la rete di rapporti intorno all’imprenditore. Il New York Times riferisce che il Dipartimento di Giustizia sta considerando di convocare nuovi testimoni chiave. Trump, dal canto suo, ha sempre negato ogni coinvolgimento nelle attività illecite legate a Epstein.

Un caso che continua a far tremare la politica americana

A distanza di anni dalla scomparsa di Epstein, il suo nome resta al centro del dibattito pubblico negli Stati Uniti. Le parole di Trump, nette e senza mezzi termini, arrivano in un momento delicato per la politica americana, segnata da tensioni interne e da una campagna elettorale già infuocata. Ora si vedrà se queste nuove rivelazioni peseranno davvero nelle prossime settimane o se, come sostiene l’ex presidente, si tratta solo dell’ennesima distrazione dai temi più urgenti per il Paese.