Nuove rivelazioni su Mirella Gregori: l’identikit di un misterioso sospettato riaccende le speranze

Nuove rivelazioni su Mirella Gregori: l'identikit di un misterioso sospettato riaccende le speranze

Nuove rivelazioni su Mirella Gregori: l'identikit di un misterioso sospettato riaccende le speranze

Matteo Rigamonti

Dicembre 24, 2025

Roma, 24 dicembre 2025 – Una nuova pista riapre il caso di Mirella Gregori, la quindicenne scomparsa a Roma nel maggio 1983, pochi giorni prima di Emanuela Orlandi. Il Messaggero racconta di un identikit di un uomo che potrebbe collegare queste due sparizioni, riportando sotto i riflettori uno dei misteri più fitti della Roma degli anni Ottanta.

L’uomo nell’ombra: l’identikit e un arresto del ’84

L’uomo in questione, arrestato nella primavera del 1984 per sfruttamento della prostituzione, sarebbe proprio quello descritto dalla madre di Mirella nei giorni successivi alla scomparsa della ragazza. A confermarlo sono i carabinieri del reparto operativo. Un dettaglio che, dopo più di quaranta anni, torna a pesare. Secondo le ricostruzioni, quell’uomo si era presentato al bar di famiglia dei Gregori, in via Volturno, il giorno prima che Mirella sparisse. Nel locale c’era una piccola festa in corso. La madre di Mirella, sentita più volte dagli inquirenti, aveva fissato nella memoria i tratti di quell’uomo: “Era distinto, ma c’era qualcosa di inquietante in lui”, ha raccontato.

La famiglia vuole vederci chiaro

Oggi l’avvocato della famiglia Gregori, Valter Biscotti, insieme alla criminologa Jessica Leone – già sentiti in Commissione parlamentare – chiedono che si approfondisca questa pista. “Ci sono elementi che meritano di essere controllati con attenzione”, spiega Biscotti, sottolineando la necessità di confrontare la foto dell’uomo arrestato allora con gli identikit del 1983. Leone aggiunge: “Non possiamo lasciare nessuna zona d’ombra su una vicenda che ha segnato la città”.

Roma, terra di sparizioni inquietanti

Nella memoria consegnata ai parlamentari c’è un dato che fa riflettere: tra il 1982 e il 1983 a Roma sono scomparsi sei minori in un raggio di circa 2,5 chilometri da corso Rinascimento, il luogo dove Emanuela Orlandi fu vista l’ultima volta. Se si allarga il raggio a 5 chilometri dalla Città del Vaticano, i casi arrivano a quindici. “Sedici ragazze scomparse tra maggio e giugno 1983”, precisa Biscotti. Numeri che difficilmente si possono ignorare e che fanno pensare a un fenomeno più vasto e organizzato.

Il Centro italiano difesa delle donne e la pista della prostituzione

Un altro pezzo del puzzle arriva dal Centro italiano difesa delle donne di via Piave, che negli anni Ottanta ospitava ragazze madri minorenni. Fu da lì che partì l’indagine che portò all’arresto dell’uomo somigliante all’identikit fornito dalla madre di Mirella. Alcune ospiti sarebbero state spinte a prostituirsi e trasferite a Palermo. Nell’inchiesta finì coinvolta anche una vigilante del centro. “Il centro era a pochi passi dalla casa dei Gregori e dal loro bar”, spiegano Biscotti e Leone. Un dettaglio che rende ancora più urgente rivedere le fotografie degli arrestati e confrontarle con gli identikit.

Due uomini al bar: un dettaglio che torna

Il giorno prima della sparizione, due uomini entrarono al bar dei Gregori durante la festa. Uno dei due disse di voler fare delle foto, anche se non aveva con sé una macchina fotografica. Un particolare che la madre di Mirella ricordò subito e raccontò agli investigatori. “Sembrava che stesse cercando qualcosa o qualcuno”, ha detto.

Un mistero che non si chiude

A oltre quarant’anni di distanza, il caso di Mirella Gregori resta un enigma senza risposte chiare. La famiglia, insieme al loro avvocato e alla criminologa Leone, chiede di non mollare questa pista. “Non vogliamo mezze verità”, ribadisce Biscotti. La speranza è che le nuove tecnologie e una nuova lettura degli atti possano finalmente portare luce su una storia che ancora fa discutere Roma e l’Italia.