Zelensky a Natale: il sogno di un futuro senza Putin

Zelensky a Natale: il sogno di un futuro senza Putin

Zelensky a Natale: il sogno di un futuro senza Putin

Matteo Rigamonti

Dicembre 25, 2025

Kyiv, 24 dicembre 2025 – Alla vigilia di Natale, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è rivolto al Paese con un messaggio carico di tensione e speranza. Ha sottolineato che, nonostante le ferite aperte dalla guerra, la Russia non è riuscita a spezzare l’unità degli ucraini. Nel suo discorso serale, trasmesso alle 20.30 ora locale dal palazzo presidenziale di Bankova, Zelensky ha usato parole chiare e decise: “Nonostante tutte le sofferenze portate dalla Russia, non può occupare o bombardare ciò che conta davvero. Questo è il nostro cuore ucraino, la nostra fiducia reciproca e la nostra unità”.

Natale sotto le bombe: la tenacia dell’Ucraina

Per il terzo anno di fila, l’Ucraina celebra il Natale il 25 dicembre, seguendo il calendario gregoriano usato dall’Occidente. Una scelta simbolica, presa nel 2023, che segna un netto distacco dalla tradizione ortodossa russa, dove la festa si tiene il 7 gennaio. “Festeggiamo il Natale in un momento difficile. Non tutti sono a casa stasera. Non tutti hanno ancora una casa. E non tutti sono con noi”, ha detto Zelensky con voce ferma ma provata.

Nelle vie di Kyiv, le luci natalizie si alternano ai blackout programmati. In piazza Maidan, poche decine di persone si sono radunate in silenzio davanti all’albero addobbato con nastri gialli e blu. “Quest’anno non c’è molto da festeggiare, ma restiamo uniti”, ha raccontato Olena, 42 anni, insegnante sfollata da Kherson.

Un sogno comune e l’appello alla pace

Nel passaggio più forte del discorso, Zelensky ha parlato senza giri di parole del desiderio di molti ucraini sul futuro del leader russo. “Oggi tutti noi condividiamo un sogno. E ognuno potrebbe pensare tra sé e sé: ‘Che muoia’”, ha detto il presidente, senza mai nominare direttamente Vladimir Putin. Poi, quasi a correggere il tono, ha aggiunto: “Quando ci rivolgiamo a Dio, chiediamo qualcosa di più grande. Chiediamo la pace per l’Ucraina. Lottiamo per essa. Preghiamo per essa. E la meritiamo”.

Le sue parole hanno subito fatto il giro dei social, in Ucraina e all’estero. C’è chi ha parlato di “un grido di esasperazione” e chi ha notato la scelta di non citare il nome del presidente russo. Fonti della presidenza spiegano che Zelensky voleva far sentire “la stanchezza e la rabbia di un popolo che non si arrende”.

Preghiere per soldati e prigionieri

Il presidente ha poi rivolto un pensiero ai militari al fronte e alle famiglie divise dalla guerra. “In questo momento preghiamo per tutti quelli in prima linea: che tornino vivi. Per chi è prigioniero: che torni a casa”, ha detto Zelensky con forza. Un omaggio anche ai caduti: “Per tutti i nostri eroi che hanno difeso l’Ucraina a costo della loro vita”.

Secondo il Ministero della Difesa ucraino, sono oltre 8mila i soldati ancora dispersi o prigionieri nelle zone occupate dalla Russia. Le associazioni dei familiari hanno organizzato veglie in varie città: a Lviv, alle 19, una fiaccolata davanti alla cattedrale armena; a Dnipro, una messa speciale per i caduti.

Un Natale segnato da fuga e resistenza

La guerra ha costretto milioni di ucraini a lasciare la propria casa. L’UNHCR conta oltre 6 milioni di rifugiati all’estero e almeno 4 milioni di sfollati interni. “Per chi sta lottando e non ha perso l’Ucraina dentro di sé – e quindi l’Ucraina non li perderà mai”, ha detto ancora Zelensky.

Negli ultimi giorni, gli attacchi missilistici russi si sono fatti più frequenti soprattutto nelle regioni orientali. A Kharkiv, nella notte tra il 23 e il 24 dicembre, un raid ha colpito un condominio: tre feriti lievi, dicono le autorità locali. Eppure, tra le macerie, qualcuno ha appeso una ghirlanda alla finestra che è rimasta intatta.

La scelta del 25 dicembre: un segnale chiaro

Decidere di festeggiare il Natale il 25 dicembre è un gesto politico, oltre che religioso. “Abbiamo scelto di stare con l’Europa anche nelle nostre tradizioni”, spiega padre Andriy Sheptytskyi della Chiesa greco-cattolica ucraina. La Chiesa ortodossa ucraina autocefala ha adottato la nuova data già dal 2023; quella legata al Patriarcato di Mosca invece resta fedele al 7 gennaio.

Per molti ucraini, questa ricorrenza ha un peso diverso. “Non importa quando si festeggia – dice Mykola, pensionato di Odessa – importa solo che siamo ancora qui”.

Un messaggio per il futuro

Chiudendo il discorso, Zelensky ha invitato tutti a non perdere la speranza: “Lottiamo per la pace e la meritiamo”. Un appello che risuona nelle case illuminate da candele e nei rifugi antiaerei sparsi per il Paese.

Il Natale in Ucraina arriva così sotto il segno della resistenza e della voglia di tornare a una vita normale. Ma anche quest’anno – tra sirene e preghiere – resta forte il desiderio di unità e libertà.