Micro fondi: come le parrocchie e i gatti randagi stanno cambiando il nostro mondo

Micro fondi: come le parrocchie e i gatti randagi stanno cambiando il nostro mondo

Micro fondi: come le parrocchie e i gatti randagi stanno cambiando il nostro mondo

Giada Liguori

Dicembre 27, 2025

Roma, 27 dicembre 2025 – Nel cuore della manovra finanziaria appena varata dal Parlamento, la maggioranza ha infilato una serie di finanziamenti locali che, secondo le regole di contabilità pubblica, non dovrebbero comparire nella legge di Bilancio. Eppure, come ogni anno, un “tesoretto” da milioni di euro è stato stanziato per interventi sparsi in tutta Italia: dal restauro della fontana delle Sette Note a Comazzo (Lodi) alla riqualificazione di oratori, ippodromi e parrocchie, senza dimenticare fondazioni, associazioni e orchestre.

Fondi locali camuffati da decreti ministeriali

La strategia per aggirare i vincoli è ormai consolidata: gli stanziamenti non sono diretti, ma affidati a decreti ministeriali da approvare entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge. Così, spiegano fonti parlamentari, si possono finanziare “micro interventi” locali senza infrangere apertamente le regole. Gli importi sono vari: da poche migliaia di euro per piccole associazioni fino a 1,8 milioni per enti di portata nazionale.

I finanziamenti più pesanti

Tra i principali beneficiari c’è l’Autorità garante dei diritti delle persone con disabilità, che incasserà 1,8 milioni all’anno per due anni. Le Misericordie d’Italia riceveranno 1,2 milioni nel 2026 e 1,5 milioni nel 2027. Un milione all’anno per due anni andrà all’associazione “I sud del mondo Ets”, mentre un fondo simile sarà creato presso la Presidenza del Consiglio per sostenere l’autonomia finanziaria delle donne. Stessa cifra anche per l’Associazione italiana educatori finanziari.

Non mancano i finanziamenti all’università: l’Università della Calabria otterrà due milioni in due anni per il nuovo Centro per le neuroscienze avanzate. L’Unione nazionale della cultura antimafia Aps di Napoli incasserà un milione nel 2026 e 615mila euro nel 2027.

Opere pubbliche e patrimonio locale

Tra le opere pubbliche, l’Ippodromo Capannelle di Roma è in lista con un milione di euro nel 2026. A Zignago, in provincia di La Spezia, il Comune riceverà fondi per mettere in sicurezza le strade. A Bolsena (Viterbo), 450mila euro nel 2026 serviranno a riqualificare il lungolago; a Bassano Teverina (Viterbo), 500mila euro nel 2027 saranno destinati a un nuovo parcheggio pubblico vicino al municipio.

L’Osservatorio Nazionale Condomini, impegnato nella tutela dei beni culturali e degli edifici storici, avrà a disposizione 300mila euro in due anni. Altri soldi andranno al restauro di parrocchie, basiliche e santuari.

Piccoli e grandi aiuti ad associazioni e fondazioni

Non si tratta solo di grandi cifre. Tra i finanziamenti più piccoli spiccano i 10mila euro destinati all’Unione nazionale vittime, al Telefono donna onlus, all’associazione Casamica e a I sempre vivi. L’associazione Vivaio riceverà 20mila euro, mentre la fondazione “Gatto randagio” potrà contare su 100mila euro all’anno per due anni.

Tra le fondazioni che incassano ci sono la De Gasperi (350mila euro nel 2026), la San Benedetto educazione e sviluppo di Brescia (100mila euro all’anno per due anni), la Società del Quartetto di Milano Ets (100mila euro nel 2026), la “Scuola europea di industrial engineering and management” del Politecnico di Bari (250mila euro nel 2026) e la Giuseppe Benedetto Dusmet, con sede nel monastero benedettino di Nicolosi (Catania), che riceverà 100mila euro nel 2027 per una scuola di formazione all’impegno socio-politico.

Anche lo sport militare incassa

Tra i destinatari figurano anche strutture sportive militari: il Centro Militare di equitazione di Montelibretti (Roma) e lo stadio militare Albricci con la caserma Calò di Napoli riceveranno ciascuno 150mila euro all’anno per due anni.

Reazioni e polemiche

Le opposizioni non hanno risparmiato critiche, parlando di “mini marchette” e chiedendo più trasparenza su come vengono spesi i soldi pubblici. Dal governo, invece, difendono la scelta: “Sono interventi mirati che rispondono a bisogni reali dei territori”, ha spiegato un relatore della maggioranza.

Resta però il nodo della trasparenza e dell’efficacia nell’uso di questi fondi. Solo nei prossimi mesi, con l’arrivo dei decreti attuativi, si capirà davvero dove finiranno questi milioni. Nel frattempo, tra i corridoi di Montecitorio e nelle piazze dei piccoli comuni coinvolti, il dibattito è tutt’altro che chiuso.