Pristina, 28 dicembre 2025 – Oggi il Kosovo è chiamato alle urne per elezioni parlamentari anticipate, un voto decisivo che arriva dopo mesi di stallo politico. Albin Kurti, premier uscente e leader del partito di maggioranza Vetevendosje (Autodeterminazione), si è presentato questa mattina al seggio di Pristina poco dopo le 9. Ha invitato tutti a partecipare “in massa”, sottolineando quanto sia importante formare rapidamente un nuovo governo. “Oggi è un giorno bello e importante”, ha detto Kurti, sorridendo davanti all’ingresso della scuola elementare ‘Faik Konica’, allestita come seggio elettorale.
Elezioni anticipate: la fine di un lungo stallo
Queste elezioni sono state convocate dopo che, dal voto dello scorso 9 febbraio, non si è riusciti a trovare una maggioranza stabile in grado di sostenere un nuovo governo. Il Kosovo, giovane repubblica balcanica con meno di due milioni di abitanti, si appresta così a rinnovare la sua Assemblea nazionale per la decima volta in meno di vent’anni. “Spero e farò di tutto perché la nuova Assemblea si formi al più presto”, ha aggiunto Kurti, ringraziando la gente “per la pazienza e l’impegno mostrati” durante la campagna.
La posta in gioco della minoranza serba
Nel nord di Kosovska Mitrovica, zona a maggioranza serba, la giornata è iniziata presto. Intorno alle 8.30, Zlatan Elek – leader di Srpska Lista (SL), il principale partito serbo in Kosovo – ha votato alla scuola ‘Sveti Sava’. Elek è considerato il favorito per i dieci seggi riservati alla minoranza serba nel parlamento kosovaro. “Votare è un diritto e un dovere”, ha detto ai giornalisti locali. Oltre a Srpska Lista, ci sono altre due piccole formazioni serbe, ma gli esperti dicono che difficilmente riusciranno a mettere in discussione il dominio di Elek.
Affluenza e atmosfera ai seggi
Secondo la Commissione elettorale centrale, alle 11 ha votato circa il 18% degli aventi diritto, una percentuale simile a quella delle precedenti elezioni. Nei quartieri centrali di Pristina si vedono file ordinate e controlli discreti della polizia. Qualche anziano accompagnato dai nipoti, giovani che si fanno selfie davanti ai manifesti elettorali. “Votare conta, anche se non ci aspettiamo miracoli”, ha detto Arta, 22 anni, in attesa fuori dal seggio di via Luan Haradinaj. Nelle zone rurali, invece, la partecipazione sembra più bassa. “Qui la gente è stanca delle promesse”, ha raccontato un osservatore internazionale.
Un voto in un clima carico di tensioni
Il quadro resta fragile. Il Kosovo, che ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2008, vive ancora forti tensioni etniche e politiche. I rapporti con Belgrado sono tesi: pochi giorni fa, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha ribadito che “la Serbia non riconoscerà mai l’indipendenza del Kosovo”. Sullo sfondo, la presenza delle forze internazionali KFOR e l’attenzione dell’Unione Europea. “Speriamo che il voto si svolga senza incidenti”, ha detto ieri sera il capo missione dell’OSCE a Pristina.
Cosa succederà dopo il voto
I seggi chiuderanno alle 19. Subito dopo inizierà lo spoglio. I primi risultati parziali sono attesi in tarda serata. Secondo gli analisti locali, Vetevendosje parte con un vantaggio ma dovrà comunque cercare alleanze per governare. “La frammentazione politica resta alta”, ha spiegato il politologo Agron Bajrami. Solo quando i numeri saranno chiari si capirà se il Kosovo riuscirà davvero a voltare pagina dopo mesi di incertezza.
Per ora, la parola passa agli elettori. E alle urne sparse tra le montagne e le pianure di questo piccolo Stato balcanico.
