Ginevra, 24 dicembre 2025 – John Elkann è tra i principali finanziatori privati che, insieme ad altre grandi firme dell’imprenditoria internazionale, hanno deciso di mettere sul piatto 860 milioni di euro per il possibile via libera al Future Circular Collider (Fcc), il nuovo acceleratore di particelle progettato dal Cern di Ginevra. L’annuncio è arrivato proprio in questi giorni dalla sede svizzera del centro di ricerca, in un momento decisivo: il progetto, che vale circa 16 miliardi di euro, aspetta ancora il via definitivo dagli Stati membri.
Un’alleanza internazionale che rompe gli schemi
Accanto a Elkann, presidente di Exor e di Stellantis, ci sono nomi come Xavier Niel, fondatore di Iliad, la Breakthrough Prize Foundation di Mark Zuckerberg e la Eric and Wendy Schmidt Fund for Strategic Innovation, legata all’ex CEO di Google, Eric Schmidt. Per la prima volta un gruppo di privati si impegna così concretamente a sostenere un’infrastruttura scientifica del Cern. “È la prima volta che donatori privati scelgono di collaborare con il Cern per costruire uno strumento di ricerca straordinario”, ha spiegato la direttrice generale, Fabiola Gianotti, sottolineando come questo passo rappresenti un cambio di passo importante tra mondo della scienza e grandi capitali privati.
Un progetto da 16 miliardi per la fisica del futuro
Il Future Circular Collider – se tutto andrà come previsto – sarà un anello sotterraneo lungo 91 chilometri, pensato per prendere il testimone dal Large Hadron Collider (Lhc), oggi il più grande acceleratore di particelle al mondo. L’Fcc potrebbe entrare in funzione verso la metà degli anni 2040, secondo le stime degli esperti del Cern. Il progetto ha ricevuto il via libera sia dalla Strategia europea per la fisica delle particelle sia dal Particle Physics Project Prioritization Panel statunitense. Inoltre, figura tra gli undici “Moonshot” indicati dalla Commissione europea nella bozza del bilancio 2028-2034.
La decisione finale nel 2028
La scelta definitiva sul via libera all’Fcc è attesa per il 2028, quando il Consiglio del Cern sarà chiamato a esprimersi. Nel frattempo, il progetto resta in una fase di studio tecnico e politico, mentre la raccolta fondi – pubblica e privata – va avanti. “Il loro sostegno è fondamentale per far sì che l’Fcc diventi realtà e per permettere alle nuove generazioni di scienziati di spingere oltre i confini della conoscenza e della tecnologia”, ha aggiunto Gianotti, ringraziando i donatori per “la loro generosità, la loro visione e il loro impegno costante”.
Un segnale chiaro per la comunità scientifica mondiale
L’iniziativa guidata da Elkann e dagli altri filantropi manda un messaggio forte alla comunità scientifica internazionale. Fino a oggi, i grandi progetti del Cern sono stati quasi esclusivamente finanziati con soldi pubblici messi a disposizione dagli Stati membri. Ora questa apertura al capitale privato – spiegano fonti interne – potrebbe accelerare i tempi e offrire più flessibilità nella gestione dei fondi. “È una vera svolta”, ha raccontato un ricercatore italiano coinvolto nel progetto, “mai prima d’ora si era vista una simile unione tra filantropia globale e ricerca di base”.
Cosa cambia per la fisica europea
Se andrà in porto, il Future Circular Collider permetterà agli scienziati di esplorare zone ancora inesplorate della fisica delle particelle, con possibili ricadute importanti su tecnologia, medicina e industria. Il progetto prevede un tunnel sotterraneo che attraverserà il confine tra Svizzera e Francia, coinvolgendo decine di università e centri di ricerca europei. I fondi privati annunciati oggi – sottolinea il Cern – sono solo una parte del budget: la maggioranza arriverà comunque dai governi.
La strada è ancora lunga
Il cammino verso la realizzazione dell’Fcc resta complesso. Oltre all’ok politico, serviranno altri studi di fattibilità e valutazioni sull’impatto ambientale. Però la presenza di sostenitori come Elkann, Niel, Zuckerberg e Schmidt offre una prospettiva nuova. “Solo allora – ha concluso Gianotti – potremo davvero parlare di una nuova era per la fisica fondamentale”. Nel frattempo, la comunità scientifica resta in attesa delle prossime mosse del Consiglio del Cern e dei governi europei.
