Una finta dottoressa cura oltre 800 pazienti per impressionare la suocera

Una finta dottoressa cura oltre 800 pazienti per impressionare la suocera

Una finta dottoressa cura oltre 800 pazienti per impressionare la suocera

Matteo Rigamonti

Dicembre 23, 2025

Milano, 23 dicembre 2025 – Si è finta endocrinologa, ha visitato più di 800 pazienti e ha prescritto farmaci senza avere alcuna abilitazione. È la storia di Giuliana Pietropaolo, 45 anni, originaria della Calabria, condannata a quattro anni di carcere dal tribunale di Milano. Secondo la Procura, ha falsificato laurea, iscrizione all’Ordine dei Medici e curriculum per lavorare al Centro clinico Santagostino di Milano. Il motivo? “Solo così la madre del mio fidanzato mi avrebbe accettato”, ha detto la stessa Pietropaolo davanti al giudice.

Un inganno costruito sulla confusione dei nomi

La vicenda, che ha scosso il mondo sanitario milanese, si è svolta tra il 2022 e marzo 2023. Giuliana Pietropaolo ha approfittato di un caso di omonimia: a Milano c’è davvero una dottoressa con lo stesso nome. “Mi sono spacciata per lei”, ha ammesso in aula. Così è riuscita a superare il periodo di prova al Santagostino e a firmare persino un contratto con l’Humanitas, poi annullato quando è venuta fuori la truffa.

Nel frattempo, però, la falsa endocrinologa aveva già visitato centinaia di pazienti. La Procura ha ricostruito che prescriveva farmaci a caso, ignorando spesso le indicazioni dei medici di base e dando dosi troppo alte. Molti pazienti hanno avuto problemi alla tiroide e forti dissenterie dopo le sue “cure”. A quel punto, la direzione sanitaria ha segnalato il caso alle autorità.

Documenti falsi e pressioni di famiglia

Il percorso che ha portato Giuliana Pietropaolo a indossare il camice bianco è emerso in aula con dettagli che hanno sorpreso anche gli inquirenti. Ha raccontato di aver cambiato nome nel 2012: da Maria Antonella a Giuliana, “per onorare mia madre”. La scelta di fingersi medico sarebbe arrivata più tardi, sotto la pressione del fidanzato. “Mi diceva che solo così sarei stata accettata dalla sua famiglia”, ha raccontato.

Quando ha rinnovato la carta d’identità, sempre secondo lei, è stato il compagno a insistere perché venisse indicata la professione di “medico”. Da lì la decisione di falsificare tutto: una laurea mai presa, l’iscrizione all’Ordine dei Medici inventata e un curriculum che parlava di esperienze al Policlinico Gemelli di Roma. Tutto falso.

Le accuse e le reazioni dei pazienti

La Procura ha contestato a Pietropaolo i reati di sostituzione di persona, esercizio abusivo della professione medica, truffa e falso con timbri contraffatti. Il giudice ha accolto la richiesta dei pm: quattro anni di carcere e risarcimenti per più di 110mila euro. Dovrà versare 10mila euro all’Ordine dei Medici di Milano per danni morali e 100mila euro al Centro Santagostino.

Molti pazienti si sono detti “sconvolti” dalla scoperta. “Non avrei mai pensato che non fosse un medico vero”, ha detto una donna di 52 anni che si era rivolta a lei per problemi ormonali. Altri hanno raccontato di peggioramenti improvvisi dopo le cure.

Ombre su pressioni e minacce

Durante il processo sono venuti fuori dettagli inquietanti. Pietropaolo ha parlato di “sottomissione psicologica” da parte del compagno e ha detto di sospettare di essere stata drogata con cibi preparati da lui. Ha anche raccontato di presunte minacce da parte di gruppi criminali: “Mi hanno detto che se mi fossi opposta avrei fatto la fine di Maria Chindamo”, ha detto in aula, riferendosi alla donna calabrese scomparsa nel 2016.

Gli inquirenti, però, non hanno trovato prove di queste pressioni esterne. Resta il fatto: per mesi, una persona senza alcun titolo ha esercitato la professione medica in una delle città più importanti d’Italia, mettendo a rischio la salute di centinaia di persone.

Un campanello d’allarme per la sanità privata

Il caso Pietropaolo riapre il dibattito sulla sicurezza dei controlli nelle strutture private. Il Centro Santagostino ha già avviato una revisione delle procedure di assunzione. L’Ordine dei Medici di Milano ha chiesto “più attenzione nella verifica dei titoli”. Un episodio che lascia tanti interrogativi – e una lunga lista di pazienti da seguire.