Cape Canaveral, 25 dicembre 2025 – Si è chiuso ieri al Kennedy Space Center in Florida il test generale prima del lancio di Artemis 2, la missione che riporterà gli esseri umani nell’orbita lunare dopo più di cinquant’anni. Il cosiddetto Countdown Demonstration Test ha coinvolto i quattro astronauti scelti per la missione: Jeremy Hansen dell’Agenzia spaziale canadese (CSA) e gli americani Victor Glover, Reid Wiseman e Christina Koch della NASA. Lo scopo era riprodurre tutte le fasi che precedono il decollo, previsto non prima del 5 febbraio 2026, anche se la data potrebbe slittare.
Orion e SLS, la prova d’avvicinamento al lancio
All’alba, gli astronauti hanno indossato le loro tute pressurizzate arancioni e, accompagnati dal personale di supporto, sono arrivati alla rampa di lancio. Qui li aspettava il colossale razzo SLS (Space Launch System), con la capsula Orion in cima. La simulazione, durata diverse ore, ha ricostruito ogni passaggio: dal trasferimento in navetta fino all’ingresso nella capsula, passando per i controlli di sicurezza e la chiusura dei portelli. Un dettaglio non da poco: proprio un problema alla chiusura del portello aveva fatto slittare il test, originariamente fissato per novembre.
Gli ingegneri della NASA hanno detto che la prova si è fermata poco prima dell’avvio della sequenza finale di lancio. Non tutto è andato liscio. “È andato tutto alla perfezione? No”, ha scritto il comandante della missione, Reid Wiseman, su X (ex Twitter). “Ma questo veicolo e il nostro team hanno dimostrato di poter affrontare la sfida. Il lancio si avvicina”.
Obiettivi raggiunti e intoppi da risolvere
Il Countdown Demonstration Test è una tappa obbligata per ogni missione di questo calibro. Serve a controllare che tutto funzioni, dalla logistica alla coordinazione tra astronauti e centro di controllo. In questa occasione, però, non tutti i risultati sono stati soddisfacenti. La NASA non ha fornito dettagli precisi sulle difficoltà incontrate, ma fonti interne parlano di piccoli ritardi nelle comunicazioni e qualche intoppo nelle procedure di sicurezza.
Il test era già stato rimandato di un mese a causa del problema al portello della Orion. Un guasto tecnico che ha richiesto l’intervento degli specialisti e una revisione completa dei sistemi di chiusura. Solo dopo aver risolto la questione, la NASA ha dato il via libera alla simulazione.
La finestra di lancio resta stretta: cosa succede ora
La data ufficiale del lancio è fissata per il 6 febbraio 2026, ma chi lavora al progetto non esclude un possibile slittamento di qualche settimana. Il motivo? Le finestre utili per raggiungere l’orbita lunare sono poche: a febbraio ce ne sono cinque, legate alle posizioni di Terra e Luna. Per rispettare i tempi, il razzo SLS con la capsula Orion dovrà lasciare l’edificio di assemblaggio per la piattaforma di lancio 39B entro metà gennaio.
Una volta sulla rampa, il vettore sarà sottoposto ad altri test importanti: dal rifornimento completo dei propellenti fino alle prove integrali della sequenza di lancio. Solo dopo questi passaggi – spiegano i tecnici – si potrà dare il via libera definitivo.
Artemis 2, dieci giorni intorno alla Luna
La missione Artemis 2 durerà circa dieci giorni. Gli astronauti non toccheranno la superficie lunare, ma faranno il giro del nostro satellite, testando tutti i sistemi in vista delle future missioni con allunaggio. Per la NASA è un momento fondamentale. “Stiamo lavorando per garantire la sicurezza dell’equipaggio e il successo della missione”, ha detto un portavoce dell’agenzia.
L’attesa è palpabile anche tra gli appassionati. Nei pressi del Kennedy Space Center, alcuni curiosi si sono fermati a guardare le attività vicino alla rampa 39B. “È una cosa che non si vede tutti i giorni”, ha raccontato un tecnico durante la pausa pranzo. Eppure, tra ritardi e controlli, la strada verso la Luna è ancora lunga.
