Roma, 24 dicembre 2025 – Sono oltre 5.500 gli Enti locali che, nei primi mesi del 2026, potranno aderire al nuovo piano di rinegoziazione dei mutui lanciato da Cassa Depositi e Prestiti. L’iniziativa, annunciata oggi dalla stessa CDP, punta a dare una mano a Comuni, Province e Città Metropolitane. L’obiettivo è rivedere i rimborsi dei prestiti, liberando così risorse da usare per servizi destinati a cittadini e imprese.
Rinegoziare i mutui: chi può farlo e come
La nota diffusa da CDP parla chiaro: il piano potrebbe coinvolgere circa due Enti locali su tre. Sono numeri importanti, con circa 2.000 soggetti nel Nord-Ovest, 830 nel Nord-Est, 800 nel Centro, 1.480 nel Sud e 430 nelle Isole. In tutto, si tratta di una possibile rinegoziazione su 115 mila mutui, per un debito residuo totale di circa 21,7 miliardi di euro.
I dettagli operativi sono contenuti in una circolare firmata dall’amministratore delegato di CDP, Dario Scannapieco. Nei primi mesi del 2026 sarà pubblicato un avviso con le istruzioni precise per aderire e la lista dei prestiti interessati, con tutte le condizioni economiche.
L’obiettivo: più soldi per i servizi locali
L’operazione, spiegano da CDP, permetterà agli enti che aderiranno di “liberare risorse nel 2026-2027 per sostenere i servizi a favore di famiglie e imprese”, su tutto il territorio nazionale. In sostanza, rivedere i piani di rimborso significa avere più liquidità da investire in scuole, trasporti, manutenzione e altri servizi essenziali.
“È un’opportunità concreta per gli enti territoriali”, racconta una fonte interna a CDP raggiunta nel pomeriggio. “Molti amministratori locali si sono già fatti avanti: alleggerire la pressione sui bilanci è una necessità, soprattutto per i piccoli Comuni”.
Numeri e territorio: una mappa dettagliata
La distribuzione degli enti coinvolti segue la geografia amministrativa italiana. Il Nord-Ovest è l’area con più potenziali beneficiari (circa 2.000), seguito dal Sud (1.480), Nord-Est (830), Centro (800) e Isole (430). Una misura pensata per arrivare ovunque.
Per molti sindaci, questa rinegoziazione è una boccata d’aria fresca. “Abbiamo bisogno di strumenti flessibili per affrontare le nuove sfide sociali ed economiche”, confida il primo cittadino di un Comune vicino a Torino. “Ogni euro risparmiato sui mutui può essere speso per servizi concreti”.
I prossimi passi: quando e come
Nei primi mesi del 2026 CDP renderà noti tutti i dettagli: tempi per aderire, modalità e condizioni aggiornate. Gli enti interessati riceveranno una lista dei prestiti con le nuove condizioni per la rinegoziazione.
“Vogliamo che tutto sia chiaro e semplice”, spiega una fonte vicina al dossier. “Ogni ente deve avere tutte le informazioni per decidere con calma”. La circolare firmata da Dario Scannapieco è già arrivata agli uffici competenti.
Il quadro economico e cosa aspettarsi
Questa misura arriva in un momento in cui si guarda con sempre più attenzione alla sostenibilità finanziaria degli enti locali. Negli ultimi anni, molti Comuni hanno dovuto fare i conti con bilanci stretti e l’obbligo di mantenere servizi di qualità. Rinegoziare i mutui con CDP è una leva in più per affrontare questa situazione.
Le prime stime parlano di centinaia di milioni di euro liberati nel biennio 2026-2027. Risorse che, sottolineano da CDP, serviranno “a vantaggio del territorio”, senza aumentare il debito ma semplicemente spostando le scadenze.
Il quadro completo sarà più chiaro nei prossimi mesi, quando usciranno i dettagli tecnici e gli enti potranno valutare l’adesione. Intanto, l’annuncio ha già suscitato interesse nell’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e nelle principali sigle delle autonomie locali.
