Roma, 24 dicembre 2025 – L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deciso oggi di bloccare subito le nuove condizioni contrattuali di WhatsApp Business imposte da Meta Platforms Inc. L’Antitrust teme che queste regole possano tagliare fuori i concorrenti di Meta AI dal mercato italiano dei Chatbot AI. La decisione arriva dopo un’indagine iniziata a luglio e ampliata a novembre, a seguito delle modifiche introdotte da Meta, guidata da Mark Zuckerberg.
Meta AI e WhatsApp: perché l’Antitrust è intervenuta
L’indagine è partita a luglio 2025 con l’ipotesi di un abuso di posizione dominante. Secondo l’Autorità, Meta avrebbe inserito il proprio servizio Meta AI dentro WhatsApp, dandogli un vantaggio sugli altri chatbot concorrenti. Il 25 novembre il caso si è allargato per capire anche l’impatto delle nuove regole per i clienti business di WhatsApp, entrate in vigore il 15 ottobre e che diventeranno effettive dal 15 gennaio 2026.
Secondo l’Antitrust, queste regole escluderebbero completamente le aziende rivali di Meta AI dalla piattaforma WhatsApp. E questo potrebbe “limitare la produzione, le opportunità di mercato e lo sviluppo tecnico” dei chatbot basati su intelligenza artificiale, a svantaggio degli utenti.
Perché è scattata la sospensione
Dopo aver ascoltato tutte le parti e analizzato i documenti, l’Antitrust ha deciso di agire con una misura cautelare, come previsto dalla legge. L’Autorità ha messo in chiaro che la condotta di Meta potrebbe causare “un danno grave e irreparabile” alla concorrenza in Italia, bloccando altre aziende dall’offrire i propri chatbot su WhatsApp.
“Il comportamento di Meta – si legge nel comunicato – può compromettere la concorrenza per tutta la durata dell’indagine”. Per questo motivo è stata ordinata la sospensione immediata delle nuove condizioni contrattuali, così da permettere ai concorrenti di continuare a operare sulla piattaforma.
Il quadro europeo e le conseguenze sul mercato
Questa decisione dell’Antitrust italiana non è isolata. L’Autorità ha spiegato di lavorare a stretto contatto con la Commissione europea per gestire la questione in modo coordinato a livello comunitario. Un aspetto importante, visto il ruolo sempre più centrale dell’intelligenza artificiale nelle comunicazioni digitali e l’influenza globale di piattaforme come WhatsApp.
Finora Meta non ha commentato ufficialmente. Fonti vicine all’azienda riferiscono però che si stanno valutando le prossime mosse, tenendo conto delle possibili conseguenze sulle strategie in Italia e in Europa.
Cosa succederà ora
La sospensione rimarrà in vigore fino a quando l’istruttoria principale non chiarirà se Meta ha davvero abusato della sua posizione dominante. Nel frattempo, i concorrenti potranno continuare a usare WhatsApp per i loro chatbot AI, almeno fino a nuove disposizioni.
Per molti nel settore digitale, questa vicenda potrebbe diventare un caso di riferimento per come si regoleranno in futuro i rapporti tra grandi piattaforme tecnologiche e gli altri operatori, soprattutto nel campo dell’intelligenza artificiale. “È un segnale chiaro – dice un esperto di antitrust a Roma – che le autorità sono pronte a intervenire anche in mercati molto innovativi”.
Ora resta da vedere come risponderà Meta e quali effetti avrà questa decisione sul gioco della concorrenza nei servizi digitali, in Italia e in Europa.
