Attacco mirato: Idf colpisce i siti di lancio di Hezbollah nel sud del Libano

Attacco mirato: Idf colpisce i siti di lancio di Hezbollah nel sud del Libano

Attacco mirato: Idf colpisce i siti di lancio di Hezbollah nel sud del Libano

Matteo Rigamonti

Dicembre 24, 2025

Tel Aviv, 24 dicembre 2025 – Questa mattina, le Forze di difesa israeliane hanno colpito diversi siti di lancio di Hezbollah nel sud del Libano, reagendo a recenti movimenti militari lungo la linea di confine. L’azione, confermata dall’IDF poco dopo le 8 ora locale, arriva in un clima di tensione sempre più alto tra Israele e il gruppo sciita libanese, che Gerusalemme considera una minaccia diretta alla sua sicurezza.

Raid mirati contro postazioni di Hezbollah

Secondo l’IDF, i raid hanno preso di mira alcune strutture militari di Hezbollah e altre postazioni usate per lanciare razzi verso Israele. “Abbiamo colpito le basi militari di Hezbollah e altre infrastrutture da cui avevano agito recentemente”, si legge nel comunicato del portavoce militare. Le operazioni si sono concentrate in zone rurali vicino alla linea blu, il confine riconosciuto dall’Onu tra i due Paesi.

Fonti locali contattate da alanews.it raccontano di forti esplosioni nei pressi dei villaggi di Maroun al-Ras e Aitaroun, poco dopo l’alba. Alcuni abitanti hanno visto colonne di fumo salire dalle colline, mentre le sirene d’allarme hanno risuonato anche sul lato israeliano. Al momento, le autorità libanesi non hanno confermato vittime.

Israele: violati gli accordi di pace

Per Tel Aviv, la presenza di siti di lancio di Hezbollah nel sud del Libano è una chiara “violazione degli accordi” tra i due Paesi. Il riferimento va alla risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, varata dopo la guerra del 2006 tra Israele e Hezbollah. Quell’accordo prevede il disarmo delle milizie non statali e la creazione di una zona senza armi pesanti a sud del fiume Litani.

“Non possiamo accettare che Hezbollah rafforzi la sua presenza militare così vicino al nostro confine”, ha detto un portavoce dell’IDF ai media israeliani. “Ogni minaccia alla sicurezza dei nostri cittadini avrà una risposta immediata”. Dal Libano, per ora, nessuna reazione ufficiale. Fonti vicine a Hezbollah parlano di “aggressione ingiustificata”.

Un confine sempre più caldo

Negli ultimi mesi, il confine tra Israele e Libano è diventato sempre più teso. Dall’autunno si sono moltiplicati gli scambi di artiglieria e i lanci di razzi, soprattutto nelle campagne tra Metulla e Bint Jbeil. Secondo dati Onu, negli ultimi due mesi almeno 15 civili sono rimasti feriti da entrambe le parti.

La missione UNIFIL, presente dal 1978, ha più volte chiesto calma e rispetto degli accordi. “Invitiamo tutte le parti a evitare escalation”, ha ribadito ieri il portavoce Andrea Tenenti. Ma la situazione resta precaria: nelle ultime settimane sia Israele sia Hezbollah hanno rafforzato le loro posizioni con nuovi uomini e mezzi.

Reazioni dal mondo e clima di paura

I raid israeliani hanno suscitato preoccupazione nelle capitali occidentali. Il ministero degli Esteri francese ha espresso “forte inquietudine” per il rischio di un’escalation regionale. Anche Washington segue da vicino la situazione: “Invitiamo tutti alla moderazione”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato.

Sul campo, la popolazione vive con il fiato sospeso. A Kiryat Shmona, città israeliana vicina al confine, molte famiglie hanno deciso di non mandare i bambini a scuola per precauzione. Nel Libano meridionale, alcuni villaggi hanno allestito punti di raccolta per possibili evacuazioni.

Al momento non si registrano nuove operazioni in corso, ma gli analisti locali non escludono nuovi scontri. “Il rischio di un’escalation è concreto”, avverte Sami Nader, direttore del Levant Institute for Strategic Affairs. “Finché non ci sarà un accordo politico stabile, episodi come questo potrebbero ripetersi”.

La giornata prosegue dunque tra tensione e incertezza, con tutti gli occhi puntati sulla fragile frontiera tra Israele e Libano.