Gas in Italia: scorte al 75%, mentre l’Europa scende sotto il 65%

Gas in Italia: scorte al 75%, mentre l'Europa scende sotto il 65%

Gas in Italia: scorte al 75%, mentre l'Europa scende sotto il 65%

Giada Liguori

Dicembre 27, 2025

Milano, 27 dicembre 2025 – Le scorte di gas in Italia restano solide, sopra il 75%, confermando il nostro Paese in cima alla classifica europea per livelli di riempimento. A dirlo sono i dati diffusi da Gas Infrastructure Europe (GIE). In questi giorni di freddo intenso, questo dato pesa ancora di più. La Germania, pur avendo una capacità di stoccaggio più alta, è scesa sotto il 60%, mentre la media europea si aggira poco sotto il 65%. Il gelo che ha colpito molte capitali negli ultimi giorni si fa sentire già sui consumi e sui prezzi.

Italia in testa in Europa per le scorte di gas

Oggi l’indice di riempimento degli stoccaggi italiani segna il 75,72%, pari a 153,95 TWh. È un dato leggermente più basso rispetto ai 160,1 TWh del 26 dicembre 2024, ma resta comunque sopra la media europea. La Germania, che di solito ha più capacità di stoccaggio, si ferma al 59,78% con 150,1 TWh: un calo netto rispetto ai 206,7 TWh di un anno fa. In tutta l’Unione Europea, le riserve sono al 64,78%, cioè 740,1 TWh contro gli 858,2 TWh dello stesso periodo del 2024.

Gli esperti del settore energetico spiegano che la posizione dell’Italia è frutto sia di una gestione attenta delle riserve, sia di una domanda interna abbastanza stabile. “Il sistema italiano ha retto bene anche nei momenti di maggiore pressione”, ha detto a alanews.it un dirigente di Snam. “Le forniture sono regolari e i terminal GNL lavorano a pieno ritmo”.

Prezzi in rialzo per il freddo che stringe l’Europa

L’ondata di freddo che ha investito il continente subito dopo Natale ha subito fatto salire il prezzo del gas. Il 24 dicembre il valore è aumentato dell’1,3%, toccando i 28,1 euro per megawattora. Un livello che si è mantenuto anche il giorno di Santo Stefano. Nonostante le industrie riducano i consumi in questi giorni di festa – molte fabbriche chiudono o rallentano – la domanda di gas nelle case è cresciuta per il calo delle temperature.

A Parigi, Londra e Berlino i termometri sono scesi vicino o sotto lo zero già dal 25 dicembre. In alcune zone della Baviera e del Nord della Francia si sono registrate minime notturne di -3°C. “Il riscaldamento domestico pesa molto sui consumi in questo periodo”, ha spiegato un operatore del mercato energetico tedesco. “E la Germania parte da livelli di stoccaggio più bassi rispetto al passato”.

Forniture stabili da mare e Nord Europa

Sul fronte delle forniture, le consegne via mare di GNL (gas naturale liquefatto) continuano senza intoppi. La domanda asiatica è rimasta bassa nelle ultime settimane – secondo i dati Platts – e questo ha lasciato più carichi all’Europa rispetto allo stesso periodo del 2024. Le forniture dalla Norvegia sono regolari: il gasdotto Langeled verso il Regno Unito e i flussi diretti in Germania non hanno avuto rallentamenti.

Gli operatori italiani sottolineano che la situazione resta sotto controllo grazie anche alla diversificazione delle fonti messa in campo negli ultimi due anni. “Il sistema italiano beneficia di più terminal GNL e di contratti a lungo termine”, ha ricordato un funzionario del Ministero dell’Ambiente.

Cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Le previsioni meteo dicono che il freddo potrebbe durare almeno fino all’Epifania. Questo mantiene alta l’attenzione su scorte e prezzi all’ingrosso. Secondo le prime stime, se le temperature restano basse anche a gennaio, la pressione sulle riserve potrebbe aumentare, soprattutto in quei Paesi con scorte sotto la media.

In Italia, però, la situazione sembra meno critica rispetto ad altri Stati membri. “Siamo partiti da una posizione di vantaggio”, ha confidato un tecnico del settore. “Ma ci vorrà prudenza: l’inverno è ancora lungo”. Intanto, i consumatori aspettano di capire se i rincari si rifletteranno sulle bollette delle prossime settimane.