Thierry Breton avverte: l’Europa e le sue istituzioni in pericolo

Thierry Breton avverte: l'Europa e le sue istituzioni in pericolo

Thierry Breton avverte: l'Europa e le sue istituzioni in pericolo

Matteo Rigamonti

Dicembre 24, 2025

Bruxelles, 24 dicembre 2025 – L’Europa e le sue istituzioni sono oggi al centro di un acceso dibattito, dopo le parole dell’ex commissario europeo Thierry Breton sulla nuova Strategia per la sicurezza nazionale americana. In un’intervista a Le Figaro, insieme all’ex ministro francese Arnaud Montebourg, Breton ha commentato il documento presentato pochi giorni fa a Washington. Per lui, si tratta di un cambio netto nel rapporto tra Stati Uniti e Unione Europea. “Quando un Paese dice chiaramente cosa vuole dai suoi alleati – o vassalli – e come intende rafforzare questa dipendenza, bisogna prenderlo sul serio”, ha avvertito, riferendosi alle dichiarazioni del vicepresidente americano J. D. Vance alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco.

La strategia Usa: un messaggio chiaro all’Europa

Breton ha definito la posizione espressa da Vance a Monaco – “dura, a tratti caricaturale” verso l’Europa – come il cuore di una nuova dottrina geopolitica. La strategia americana, valida per i prossimi tre anni, mette nero su bianco cosa Washington si aspetta dagli alleati europei. “È un precedente importante”, ha detto Breton, ricordando che la storia insegna a non sottovalutare certi segnali.

Montebourg ha aggiunto un monito: questa nuova linea rischia di aumentare la dipendenza europea dagli Stati Uniti, sia sul fronte della sicurezza che su quello economico. “Serve una risposta politica chiara da parte di Bruxelles”, ha detto l’ex ministro francese, invitando le istituzioni europee a non limitarsi a semplici dichiarazioni di facciata.

Un’Europa stretta tra grandi potenze

Breton non ha girato intorno al problema. “Intorno a noi ci sono potenze che agiscono da imperi. La Russia è un grande impero in declino, lo stesso vale per la Turchia, e anche gli Stati Uniti hanno le loro voglie imperialiste”. Per lui, la vera sfida è che l’Europa trovi un progetto tutto suo, indipendente. “Non siamo qui per diventare vassalli o per accettare lezioni su come smantellare le nostre istituzioni”, ha aggiunto, riferendosi alle pressioni sempre più forti che arrivano da fuori.

Nel corso dell’intervista, Breton ha ricordato anche i suoi scontri con l’amministrazione Trump, che in passato gli aveva negato l’ingresso negli Usa, come segno di un clima sempre più teso tra le due sponde dell’Atlantico. “Dobbiamo dire le cose come stanno”, ha detto, spronando i leader europei a prendere una posizione più decisa.

Le istituzioni europee chiamate a scegliere

Il dibattito aperto da Breton e Montebourg arriva in un momento delicato per l’Unione Europea. La strategia americana arriva mentre Bruxelles è in piena discussione sul futuro governo e sulle priorità per il 2026. Il documento Usa spinge per una maggiore cooperazione militare e commerciale con l’Europa, ma molti osservatori temono che questo significhi meno spazio per decisioni autonome.

Fonti diplomatiche confermano che il tema sarà centrale nel prossimo Consiglio europeo, previsto per metà gennaio. “Non possiamo far finta di niente davanti al messaggio che arriva da Washington”, ha confidato un funzionario della Commissione. “Ma serve una risposta che difenda gli interessi e l’identità dell’Unione”.

Il futuro dell’Europa è in gioco

Mentre si aspettano le prossime mosse ufficiali, il confronto resta aperto. Le parole di Breton – “la vera domanda è: qual è il nostro progetto, quello degli europei” – suonano come un invito a ripensare il ruolo del continente nel mondo. Tra pressioni esterne e discussioni interne, le istituzioni europee devono decidere se accettare una posizione subordinata o lanciare una visione autonoma e condivisa. Il 2026 si annuncia come un anno cruciale: la partita tra Washington e Bruxelles è appena iniziata.