Petrolio in rialzo: il WTI supera i 58,57 dollari

Petrolio in rialzo: il WTI supera i 58,57 dollari

Petrolio in rialzo: il WTI supera i 58,57 dollari

Giada Liguori

Dicembre 24, 2025

Milano, 24 dicembre 2025 – Il prezzo del petrolio ha iniziato la giornata in rialzo sui principali mercati internazionali delle materie prime. Il WTI (West Texas Intermediate) con consegna a febbraio si è scambiato a 58,57 dollari al barile, segnando un +0,34%. Anche il Brent per lo stesso mese ha guadagnato terreno, arrivando a 62,56 dollari, con un +0,29%. Dietro questo movimento, secondo gli operatori, ci sono le tensioni geopolitiche in alcune aree chiave e le aspettative degli investitori sulle prossime mosse dell’OPEC+.

Mercati in fermento tra tensioni e decisioni OPEC+

Fin dal mattino, le contrattazioni sono state vivaci a Londra e New York. “C’è prudenza, ma la domanda resta solida e sostiene i prezzi”, ha detto un trader della City contattato poco dopo le 9.30. Il riferimento è alle ultime dichiarazioni dell’OPEC+, che ha confermato l’intenzione di mantenere i tagli alla produzione almeno fino al prossimo trimestre. Una scelta che, per molti analisti, continuerà a spingere verso l’alto le quotazioni.

Geopolitica e domanda globale: un mix che pesa sul mercato

Non è solo questione di produzione. Sullo sfondo ci sono anche le tensioni in Medio Oriente e le incertezze in Libia e Nigeria, due grandi esportatori africani. “Ogni volta che si parla di instabilità lì, il mercato reagisce subito”, ha spiegato un operatore di una società di trading milanese. Ma non è solo geopolitica: la domanda mondiale rimane robusta, soprattutto grazie a Cina e India, che continuano a far crescere i consumi energetici.

Prezzi del petrolio e riflessi su borse e valute

L’aumento del petrolio si fa sentire anche sulle borse mondiali e sulle valute dei paesi esportatori. A Piazza Affari, il settore energetico ha aperto in leggero rialzo, con titoli come Eni e Saipem in positivo già nelle prime contrattazioni. “Ogni variazione del greggio si vede subito sui mercati azionari”, ha osservato un analista finanziario di una grande banca d’investimento. Intanto, sui cambi si registra una certa volatilità: il dollaro si è rafforzato contro euro e yen, mentre valute legate al petrolio, come il rublo russo, hanno tratto vantaggio dal rialzo.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi

L’Agenzia Internazionale dell’Energia prevede che la domanda globale di petrolio resterà robusta almeno fino a fine marzo 2026. Ma non mancano i punti di domanda: l’andamento dell’economia cinese, le mosse delle banche centrali e possibili nuove tensioni geopolitiche potrebbero cambiare le carte in tavola. “Il mercato è molto sensibile a ogni novità”, ha ammesso un esperto del settore, “basta poco per vedere un’inversione di rotta”.

Rincari in vista per consumatori e aziende

Per gli italiani, un aumento del prezzo del petrolio potrebbe tradursi in rincari alla pompa già nei prossimi giorni. Le associazioni dei consumatori prevedono che il prezzo medio della benzina possa salire di qualche centesimo al litro entro la fine della settimana. Le imprese che consumano molta energia – dal trasporto all’industria chimica – seguono con attenzione l’andamento del prezzo. “Ogni variazione pesa sui costi”, ha detto il responsabile acquisti di una grande azienda logistica lombarda.

Investitori in attesa dei dati sulle scorte Usa

In attesa dei dati ufficiali sulle scorte di petrolio statunitensi, attesi per domani pomeriggio, gli investitori mantengono un atteggiamento prudente. “Molto dipenderà da quanto saranno consistenti le riserve strategiche”, ha spiegato un gestore di fondi energetici. Solo allora si potrà capire se il rialzo proseguirà o se ci sarà una correzione nelle prossime settimane.

In sintesi, la giornata si apre con un segnale chiaro: il petrolio torna protagonista sui mercati globali, spinto da tensioni geopolitiche e aspettative degli operatori. Un equilibrio fragile, pronto a cambiare rapidamente nel giro di poche ore.