Rimini, 25 dicembre 2025 – Un amministratore di condominio di Rimini è finito sotto inchiesta per appropriazione indebita aggravata. Spariti, secondo l’accusa, circa 50mila euro dalle casse di tre complessi residenziali della città. Nei giorni scorsi la Procura ha notificato all’uomo l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, un passaggio che potrebbe portare a un rinvio a giudizio. Ma la difesa sostiene che la storia sia molto diversa da come sembra.
Fondi spariti e lavori bloccati: cosa è successo davvero
Tutto è venuto a galla dopo alcune anomalie nei conti e lavori fermi da mesi. I condomini, insospettiti dai ritardi e dalla mancanza di trasparenza, hanno chiesto spiegazioni. È lì che sono saltate fuori le prime discrepanze: soldi mancanti, bonifici mai arrivati, preventivi ignorati. Gli amministratori dei tre stabili – in via Pascoli, via Flaminia e via Covignano – hanno allertato le autorità. La Procura ha aperto un fascicolo, ricostruendo movimenti bancari e ascoltando testimoni. L’accusa è che l’amministratore abbia gestito male i soldi comuni, facendo sparire circa 50mila euro tra il 2022 e il 2024.
La difesa: “Non ha rubato, è stato truffato”
L’avvocato Cristiano Basile, che difende l’indagato, ha respinto l’ipotesi di un amministratore scappato con i soldi. “La gestione è stata sicuramente sbagliata e poco professionale”, ha ammesso Basile, “ma è fuori discussione che abbia voluto arricchirsi personalmente”. Secondo la difesa, l’uomo sarebbe caduto vittima di una truffa internazionale durata anni. Un intreccio di falsi testamenti, documenti falsificati e promesse di eredità milionarie mai arrivate.
Un inganno lungo due anni tra falsi eredi e promesse vane
Secondo il legale, tutto sarebbe iniziato circa due anni fa. L’amministratore – un uomo di oltre settant’anni, da sempre residente a Rimini – ha cominciato a ricevere messaggi da presunti studi legali stranieri. Gli veniva prospettata la possibilità di incassare una cifra enorme, “parliamo di decine di milioni di euro”, ha spiegato Basile. Per sbloccare l’eredità però servivano anticipi: spese notarili, tasse, commissioni bancarie. Un meccanismo noto alle forze dell’ordine, spesso dietro le cosiddette “truffe del testamento”.
I soldi dei condomini finiti all’estero, la famiglia chiede aiuto
Convinto della buona fede dell’operazione, l’amministratore ha cominciato a spostare ogni risorsa disponibile. Non solo la pensione e i risparmi personali: secondo la difesa, ha preso anche dai fondi condominiali e chiesto prestiti a parenti e amici. Tutto per inseguire un’eredità mai arrivata. I soldi, invece, sarebbero finiti su conti esteri riconducibili ai truffatori. Quando la famiglia ha capito cosa stava succedendo – prelievi strani, bollette non pagate, richieste di denaro sempre più pressanti – ha deciso di rivolgersi a un avvocato.
Amministratore fragile e malato: nominato un amministratore di sostegno
Dietro questa vicenda c’è anche un uomo fragile, come ha sottolineato la difesa. “È anziano, malato e vulnerabile”, ha detto Basile. Per questo il giudice tutelare di Rimini ha nominato un amministratore di sostegno per proteggere le sue finanze e impedirgli di fare altri danni. “Questa non è la storia di un amministratore che ha rubato e si è arricchito”, ha concluso l’avvocato, “ma di una persona che ha sbagliato gravemente, vittima di un meccanismo criminale più grande di lui”.
Cosa succederà adesso: la parola alla Procura
Ora tocca alla Procura decidere. L’avviso di conclusione delle indagini dà alla difesa la possibilità di presentare memorie e chiedere altri accertamenti. Nelle prossime settimane si capirà se l’amministratore finirà a processo o se prenderanno in considerazione la versione difensiva. Intanto, i condomini aspettano risposte chiare su come recuperare i soldi e chi dovrà pagare per i danni. Tra errori di gestione e truffe internazionali, il caso resta aperto.
