Roma, 26 dicembre 2025 – Il Senato si prepara a votare nelle prossime ore la nuova legge sulla Corte dei Conti, una riforma che, secondo chi l’ha promossa, punta a rendere più snella e funzionale una delle istituzioni chiave dello Stato. A confermare che il voto è imminente è stato il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che questa mattina, durante una visita alla Comunità Incontro di Amelia, ha risposto ai cronisti: “Sarà legge dello Stato un’altra importante riforma”, ha detto, sottolineando come questo provvedimento sia atteso da tempo.
Corte dei Conti, cosa cambia davvero
Il testo, già passato alla Camera qualche settimana fa, porta una serie di modifiche nel modo di lavorare della Corte dei Conti. L’obiettivo, dicono fonti parlamentari, è di “snellire le procedure di controllo” e rafforzare il ruolo di garanzia sui soldi pubblici. La legge interviene soprattutto su alcuni nodi critici emersi negli ultimi anni: i tempi delle verifiche, come si accede agli atti e il rapporto con le amministrazioni, sia centrali che locali.
Da Palazzo Madama filtra anche la novità di una revisione delle competenze sul cosiddetto controllo concomitante, cioè la possibilità per la Corte di intervenire mentre le procedure amministrative sono ancora in corso. Un tema che ha acceso il dibattito tra maggioranza e opposizione, soprattutto dopo le polemiche sul PNRR e i fondi europei.
Politica divisa, maggioranza convinta, opposizione all’attacco
L’atmosfera in Senato si preannuncia calda. Da una parte la maggioranza – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – che insiste sulla necessità di “modernizzare” la Corte dei Conti per renderla più efficace. “È un passo avanti per tutti i cittadini”, ha ribadito Gasparri ai giornalisti ad Amelia. Dall’altra, le opposizioni – soprattutto Partito Democratico e Movimento 5 Stelle – hanno espresso dubbi e timori. Temono che la riforma possa indebolire i controlli sulla spesa pubblica.
“Non si può smantellare la funzione di garanzia della Corte”, ha detto la senatrice dem Anna Rossomando, chiedendo più tutele per l’indipendenza dell’organo. Anche Giuseppe Conte, leader M5S, ha parlato di “rischio di ingerenze politiche”, invitando il governo a rivedere alcune norme.
La Corte dei Conti tra controllo e trasparenza
La Corte dei Conti è un pilastro del sistema istituzionale italiano. Fondata nel 1862, vigila sulla regolarità della gestione finanziaria dello Stato e degli enti pubblici. Negli ultimi anni, con l’arrivo dei fondi europei del PNRR, il suo ruolo è diventato ancora più delicato. Solo nel 2024, dicono i dati ufficiali, la Corte ha esaminato più di 1.200 pratiche legate a progetti finanziati dall’Unione Europea.
Il presidente della Corte, Guido Carlino, aveva già espresso qualche dubbio sulle modifiche in discussione: “Serve un equilibrio tra efficienza e tutela della legalità”, aveva detto in audizione alla Camera lo scorso ottobre. Un avvertimento che molti parlamentari dell’opposizione hanno raccolto durante il dibattito.
Il voto in arrivo e i prossimi passi
Il voto finale in Senato è atteso entro stasera o al massimo domattina. Se tutto fila liscio, dicono fonti della maggioranza, la legge sarà firmata dal Presidente della Repubblica entro fine anno. Solo allora si vedranno gli effetti concreti delle nuove regole sulla Corte.
Nel frattempo, il dibattito resta acceso anche fuori dal Parlamento. Diverse associazioni civiche chiedono più chiarezza sui criteri della riforma. “I cittadini hanno il diritto di sapere come vengono spesi i soldi pubblici”, ha ricordato in una nota l’Osservatorio per la Legalità.
Un banco di prova per il governo Meloni
Per il governo guidato da Giorgia Meloni questa riforma è una prova importante. Era una delle priorità dell’esecutivo fin dall’inizio della legislatura. Ora, con il voto in Senato alle porte, l’esecutivo punta a chiudere la pratica prima della pausa di fine anno.
Resta da vedere se le nuove regole riusciranno davvero a rendere più efficiente il sistema di controlli senza mettere a rischio trasparenza e legalità. Una sfida che riguarda non solo le istituzioni ma anche la fiducia dei cittadini nello Stato.
