Macron avverte: gli Stati Uniti minacciano la sovranità digitale europea

Macron avverte: gli Stati Uniti minacciano la sovranità digitale europea

Macron avverte: gli Stati Uniti minacciano la sovranità digitale europea

Matteo Rigamonti

Dicembre 24, 2025

Parigi, 24 dicembre 2025 – Il presidente francese Emmanuel Macron ha duramente criticato oggi la decisione degli Stati Uniti di vietare l’ingresso a cinque figure europee, tra cui l’ex commissario Ue Thierry Breton, impegnate nella regolamentazione dei grandi colossi tecnologici. La presa di posizione è arrivata nel primo pomeriggio, con un messaggio pubblicato su X, dove Macron ha definito la mossa “un atto di intimidazione e pressione” contro la sovranità digitale europea.

Cinque personalità europee escluse dagli Usa: la mossa che fa discutere

Secondo fonti diplomatiche a Bruxelles, il divieto riguarda nomi di spicco nel mondo delle politiche digitali dell’Unione Europea. Oltre a Thierry Breton, sarebbero coinvolti altri quattro funzionari e consulenti che negli ultimi mesi hanno lavorato al Digital Markets Act e al Digital Services Act, due leggi fondamentali per regolamentare le piattaforme online. Gli Stati Uniti, stando alle prime ricostruzioni, giustificano la stretta sui visti con “preoccupazioni legate alla concorrenza e alla libertà d’impresa”, senza però rivelare i nomi degli altri interessati.

Macron: “Una minaccia diretta alla nostra autonomia”

“La Francia condanna la decisione degli Stati Uniti di bloccare i visti a Thierry Breton e ad altri quattro europei”, ha scritto Macron, sottolineando che Parigi vede in questa scelta una minaccia all’autonomia normativa europea. “Continueremo a difendere la nostra sovranità digitale”, ha aggiunto il presidente, ribadendo la determinazione a proseguire con la regolamentazione dei giganti del web. Fonti dell’Eliseo confermano che Parigi sta lavorando a stretto contatto con Bruxelles e altri governi europei per una risposta comune.

Un clima già teso tra Ue e Usa sul digitale

La vicenda arriva in un momento di forte tensione tra Unione Europea e Stati Uniti sul controllo delle grandi piattaforme tecnologiche. Negli ultimi anni, Bruxelles ha varato una serie di leggi – dal Digital Markets Act al Digital Services Act – pensate per limitare il potere delle big tech americane come Google, Meta, Amazon e Apple. Queste norme, entrate in vigore dal 2024, impongono regole rigide su trasparenza, concorrenza e protezione dei dati. Washington, dal canto suo, ha più volte fatto sentire le sue preoccupazioni, temendo che le leggi europee possano penalizzare le aziende statunitensi.

Bruxelles reagisce: “Sosteniamo i nostri rappresentanti”

La notizia del divieto ha subito scatenato reazioni a Bruxelles. Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che “l’Unione è al fianco dei suoi rappresentanti e continuerà a difendere la sovranità digitale”. Fonti parlamentari europee avvertono che questa decisione potrebbe peggiorare i rapporti transatlantici, proprio mentre si negozia su sicurezza informatica e trasferimento dei dati. “Non possiamo accettare questo tipo di pressioni”, ha detto un eurodeputato francese che segue da vicino i dossier digitali.

Chi è Thierry Breton: il protagonista al centro della polemica

Al centro della vicenda c’è Thierry Breton, 69 anni, ex commissario europeo per il Mercato interno e figura chiave nelle politiche digitali Ue. Breton, già amministratore delegato di Atos e ministro dell’Economia in Francia, è stato uno dei principali artefici delle nuove regole sui servizi digitali. In passato ha più volte criticato le pratiche delle big tech americane, chiedendo “regole chiare e uguali per tutti”. Secondo chi lo conosce, Breton ha saputo del divieto solo nella tarda serata di ieri.

Cosa succede adesso? Scenari e attese

Finora il governo Usa non ha rilasciato commenti ufficiali. Ma a Parigi gli osservatori temono che la vicenda possa complicare i rapporti tra Ue e Stati Uniti su tecnologia e commercio digitale. “Serve più dialogo, meno ritorsioni”, ha detto un funzionario europeo che segue i negoziati. Nelle prossime settimane si capirà se questa crisi porterà a un irrigidimento o se la diplomazia riuscirà a prevalere. Intanto, la questione della sovranità digitale europea resta al centro del dibattito politico in Europa.