Tokyo, 26 dicembre 2025 – Per la prima volta nella storia, l’argento ha superato la soglia dei 75 dollari l’oncia, toccando un nuovo record sui mercati internazionali. Il picco è arrivato questa mattina presto in Asia, in un clima di forte incertezza economica e geopolitica che spinge investitori e operatori a rifugiarsi nei metalli preziosi. E non è solo l’argento a correre: anche l’oro ha raggiunto un livello mai visto prima, sfiorando i 4.531 dollari l’oncia.
Argento e oro volano: cosa sta succedendo
Secondo i dati raccolti dalle principali borse asiatiche, il prezzo dell’argento ha toccato quota 75,1515 dollari l’oncia intorno alle 8.30 del mattino ora locale, superando quella soglia psicologica che da mesi gli esperti ritenevano quasi irraggiungibile. È parte di un trend più ampio: negli ultimi sei mesi il valore del metallo grigio è salito di oltre il 40%, grazie a una domanda che cresce sia nel settore industriale sia tra gli investitori.
Dietro questa impennata ci sono diversi motivi. Da un lato, le tensioni geopolitiche – soprattutto tra Stati Uniti e Cina, ma anche i conflitti in Medio Oriente – hanno spinto molti a cercare beni sicuri. Dall’altro, la volatilità dei mercati azionari e i timori per una recessione globale hanno spinto tanti a diversificare i propri investimenti. “In momenti così incerti, argento e oro tornano a essere un punto fermo per proteggere il capitale”, ha spiegato stamattina Kenji Sato, analista di Nomura Securities a Tokyo.
Dietro la corsa all’argento: l’industria spinge forte
Non è solo speculazione. L’argento è sempre più richiesto da settori come la tecnologia e le energie rinnovabili. La produzione di pannelli solari, ad esempio, utilizza quantità sempre maggiori di questo metallo, così come l’elettronica. Secondo il rapporto annuale del Silver Institute, nel 2025 la domanda industriale ha superato per la prima volta le 600 milioni di once.
“Le aziende stanno facendo scorte per evitare problemi nelle forniture,” ha confidato un dirigente di Sumitomo Metal Mining, che ha preferito restare anonimo. Insomma, a spingere i prezzi non sono solo banche e fondi, ma anche produttori di semiconduttori e aziende energetiche.
Oro da record: cosa aspettarsi nel 2026
Anche l’oro non è rimasto a guardare. Nella stessa sessione asiatica ha toccato quota 4.531,04 dollari l’oncia, stabilendo un nuovo massimo. Gli operatori indicano come cause principali il rallentamento delle economie occidentali e le mosse delle banche centrali. “Il dollaro debole e i tassi bassi favoriscono l’acquisto di oro fisico,” ha sottolineato Yuko Tanaka, economista della Bank of Japan.
Gli analisti di Goldman Sachs prevedono che questa tendenza potrebbe continuare anche all’inizio del 2026. “Se le tensioni internazionali non si calmano e la crescita resta debole, i prezzi dei metalli preziosi potrebbero salire ancora,” si legge nel loro ultimo rapporto.
Mercati in fermento e reazioni a caldo
La notizia dei nuovi massimi ha avuto un effetto immediato sulle borse asiatiche. A Tokyo, il Nikkei ha aperto in leggero calo (-0,3%), frenato dalle vendite sui titoli minerari. Gli operatori restano prudenti: “Il rischio è che si formi una bolla speculativa difficile da gestire,” ha ammesso Hiroshi Yamamoto, trader di Mizuho Securities.
Intanto, tra i piccoli risparmiatori e gli investitori privati monta il dubbio sulle prossime mosse. Nei forum finanziari giapponesi si moltiplicano i commenti: “Meglio vendere adesso o aspettare ancora?” scriveva stamattina un utente sul Nikkei Forum alle 9.15. La sensazione è che la volatilità rimarrà alta almeno fino alla fine dell’anno fiscale.
Futuro incerto, ma metalli preziosi sotto i riflettori
Resta da vedere se questo rally di argento e oro durerà o se si tratti solo di un fuoco di paglia legato alle tensioni attuali. Gli esperti invitano a non abbassare la guardia: “I fondamentali sono solidi, ma non si possono escludere correzioni improvvise,” ha avvertito Sato.
Per ora, però, una cosa è chiara: argento e oro sono tornati a dominare i mercati globali, e la loro corsa sembra lontana dal fermarsi.
