Seoul, 24 dicembre 2025 – Due prigionieri di guerra nordcoreani trattenuti in Ucraina hanno chiesto di poter trasferirsi in Corea del Sud per ricominciare una nuova vita. A rivelarlo è una lettera datata fine ottobre, ottenuta dall’agenzia AFP. I due soldati, catturati durante il conflitto russo-ucraino, hanno affidato le loro speranze a un gruppo per i diritti umani con base a Seoul, che ha poi diffuso il documento alla stampa internazionale.
Nordcoreani in Ucraina: la fuga verso una nuova vita
Nella lettera, i due militari – i cui nomi restano segreti per motivi di sicurezza – scrivono: “Grazie al sostegno del popolo sudcoreano, nuovi sogni e speranze hanno iniziato a prendere forma”. Parole semplici, ma cariche di significato. Secondo l’organizzazione sudcoreana, i soldati sono stati catturati dalle forze ucraine nei mesi scorsi, durante operazioni nell’est del Paese. Non è chiaro se abbiano combattuto direttamente con le truppe russe o se svolgessero altri compiti.
La presenza di cittadini nordcoreani tra le fila russe è stata segnalata più volte da fonti occidentali, ma Pyongyang ha sempre negato ogni coinvolgimento diretto nel conflitto. Tuttavia, il gruppo per i diritti umani di Seoul segnala un aumento delle testimonianze che parlano di nordcoreani impiegati come supporto logistico o addetti vari nelle zone di guerra.
La lettera e il ruolo delle organizzazioni umanitarie
Il testo, scritto a mano e datato fine ottobre, è arrivato all’organizzazione sudcoreana tramite canali diplomatici non specificati. “Abbiamo ricevuto questa richiesta e la stiamo valutando con attenzione”, ha detto un portavoce del gruppo, che ha chiesto di restare anonimo per sicurezza. Nella lettera ci sono ringraziamenti espliciti al popolo sudcoreano e una richiesta chiara: poter iniziare una vita lontano dalla Corea del Nord.
I due prigionieri temono per la loro sicurezza in caso di rimpatrio forzato. “Hanno paura di ritorsioni e persecuzioni”, ha aggiunto il portavoce. Nel loro Paese, infatti, chi viene considerato un ‘traditore’ rischia pene dure, come lavori forzati o detenzione in campi speciali.
Tensioni internazionali e reazioni a catena
La vicenda si inserisce in un clima già teso tra Pyongyang, Kiev e Mosca. L’Ucraina, che da mesi denuncia l’arrivo di armi e personale straniero a sostegno delle truppe russe, non ha ancora commentato ufficialmente il caso dei due nordcoreani. Intanto, il governo sudcoreano segue con attenzione la situazione. “Stiamo monitorando ogni segnalazione che riguarda cittadini nordcoreani coinvolti nel conflitto ucraino”, ha detto un funzionario del Ministero dell’Unificazione di Seoul.
Non è la prima volta che si parla di defezioni dalla Corea del Nord verso il Sud, ma questa storia ha elementi nuovi. La richiesta arriva da un fronte di guerra lontano dalla penisola coreana, e coinvolge dinamiche geopolitiche complesse.
Futuro incerto e passaggi delicati
Al momento non si sa se e come i due prigionieri potranno essere trasferiti in Corea del Sud. Le procedure per accogliere cittadini nordcoreani sono rigide e richiedono controlli approfonditi da parte delle autorità sudcoreane. “Ogni caso viene valutato uno a uno”, ha spiegato una fonte governativa di Seoul, sottolineando che la sicurezza dei richiedenti asilo è la priorità.
Nel frattempo, la lettera continua a circolare tra organizzazioni umanitarie e diplomatici. Un documento breve, ma che torna a mettere sotto i riflettori la situazione dei prigionieri nordcoreani all’estero e le difficoltà di chi cerca di fuggire dal regime di Pyongyang. “Speriamo che il nostro appello venga ascoltato”, si legge nelle ultime righe. Un desiderio semplice, che però resta sospeso tra diplomazia e incertezza.
