Fisco protagonista: 7,9 miliardi di tagli alle tasse, ma attenzione ai nuovi balzelli

Fisco protagonista: 7,9 miliardi di tagli alle tasse, ma attenzione ai nuovi balzelli

Fisco protagonista: 7,9 miliardi di tagli alle tasse, ma attenzione ai nuovi balzelli

Giada Liguori

Dicembre 27, 2025

Roma, 27 dicembre 2025 – La legge di Bilancio torna a far parlare di sé nel cuore della politica italiana. Oggi la Camera ha dato il via all’esame del testo in una seduta serrata. Sul tavolo, secondo i documenti distribuiti ai parlamentari, ci sono tagli alle tasse e nuovi balzelli. Il tutto in un equilibrio fragile, tra alleggerimenti e nuove imposte. L’obiettivo è chiaro: tenere sotto controllo i conti pubblici senza lasciare indietro famiglie e imprese.

Tasse giù, entrate su: lo Stato incassa comunque di più

Secondo i dati degli uffici della Camera, la manovra prevede 7,9 miliardi di minori entrate, frutto di misure come la riduzione dell’Irpef, la rottamazione delle cartelle esattoriali e la detassazione dei premi di produttività. Ci sono anche sconti per i rinnovi dei contratti dei redditi più bassi. Ma nonostante questo, il bilancio complessivo resta positivo: le nuove misure dovrebbero portare 9,6 miliardi di maggiori entrate.

Gran parte di questi nuovi soldi arriveranno da banche e assicurazioni, con un’azione che, secondo fonti parlamentari, punta a un “riequilibrio fiscale”. Non mancano però le strette dirette ai cittadini: tra queste, un prelievo di 2 euro sui piccoli pacchi extra-Ue, l’aumento delle accise su carburanti e tabacchi e una stretta sulla cedolare secca per gli affitti brevi dalla seconda casa in poi.

Tagli ai ministeri per coprire la spesa

Per finanziare le nuove spese, che arrivano a 14,4 miliardi, la manovra prevede tagli per 6,7 miliardi, concentrati soprattutto sui ministeri. Nel dettaglio, si tratta di circa 3,7 miliardi nel 2026, 2,9 miliardi nel 2027 e 3 miliardi nel 2028. Questi interventi peseranno anche sull’indebitamento netto: rispettivamente 2,1 miliardi nel 2026, 2,2 miliardi nel 2027 e 3,1 miliardi nel 2028.

Gli esperti della Camera spiegano che l’idea è quella di rendere più efficiente la spesa corrente. Per la spesa in conto capitale, invece, si punta a riorganizzare le risorse seguendo l’andamento della gestione. Nella relazione tecnica si legge: “L’obiettivo è migliorare la capacità di programmazione delle amministrazioni senza rallentare i lavori”.

I ministeri avranno qualche margine di manovra per gestire i tagli, ma le riduzioni dovranno restare intatte. Un altro punto chiave riguarda l’uso di circa 5 miliardi dal Pnrr, rimodulati per coprire parte del fabbisogno.

Il calendario: fiducia e maratona notturna a Montecitorio

L’esame della legge di Bilancio procede in un clima teso. Stamattina, nella sala del Mappamondo a Montecitorio, molti banchi erano vuoti e parecchi deputati hanno seguito i lavori da remoto. I relatori sono Andrea Barabotti (Lega), Andrea Mascaretti (Fratelli d’Italia) e Roberto Pella (Forza Italia). In aula anche la sottosegretaria all’Economia Sandra Savino.

Il calendario della Camera prevede l’avvio dell’esame finale domenica alle 16, quando sarà posta la “preannunciata” mozione di fiducia. Le votazioni non inizieranno prima delle 19. Lunedì 29 dicembre la seduta riprenderà alle 17.20 con le dichiarazioni di voto sulla fiducia; dalle 19 scatterà l’appello nominale. I lavori proseguiranno in notturna e riprenderanno martedì 30 alle 9.30, con le dichiarazioni di voto finali previste entro le 13.

Tra i banchi: attesa e dubbi tra maggioranza e opposizione

Nei corridoi di Montecitorio si avverte una certa tensione, ma anche rassegnazione per i tempi stretti. “È una manovra complicata, ma serve”, ha detto un deputato della maggioranza durante una pausa. Dall’opposizione arrivano invece critiche sui nuovi balzelli: “Si parla di taglio delle tasse, ma alla fine molti cittadini pagheranno di più”, ha commentato un esponente del Partito Democratico.

Il dibattito resta acceso, mentre il governo vuole chiudere entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio. Solo allora si vedrà se l’equilibrio tra tagli e nuove entrate reggerà davvero.