Maduro avverte: il futuro dell’America non può essere segnato dalla guerra

Maduro avverte: il futuro dell'America non può essere segnato dalla guerra

Maduro avverte: il futuro dell'America non può essere segnato dalla guerra

Matteo Rigamonti

Dicembre 27, 2025

Caracas, 27 dicembre 2025 – Nicolás Maduro, presidente del Venezuela, ha lanciato un messaggio chiaro: il futuro dell’America Latina non può passare né dalla guerra né dalle minacce militari. Lo ha detto ieri sera, durante un incontro con la Brigata internazionale Cuba-Venezuela, proprio mentre le tensioni tra Caracas e Washington sono alle stelle, dopo il recente arrivo di truppe americane nel mar dei Caraibi.

Maduro: “Basta colonialismo, pronti a parlare”

Nel suo discorso, trasmesso in diretta dalla televisione di Stato, Maduro ha escluso ogni ritorno a quello che ha definito un passato di “colonialismo, schiavismo e servilismo verso potenze imperiali”. “Quel tempo è finito da un pezzo”, ha detto rivolgendosi ai suoi sostenitori riuniti a Caracas. Il riferimento era chiaro: negli ultimi giorni, gli Stati Uniti hanno aumentato la loro presenza militare nei Caraibi, ufficialmente per combattere il traffico di droga. Ma per Caracas, si tratta di una manovra per mettere pressione e favorire un cambio di regime.

Gli Stati Uniti sotto accusa: “Creano una realtà finta”

Maduro ha puntato il dito contro certi “poteri forti” negli Stati Uniti, accusandoli di costruire una “realtà virtuale” per giustificare il saccheggio del petrolio venezuelano. “Stanno cercando di ingannare l’opinione pubblica mondiale – ha detto – per nascondere il vero scopo: mettere le mani sul nostro petrolio”. Secondo lui, contro il Venezuela è in corso una “guerra psicologica” che va avanti da quando, ad agosto, gli americani hanno iniziato le loro operazioni militari nella regione.

Petrolio al centro dello scontro, “pirateria” secondo Caracas

Al centro della disputa c’è il petrolio. Negli ultimi mesi, alcune aziende statunitensi hanno avanzato pretese su presunti “diritti petroliferi” in Venezuela. Pochi giorni fa, due navi cariche di greggio sono state sequestrate da autorità straniere: un episodio che il governo venezuelano ha definito senza mezzi termini una “pirateria”. “Non permetteremo che le nostre ricchezze vengano rubate con scuse legali o militari”, ha ribadito Maduro davanti alle telecamere. Intanto, fonti locali parlano di nuovi movimenti di navi militari americane al largo delle coste venezuelane nelle ultime 48 ore.

Tra accuse e aperture: la posizione di Caracas

Nonostante le tensioni, Maduro ha rilanciato la sua disponibilità a parlare con gli Stati Uniti. “Siamo pronti a sederci a un tavolo con Trump, senza condizioni”, ha detto, ma ha subito aggiunto che “il rispetto della nostra sovranità è fondamentale”. All’incontro con la Brigata Cuba-Venezuela, molti hanno applaudito, mentre altri hanno chiesto una risposta più decisa contro la pressione americana.

Un quadro regionale teso e reazioni internazionali

La crisi tra Venezuela e Stati Uniti si inserisce in un contesto già segnato da instabilità e rivalità geopolitiche. Da mesi, Washington accusa Caracas di favorire il narcotraffico e di violare i diritti umani. Il governo venezuelano respinge tutto, parlando di tentativi di ingerenza. Sullo sfondo, però, restano le difficoltà del Paese: inflazione galoppante, scarsità di beni di prima necessità e proteste sporadiche nelle città più grandi.

Fonti diplomatiche contattate da alanews.it segnalano possibili sviluppi sul fronte del dialogo nelle prossime settimane. Per ora, però, la situazione resta congelata: tra accuse reciproche e mosse militari, il futuro dei rapporti tra Caracas e Washington appare più incerto che mai.