Scuola: Anief promette il recupero dell’inflazione entro il 2030

Scuola: Anief promette il recupero dell'inflazione entro il 2030

Scuola: Anief promette il recupero dell'inflazione entro il 2030

Matteo Rigamonti

Dicembre 24, 2025

Roma, 24 dicembre 2025 – È arrivata oggi all’Aran la firma sul nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro 2022-24 per il personale scolastico. Un momento molto atteso da oltre un milione di lavoratori, tra docenti e Ata. Tra i firmatari c’è anche Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal, che ha commentato: “Questa volta siamo sicuri: entro il 2030 recupereremo l’inflazione accumulata in questi anni, tra pandemia e guerra in Ucraina”.

Aumenti e arretrati: cosa cambia davvero per docenti e Ata

I dati diffusi dall’Aran parlano chiaro: gli arretrati che spettano al personale sono in media 1.948 euro lordi per i docenti e 1.427 euro per gli Ata. A questi si aggiungono circa 585 euro per i docenti e 455 euro per gli Ata, frutto di un anticipo sulle risorse del prossimo triennio. Pacifico, presente questa mattina a via del Corso, ha sottolineato: “Rispetto al passato, quando era tutto un’incognita, oggi abbiamo una visione chiara sugli aumenti futuri”.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha messo sul piatto anche 240 milioni di euro extra per un bonus “una tantum” destinato a docenti e personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Secondo Anief, è “un segnale concreto dopo anni di blocco contrattuale”.

Guardando avanti: aumenti fino a 300 euro medi al mese

Lo sguardo è già rivolto al futuro. Pacifico ha spiegato che “con la parte pubblica ci siamo impegnati a chiudere entro fine 2026 anche la parte economica del contratto 2025-2027”. L’obiettivo è chiaro: dall’inizio del 2027, almeno 160 euro medi mensili in più (al lordo dell’indennità di vacanza contrattuale). Sommando gli aumenti già definiti, si arriverebbe a circa 300 euro medi lordi in un anno.

Le stime per il prossimo triennio parlano di incrementi medi mensili di circa 245 euro per i docenti e 179 euro per gli Ata dal 1° gennaio 2026, che salirebbero a 293 euro e 214 euro dal 1° gennaio 2027. “Se riuscissimo a chiudere quell’accordo entro un anno – ha detto Pacifico – sarebbe la prima volta che si garantisce un aumento prima della scadenza naturale del contratto”.

Le richieste sul tavolo: buono pasto, parità e burnout

Non tutto è chiuso. Restano diversi nodi da sciogliere. “Per il prossimo contratto siamo pronti a trattare – ha aggiunto Pacifico – ma vogliamo subito il riconoscimento del buono pasto e risorse in più solo per il personale scolastico”. Il sindacato punta anche a colmare il divario salariale con altri settori della pubblica amministrazione: “Oggi il gap è di ben 10 mila euro all’anno rispetto alle Funzioni centrali”, ha ricordato il presidente Anief.

Tra le priorità ci sono anche il riconoscimento del burnout, il riscatto agevolato della laurea, la parità tra personale precario e di ruolo, il ripristino del primo gradino stipendiale e la valorizzazione delle figure di sistema. Pacifico ha rilanciato la richiesta di un “doppio canale di reclutamento” per favorire l’assunzione dei precari storici.

Welfare e formazione: le novità in arrivo

Non si parla solo di stipendi. Da gennaio, secondo i sindacati, potrebbe arrivare la copertura dell’assicurazione sanitaria per il personale scolastico, una richiesta da tempo. L’accordo prevede anche un rafforzamento delle materie oggetto di relazioni sindacali e più risorse per il Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa: 93,7 milioni di euro per i docenti e 19,1 milioni per il personale Ata.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha definito l’intesa “un risultato storico”, sottolineando come “per la prima volta nella scuola italiana garantiamo continuità contrattuale”. Gli aumenti lordi mensili complessivi, sommando i due trienni, potrebbero toccare i 416 euro per gli insegnanti e i 303 euro per il personale Ata.

Una nuova stagione per il personale scolastico

La firma di oggi apre una nuova fase per chi lavora nella scuola. Restano però aperte sfide importanti, come il riconoscimento delle professionalità interne e la riduzione delle differenze salariali. Sarà solo nei prossimi mesi che si capirà se le promesse di aumenti e tutele si tradurranno davvero in cambiamenti nelle buste paga e nelle condizioni di lavoro nelle scuole italiane.