Seoul, 26 dicembre 2025 – Kim Jong-un ha dato il via a un nuovo piano per aumentare la produzione di missili e costruire altri impianti. La decisione, resa nota oggi dai media di stato, arriva dopo una visita del leader nordcoreano a diverse fabbriche di munizioni, accompagnato dai vertici del regime.
Kim Jong-un accelera sulla produzione missilistica
L’agenzia ufficiale Korean Central News Agency (Kcna) riporta che Kim ha chiesto agli stabilimenti di “rispondere alle future esigenze operative delle forze missilistiche e di artiglieria”. Ha sottolineato l’importanza di “allargare la capacità produttiva complessiva”, con un’attenzione particolare alla costruzione di nuovi impianti per le munizioni. “Il settore della produzione di missili e proiettili è cruciale per rafforzare la deterrenza militare”, ha detto Kim, secondo quanto riporta la Kcna.
La visita alle fabbriche si è svolta nelle prime ore del mattino, in un momento di crescenti tensioni nella penisola coreana. Negli ultimi anni Pyongyang ha intensificato i test missilistici, attirando preoccupazione a livello internazionale, soprattutto da Stati Uniti e Corea del Sud.
Test missilistici e messaggi militari
Gli esperti notano che l’aumento dei lanci missilistici della Corea del Nord risponde a più obiettivi. Da un lato, Pyongyang vuole migliorare la precisione delle sue armi; dall’altro, intende lanciare un messaggio chiaro a Washington e Seul, mostrando i progressi nel settore militare. Secondo fonti occidentali, i test potrebbero anche servire a valutare l’efficacia degli armamenti prima di un possibile export verso paesi come la Russia.
Solo nelle ultime settimane, la Corea del Nord ha effettuato diversi lanci, tra cui un nuovo missile antiaereo ad alta quota e a lungo raggio nel Mar del Giappone. La Kcna ha riferito che Kim ha seguito personalmente il test, sottolineando quanto il regime punti allo sviluppo tecnologico militare.
La nuova corsa agli armamenti nella regione
La visita di Kim alle fabbriche di munizioni è arrivata poche ore dopo quella a uno stabilimento per i sottomarini nucleari. In quell’occasione, il leader nordcoreano ha promesso di rispondere alla “minaccia” rappresentata dalla Corea del Sud, che sta sviluppando propri sottomarini a propulsione nucleare. Kim avrebbe anche ricevuto aggiornamenti sulle ricerche di “nuove armi segrete sottomarine”, secondo la Kcna.
Il clima nella regione resta molto teso. Gli Stati Uniti hanno più volte ribadito il loro impegno a difendere Seul e Tokyo da eventuali provocazioni nordcoreane. Nonostante le sanzioni internazionali e le difficoltà economiche, Pyongyang continua a investire pesantemente nell’ammodernamento del proprio arsenale.
Reazioni internazionali e scenari futuri
La comunità internazionale segue con attenzione le mosse di Pyongyang. “Siamo preoccupati per l’aumento delle tensioni militari nella regione”, ha detto un portavoce del Dipartimento di Stato americano, senza però annunciare nuove misure. Anche il governo sudcoreano resta vigile: “Monitoriamo la situazione e siamo pronti a reagire a qualsiasi minaccia”, ha dichiarato un funzionario del Ministero della Difesa di Seul.
Nel frattempo, non ci sono segnali di apertura al dialogo da parte della Corea del Nord. Le trattative sul nucleare sono ferme da mesi e ogni tentativo di mediazione sembra scontrarsi con la volontà di Kim Jong-un di rafforzare il potere militare del Paese.
Il 2026 si apre quindi all’insegna di grande incertezza nella penisola coreana. La scelta di puntare su una maggiore produzione missilistica e sull’espansione degli impianti militari conferma la linea dura di Pyongyang. Resta da vedere se – e quando – si potranno aprire nuovi spazi per il dialogo.
