Trieste, 24 dicembre 2025 – Illycaffè chiude il 2025 con un fatturato di 690 milioni di euro, segnando un +10% rispetto all’anno precedente, nonostante il forte aumento del costo della materia prima. A confermarlo è Cristina Scocchia, amministratrice delegata dello storico marchio triestino, che in un’intervista ad Adnkronos/Labitalia ha fatto il punto sull’anno appena passato e anticipato le mosse per il 2026. “È stato un anno complicato, sia per il quadro macroeconomico che per la situazione geopolitica”, ha detto la manager, “ma siamo soddisfatti dei risultati ottenuti”.
Crescita solida in Italia, Stati Uniti ed Europa
Il 2025, secondo Scocchia, ha messo a dura prova l’azienda su più fronti: da un lato le tensioni internazionali e la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, dall’altro il balzo del 50% del prezzo del caffè verde, soprattutto dell’arabica. “La salita era ripida”, ha ammesso l’ad, “eppure abbiamo visto una crescita a doppia cifra in tutti i mercati”. L’Italia, che pesa per il 30% del fatturato, ha registrato un +11%. Gli Stati Uniti, secondo mercato per importanza, hanno messo a segno un aumento tra il 19 e il 20%. L’Europa, indicata come nuova priorità all’inizio dell’anno, ha fatto segnare una crescita superiore al 22%. Numeri che, sottolinea Scocchia, “spingono a guardare al 2026 con aspettative alte”.
Costi alle stelle e sfide per il 2026
Guardando avanti, la manager non nasconde le difficoltà: “Il 2026 si preannuncia ancora più duro a causa dei costi della materia prima”. Nonostante la rimozione dei dazi sul caffè decisa dall’amministrazione Trump lo scorso novembre — che ha tolto il 15% di imposte sulle importazioni negli Usa e il 50% su alcuni prodotti brasiliani — l’inflazione resta alta. Il prezzo del caffè verde è sceso dai picchi oltre i 400 centesimi per libbra agli attuali 350-360, ma è ancora quasi tre volte superiore ai valori storici (tra i 100 e i 130 centesimi tra il 2015 e il 2021). “Molti costi del 2026 sono già fissati dagli acquisti fatti oggi”, ha spiegato Scocchia. Il ciclo produttivo richiede dai sei ai nove mesi. “La crescita naturale di quest’anno ci dà fiducia, ma i margini restano sotto pressione”.
Prezzi al cliente: aumenti contenuti, ma inevitabili
Sul fronte prezzi, l’ad di Illycaffè è chiara: “Cercheremo di tenere il più possibile basso l’impatto sui consumatori, ma qualche aumento sarà inevitabile”. Non si può assorbire tutto senza mettere a rischio investimenti e competitività. “Modificheremo i listini in modo contenuto”, ha assicurato Scocchia, “accettando di farci carico di una parte degli aumenti”. Riguardo ai possibili rincari della tazzina al bar, la decisione spetta ai singoli esercenti: “Noi interveniamo sui prezzi destinati alla grande distribuzione e ai clienti professionali. L’aumento al banco dipende da baristi e ristoratori”.
Produzione Usa e investimenti a Trieste
Tra le novità per il 2026 spicca l’avvio della produzione negli Stati Uniti. Illycaffè ha trovato una partnership con un produttore locale: “In questo modo, tra il 15 e il 20% dei prodotti destinati al mercato americano saranno realizzati direttamente lì”, ha spiegato Scocchia. Una mossa che ridurrà tempi e costi di trasporto e rafforzerà la presenza sul territorio. Il cuore dell’azienda resta però in Italia: a Trieste gli investimenti sono saliti a oltre 130 milioni di euro. Nell’estate appena passata è stata installata una nuova linea per il barattolino da 250 grammi e sono in corso lavori per una nuova tosteria che raddoppierà la capacità produttiva. Nel 2025, nello stabilimento triestino, sono state assunte circa cento persone.
Quotazione in Borsa rimandata, ma la sfida resta aperta
Sul tema della quotazione in Borsa, Scocchia ha ribadito che il progetto c’è, ma non si farà nel 2026: “Serve un contesto macroeconomico più stabile e un prezzo del caffè verde meno volatile”. La manager ha lodato la prudenza nella gestione dei conti pubblici da parte del governo italiano (“Lo spread ai minimi è un segnale positivo”), ma ha chiesto più impegno dall’Europa su energia, digitalizzazione e semplificazione burocratica. “Spesso la burocrazia è un ostacolo più grande dei dazi”, ha concluso.
Illycaffè guarda al nuovo anno con prudenza, ma anche con fiducia. La convinzione è che innovazione e radicamento sul territorio siano la chiave per superare le sfide di un mondo ancora incerto.
