Un mistero cosmico svelato: il primo indizio di una doppia esplosione stellare dalle onde gravitazionali

Un mistero cosmico svelato: il primo indizio di una doppia esplosione stellare dalle onde gravitazionali

Un mistero cosmico svelato: il primo indizio di una doppia esplosione stellare dalle onde gravitazionali

Matteo Rigamonti

Dicembre 28, 2025

Roma, 28 dicembre 2025 – Un segnale insolito captato lo scorso 18 agosto dai rivelatori di onde gravitazionali Ligo (Stati Uniti) e Virgo (Italia) potrebbe segnare la prima traccia di una “superkilonova”, una doppia esplosione stellare mai vista prima: prima una supernova, poi una kilonova. A lanciare l’ipotesi è uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters, firmato da un gruppo internazionale guidato dal California Institute of Technology (Caltech).

Dallo spazio profondo un segnale che non ti aspetti

Tutto è cominciato alle 3.41, ora italiana, quando gli strumenti di Ligo e Virgo hanno catturato un segnale gravitazionale fuori dal comune. In poche ore, la comunità astronomica si è messa in moto. La Zwicky Transient Facility dell’Osservatorio di Palomar, in California, ha scoperto un oggetto rosso che svaniva rapidamente, a circa 1,3 miliardi di anni luce da noi. La posizione coincideva proprio con la sorgente delle onde gravitazionali appena rilevate.

“Abbiamo capito subito che era qualcosa di raro”, ha raccontato David Reitze, fisico e direttore esecutivo di Ligo. L’evento, chiamato AT2025ulz, aveva molte somiglianze con la kilonova osservata nel 2017: un bagliore rossastro, segno della formazione di elementi pesanti come l’oro, prodotti da collisioni stellari potentissime.

Supernova e kilonova: due esplosioni in rapida successione

Le supernove sono esplosioni che segnano la fine di stelle enormi, molto più grandi del Sole. Quando queste stelle collassano, spesso lasciano dietro una stella di neutroni. Le kilonove, invece, nascono dalla fusione di due stelle di neutroni: eventi rari e violenti, capaci di generare onde gravitazionali che attraversano lo spaziotempo.

Ma nel caso di AT2025ulz qualcosa non tornava. Dopo qualche giorno, il bagliore si è riacceso e gli strumenti hanno trovato tracce di idrogeno nel suo spettro luminoso. Un particolare insolito: l’idrogeno è tipico delle supernove, non delle kilonove. “I segnali sembravano sovrapporsi”, ha spiegato uno degli autori dello studio, “e questo ha reso difficile capire cosa fosse successo davvero”.

La prima “superkilonova”? L’ipotesi degli scienziati

Secondo l’analisi pubblicata su The Astrophysical Journal Letters, la spiegazione più probabile è che si sia verificata una sequenza mai vista prima: una supernova avrebbe generato non una, ma due stelle di neutroni, che in tempi rapidissimi si sono poi scontrate. Da qui la doppia firma: prima l’esplosione classica, poi quella della kilonova.

“Almeno uno degli oggetti coinvolti aveva una massa più piccola del normale per una stella di neutroni”, ha aggiunto Reitze. Un dettaglio che rende tutto più complicato e apre nuove domande sull’evoluzione delle stelle più grandi e su come si formino gli elementi più pesanti dell’universo.

Cosa cambia per l’astrofisica e le prossime ricerche

Se confermata, la scoperta di una superkilonova sarebbe un salto importante nella comprensione degli eventi più estremi dell’universo. Gli scienziati dicono che fenomeni simili potrebbero essere più frequenti di quanto pensassimo, ma difficili da riconoscere a causa della sovrapposizione dei segnali luminosi e gravitazionali.

“Questo episodio ci mostra quanto sia fondamentale lavorare insieme, con diversi osservatori e strumenti”, ha sottolineato un ricercatore del team Caltech. La caccia alle onde gravitazionali, partita solo pochi anni fa con Ligo e Virgo, continua a riservare sorprese.

Per ora, la comunità scientifica resta prudente. Serviranno nuovi dati e studi per capire davvero cosa c’è dietro AT2025ulz. Ma la strada è tracciata: le prossime osservazioni potrebbero scovare altri casi simili e cambiare per sempre i libri di astrofisica.