Roma, 26 dicembre 2025 – Un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri Antonio Tajani: è la mossa annunciata oggi da Benedetto Della Vedova, deputato di +Europa, dopo le polemiche nate da un comunicato dell’Ambasciata russa in Italia. Tutto è partito nei giorni scorsi all’Università Federico II di Napoli, durante un evento sul tema russo organizzato dall’Anpi, dove alcuni attivisti democratici – tra cui il presidente di +Europa e Radicali Italiani, Matteo Hallissey – hanno manifestato pacificamente.
Scontro acceso tra attivisti e rappresentanti russi
Secondo quanto racconta Della Vedova, la tensione è scoppiata quando un gruppo di attivisti pro-Kyiv ha chiesto di prendere la parola al termine di un dibattito apertamente schierato a favore della Russia. “Sono stati insultati e spintonati”, spiega il deputato in una nota diffusa oggi pomeriggio, “solo per aver chiesto di intervenire dopo un dibattito che sosteneva Putin”. Questa versione trova conferma anche in chi era presente: “Abbiamo visto alcuni ragazzi avvicinarsi al tavolo dei relatori, ma sono stati subito bloccati”, racconta uno studente di Giurisprudenza, che preferisce restare anonimo.
Il comunicato dell’Ambasciata russa e la risposta italiana
A peggiorare la situazione, il comunicato ufficiale dell’Ambasciata russa, ripreso dall’agenzia Tass, che ha definito gli attivisti “portatori di crudeltà, radicalismo, intolleranza, nazionalismo neanderthaliano, soppressione del dissenso e xenofobia”. Parole che Della Vedova non ha esitato a definire “deliranti”, sottolineando come le accuse non colpiscano solo i manifestanti ma “le nostre istituzioni nel loro insieme”. “Se il sostegno all’Ucraina aggredita è la linea del Parlamento e del Governo italiano – e lo è senza dubbio – allora queste accuse sono rivolte anche a noi”, ha aggiunto il deputato.
La richiesta di un intervento deciso da parte del governo
Della Vedova chiede quindi un intervento chiaro da parte del governo: “È dovere dell’esecutivo difendere le nostre istituzioni e il Paese da attacchi che sembrano più intimidazioni e guerre ibride, non la solita propaganda mal confezionata”. La richiesta sarà formalizzata a breve con un’interrogazione parlamentare rivolta a Tajani. Fonti vicine alla Farnesina fanno sapere che la questione è già sotto osservazione, ma per ora non ci sono dichiarazioni ufficiali.
Tensione nell’ateneo napoletano
All’Università Federico II, l’evento organizzato dall’Anpi ha richiamato una platea varia: studenti, docenti, rappresentanti di associazioni. Il clima, raccontano i presenti, si è fatto teso solo alla fine. “Fino a quel momento è andato tutto liscio”, dice una studentessa di Scienze Politiche. “Poi sono partiti i cori e gli insulti”. La polizia, presente fuori dall’aula magna, ha mantenuto un profilo basso; nessun intervento diretto, ma gli agenti hanno seguito da vicino la situazione.
Il governo e il futuro del confronto diplomatico
Nelle prossime ore si aspettano chiarimenti dal ministero degli Esteri. Il rapporto con la Russia resta un tema delicato, soprattutto dopo le recenti posizioni del Parlamento italiano a sostegno dell’Ucraina. “Non si può accettare che il dissenso venga subito bollato come estremismo”, ha ribadito Della Vedova. Il caso – che intreccia diplomazia, libertà di espressione e sicurezza nazionale – rischia di diventare un nuovo terreno di scontro tra maggioranza e opposizione.
Un episodio che riapre il dibattito sulle università e le interferenze straniere
La vicenda della Federico II porta di nuovo al centro il tema della libertà di manifestazione nelle università italiane e delle ingerenze straniere nel dibattito pubblico. Da Napoli a Roma, la questione è seguita con attenzione anche dalle associazioni studentesche. “Non ci faremo intimidire”, ha detto Hallissey ai giornalisti all’uscita dall’ateneo. Per ora, la palla passa alle istituzioni.
