Tegucigalpa, 25 dicembre 2025 – Nasry Juan “Tito” Asfura è stato ufficialmente proclamato presidente eletto dell’Honduras per il mandato 2026-2030 dal Consiglio nazionale elettorale (Cne), mettendo fine a settimane di incertezza e tensione dopo una delle tornate elettorali più accese degli ultimi anni. La decisione è arrivata ieri sera, al termine di uno scrutinio speciale aperto per controllare oltre 2.000 verbali segnalati per problemi nella trasmissione dei dati. Una verifica che, come raccontano i principali media honduregni, ha tenuto il Paese col fiato sospeso per più di tre settimane.
Asfura vince di un soffio: i dati dello spoglio
Con il 99,2% delle schede scrutinate, il candidato del Partito Nazionale ha raccolto il 40,27% dei voti, superando di poco Salvador Nasralla del Partito Liberale, fermo al 39,39%. Un distacco minimo, meno di un punto percentuale, che ha scatenato sospetti e polemiche tra i sostenitori dell’opposizione. Al terzo posto si è piazzata la candidata del partito di sinistra Libertà e Rifondazione-Libre, con circa un quinto dei consensi. Un risultato che rappresenta un netto passo indietro rispetto alla vittoria del 2021 della presidente uscente, Xiomara Castro.
Reazioni a caldo: tra festeggiamenti e accuse
Poche ore dopo l’annuncio, Asfura ha affidato ai social un messaggio chiaro: “Honduras, sono pronto a governare. Non vi deluderò”. Nella sede della sua campagna, a Tegucigalpa, i suoi sostenitori hanno festeggiato fino a notte fonda. Scene di gioia, con bandiere blu e bianche che sventolavano tra cori e applausi. “Finalmente si chiude un’attesa lunga e difficile”, ha detto uno dei volontari storici del Partito Nazionale.
Dall’altra parte, Nasralla ha espresso delusione e dubbi. Nel pomeriggio ha ribadito le accuse di irregolarità nel voto, anche se per ora ha escluso manifestazioni di piazza. “Non possiamo ignorare le anomalie emerse”, ha spiegato davanti alla sede del Partito Liberale. Ma ha aggiunto che la priorità resta la stabilità del Paese.
Il Consiglio nazionale elettorale: “Scrutinio regolare”
Il Cne ha garantito che lo spoglio si è svolto “nel rispetto della legge elettorale”. Nei prossimi giorni sarà pubblicata la proclamazione ufficiale sulla Gazzetta ufficiale dell’Honduras. Fonti interne all’organo elettorale hanno sottolineato che la verifica dei verbali è stata fatta “con la massima trasparenza possibile”, anche se non sono mancate tensioni tra i rappresentanti dei partiti nei momenti più delicati dello spoglio.
Secondo osservatori internazionali a Tegucigalpa, la gestione delle contestazioni è stata “più ordinata rispetto al passato”, anche se restano aperti dubbi sulla trasmissione dei dati dai seggi rurali. “Abbiamo seguito tutte le procedure previste”, ha assicurato una funzionaria del Cne alle agenzie locali.
Washington osserva e conferma il suo sostegno
Non si è fatta attendere la risposta degli Stati Uniti. Il Dipartimento di Stato ha fatto i complimenti ad Asfura per la “chiara vittoria elettorale”, sottolineando la volontà di collaborare con la nuova amministrazione per rafforzare la cooperazione bilaterale e regionale. Tra i temi caldi, c’è l’impegno congiunto a “mettere fine all’immigrazione illegale” verso il territorio americano, uno dei nodi chiave tra i due Paesi.
Il comunicato diffuso nella notte invita tutte le parti a “rispettare i risultati” per garantire una transizione pacifica. Un messaggio che arriva in un momento delicato: Asfura è considerato vicino agli ambienti conservatori degli Stati Uniti e ha avuto il sostegno pubblico dell’ex presidente Donald Trump durante la campagna.
Un Honduras diviso si prepara a voltare pagina
L’elezione di Asfura chiude una fase segnata da tensioni e dubbi, ma apre anche nuovi interrogativi sul futuro del Paese. Il margine ristretto e le contestazioni ancora in corso mostrano una società spaccata. Nei prossimi giorni saranno pubblicati i risultati definitivi sulla Gazzetta ufficiale. Solo allora si capirà se la calma reggerà o se nuove proteste scuoteranno Tegucigalpa e le altre città.
Per ora, il presidente eletto dice di essere pronto a governare. Ma la sfida più grande – recuperare la fiducia nelle istituzioni e rispondere alle speranze di una popolazione stanca di crisi e instabilità – è appena cominciata.
