Saint-Tropez, 28 dicembre 2025 – Brigitte Bardot, icona indimenticabile del cinema francese e voce che ha segnato un’epoca nella musica, si è spenta ieri a 91 anni nella sua amata residenza di La Madrague, a due passi dal mare di Saint-Tropez. La notizia, confermata dalla Fondazione che porta il suo nome, ha colpito profondamente il mondo dello spettacolo e non solo: “Un’attrice e cantante conosciuta in tutto il mondo”, recita il comunicato diffuso nelle prime ore della giornata.
Brigitte Bardot, l’addio a un mito del cinema francese
Negli ultimi mesi le sue condizioni di salute avevano allarmato i fan e gli addetti ai lavori. Due ricoveri all’ospedale di Tolone, tra settembre e novembre, avevano fatto crescere preoccupazioni e voci. Proprio poco dopo l’ultimo ricovero, Bardot aveva scelto di rivolgersi direttamente ai suoi sostenitori: “Invito tutti a darsi una calmata”, aveva scritto in un breve comunicato il 30 novembre. Un messaggio secco, quasi con un tocco di ironia, che raccontava bene il suo carattere deciso e senza fronzoli. Da tempo però la diva preferiva starsene lontana dai riflettori. Le sue apparizioni pubbliche si erano fatte sporadiche, le interviste praticamente un ricordo.
Una carriera breve, ma che ha cambiato tutto
Nata a Parigi nel 1934, Brigitte Bardot ha lasciato un segno profondo nel cinema europeo e mondiale in meno di vent’anni. Ha mosso i primi passi sul grande schermo negli anni Cinquanta, ma è con “E Dio creò la donna” (1956) di Roger Vadim che è esplosa come fenomeno globale. Capelli biondi, sguardo magnetico, una sensualità naturale: Bardot ha incarnato una nuova idea di femminilità. Nel 1963 arriva “Il disprezzo” di Jean-Luc Godard, un altro capolavoro che ha segnato la sua carriera. In tutto, ha recitato in una cinquantina di film – da “La verità” a “Vita privata”, passando per “La ragazza del peccato” – pellicole che hanno fatto la storia e ispirato generazioni.
Il ritiro dal cinema e la nuova vita per gli animali
Nel 1973, a meno di quarant’anni, Bardot ha deciso di dire basta con il cinema. Una scelta che ha sorpreso molti: “Non mi riconoscevo più in quel mondo”, aveva confidato anni dopo. Da quel momento, la sua vita ha preso una direzione diversa. Si è dedicata con passione alla difesa degli animali. Nel 1986 ha fondato la Fondazione Brigitte Bardot, oggi una delle realtà più attive in Europa per i diritti degli animali. “Era la battaglia della mia vita”, ripeteva spesso. La sua casa di La Madrague è diventata un rifugio per cani, gatti, capre e persino un asinello.
Gli ultimi anni tra isolamento e polemiche
Negli ultimi decenni, Bardot ha scelto una vita tranquilla, divisa tra La Madrague e La Garrigue, la sua seconda casa immersa nei boschi del Var. Qui ha fatto costruire una piccola cappella privata e ha continuato a prendersi cura dei suoi animali. In una delle sue ultime interviste, rilasciata a BFM TV lo scorso maggio, aveva raccontato: “Vivo come un’allevatrice, con le mie pecore, le mie capre, i miei maiali, l’asinello e tutti i miei cani e gatti”. Una vita semplice, lontana dai riflettori e dalla fama.
Non sono mancate le controversie. Negli anni recenti, le sue posizioni su temi come immigrazione e femminismo l’avevano avvicinata a posizioni dell’estrema destra francese. Le sue dichiarazioni spesso hanno diviso l’opinione pubblica. Ma anche chi non condivideva le sue idee ha sempre riconosciuto la sua coerenza e il modo in cui ha vissuto la propria vita.
Un’eredità complessa e duratura
Oggi il nome di Brigitte Bardot è legato indissolubilmente al cinema degli anni Sessanta e Settanta, ma anche a una battaglia civile che ha cambiato il modo di guardare alla tutela degli animali in Francia e in Europa. Il sindaco di Saint-Tropez, Sylvie Siri, ha ricordato questa mattina: “Ha dato lustro alla nostra città e ha insegnato a molti il rispetto per gli animali”. Sui social, migliaia di messaggi da ogni parte del mondo: fan, colleghi, cittadini comuni.
La casa di La Madrague ora è silenziosa. Solo il rumore del mare e qualche abbaio lontano. Così si chiude il sipario su una delle figure più complesse e controverse del Novecento europeo.
