Saint-Tropez, 29 dicembre 2025 – Brigitte Bardot si è spenta oggi a 91 anni nella sua amata Saint-Tropez, lasciando dietro di sé un legame profondo con le automobili. Una passione che l’ha accompagnata per tutta la vita, intrecciandosi con le sue giornate tra la residenza di La Madrague e la villa di La Garrigue, dove amava circondarsi dei suoi animali.
La Renault 4L bianca: compagna fedele degli ultimi anni
Negli ultimi tempi, si vedeva sempre la stessa scena: Brigitte Bardot al volante della sua Renault 4L bianca. Un’auto semplice, quasi spartana, ma che raccontava molto di lei. Definita “simbolo della Francia rurale” da Le Figaro, questa macchina l’ha seguita nei suoi spostamenti quotidiani tra le due case, spesso con il fedele cane ET al suo fianco. Non era raro incontrarla lungo il boulevard Louis Blanc, magari all’alba, con i capelli raccolti in uno chignon alto e i grandi occhiali da sole a nascondere lo sguardo.
Una foto scattata nell’ottobre 2023 — lei alla guida, appena uscita dall’ospedale — aveva fatto rapidamente il giro dei social. “Sembrava serena”, hanno raccontato i vicini. “Come se nulla potesse toccarla”. Ma dietro quella calma apparente si nascondeva una storia più profonda, fatta di legami forti e scelte importanti.
Il legame con ET e l’addio al volante
Per Brigitte Bardot, le auto non erano solo status symbol o oggetti di lusso. Rappresentavano libertà, certo, ma anche spazi intimi da condividere con chi amava. E il vero protagonista dei suoi viaggi era proprio ET, il cane che l’ha accompagnata per anni. “Non guido più da quando è morto il mio cane”, aveva confidato in un’intervista a Bfmtv lo scorso marzo. Una frase semplice, quasi sussurrata, che aveva colpito il cuore di molti francesi.
La perdita di ET, nei primi mesi del 2024, ha segnato una svolta per Bardot. Da allora ha deciso di non salire più in macchina. Una scelta che ha sorpreso chi la conosceva come una donna indipendente, abituata a muoversi libera per la Costa Azzurra anche nelle ore più tarde.
Una collezione che racconta un’epoca
Nel corso degli anni, la diva ha posseduto un vero e proprio tesoro di auto iconiche. Negli anni Sessanta, una famosa casa automobilistica francese — si dice fosse la Citroën — l’aveva scelta come volto per il lancio di un nuovo modello. Le foto pubblicitarie la mostrano sorridente accanto a vetture lucide e colorate, simboli di un’epoca in cui cinema e automobile si fondevano in un unico sogno.
Ma non erano solo auto di lusso a riempire il suo garage. Accanto alle decappottabili c’erano modelli più modesti, come la Renault 4L che negli ultimi anni era diventata quasi una seconda pelle. “Era la macchina perfetta per lei”, ha spiegato un meccanico del posto, “niente fronzoli, solo l’essenziale”.
Un addio che lascia il segno
La decisione di smettere di guidare dopo la perdita di ET ha lasciato molti senza parole. “Era una presenza fissa sulle nostre strade”, ricorda una vicina di La Garrigue. “Vederla senza macchina è stato come vederla cambiare.” Ma anche questa rinuncia racconta qualcosa della Bardot degli ultimi anni: una donna capace di lasciare andare anche ciò che amava di più, per restare fedele ai suoi sentimenti.
Oggi, mentre Saint-Tropez si prepara a dire addio a una delle sue icone, resta l’immagine di quella Renault bianca parcheggiata davanti al cancello di La Madrague. Un segno discreto, ma potente, della libertà e della fragilità che hanno segnato la vita di Brigitte Bardot.
