Rocca San Giovanni, 28 dicembre 2025 – In Abruzzo, a Rocca San Giovanni, la presenza sempre più frequente dei lupi sta stravolgendo la vita di tutti i giorni. Da settimane, come racconta il sindaco Giovanni Di Rito, la gente è costretta a cambiare le proprie abitudini serali. “Non è normale dover rientrare a casa appena cala il sole”, dicono in molti. Il motivo? I branchi di lupi che, con il buio, arrivano fino alle porte di casa e ai parcheggi del paese.
Lupi alle porte di casa: cresce la paura
Negli ultimi mesi, gli avvistamenti di lupi si sono moltiplicati. A segnalarli non sono solo gli agricoltori, ma anche famiglie e turisti che li hanno visti a pochi passi dalle case. “Temiamo per i bambini”, racconta una madre. Un anziano del posto ricorda: “Una volta si stava fuori fino a tardi, adesso non si può più”. Il comandante della polizia locale, Gianfranco Caravaggio, parla di un episodio recente: “Sei lupi hanno aggredito un pastore maremmano. Quando sono in branco, fanno davvero paura”. I branchi si spostano tra gli ulivi lungo l’autostrada per Bari, arrivando fino a Fossacesia.
Cinghiali, caprioli e un ambiente che cambia
Dietro a questa invasione di lupi, ci sarebbe l’abbondanza di cinghiali e caprioli in zona. Da sei stagioni consecutive, in due campagne diverse, si sta cercando di limitare la popolazione di cinghiali nelle aree protette intorno al paese. Un intervento che, ammette il sindaco Di Rito, “funziona sì, ma non completamente”. Qualcuno sospetta che siano stati liberati nuovi lupi nei boschi, ma non ci sono conferme ufficiali. Gli esperti locali spiegano che il fenomeno è legato agli equilibri della fauna e ai cambiamenti nel modo in cui si usa il territorio.
Le istituzioni scendono in campo: una lettera urgente al prefetto
Di fronte a una situazione che definisce “grave e in crescita”, il sindaco ha scritto al prefetto di Chieti, al presidente della Provincia, all’Azienda sanitaria locale e alla polizia provinciale. Nella lettera si parla di “rischi per la sicurezza delle persone, degli animali domestici e delle attività agricole”. La richiesta è chiara: servono risposte concrete e coordinate. “Qualcosa bisogna fare”, dice Di Rito, “ma chiedo alla scienza quale strada seguire. Non voglio firmare un’ordinanza di abbattimento senza capire bene cosa sto facendo”.
Tra cacciatori e pareri divisi: quale soluzione?
Sul tavolo c’è la possibilità di intervenire con i cosiddetti selezionatori, cacciatori specializzati autorizzati per casi particolari. La polizia provinciale potrebbe usare proiettili di plastica per allontanare i lupi dalle zone abitate. Ma il dibattito è aperto. Il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Luciano Sammarone, avverte: “I danni maggiori li fanno i cervi, non i lupi. Gli interventi mirati non sono mai semplici e l’abbattimento non riduce il loro numero”. Parere condiviso da molti ambientalisti locali.
Una comunità in ansia, in attesa di risposte
Nel frattempo, a Rocca San Giovanni si vive con un filo di paura. Le famiglie evitano di uscire dopo il tramonto, i bambini giocano solo sotto controllo e gli agricoltori tengono d’occhio i recinti. “Non ci sentiamo più sicuri come prima”, ammette una residente. Eppure, tra le vie del paese, si avverte anche la voglia di trovare una soluzione che protegga sia le persone sia la natura. Solo allora, forse, la vita potrà tornare a scorrere come un tempo, senza il timore che il bosco arrivi fino in piazza.
