Brigitte Bardot: un omaggio imperdibile al Museo nazionale del cinema

Brigitte Bardot: un omaggio imperdibile al Museo nazionale del cinema

Brigitte Bardot: un omaggio imperdibile al Museo nazionale del cinema

Giada Liguori

Dicembre 29, 2025

Torino, 29 dicembre 2025 – Il Museo Nazionale del Cinema di Torino rende omaggio a Brigitte Bardot, una delle stelle più luminose del Novecento, con la mostra “Pazza idea. Oltre il ’68: icone pop nelle fotografie di Angelo Frontoni”. Allestita nella suggestiva cornice della Mole Antonelliana, la rassegna sarà aperta al pubblico fino al 9 marzo 2026. L’esposizione raccoglie immagini d’autore e momenti rubati a un’epoca carica di cambiamenti, mettendo sotto i riflettori la diva francese, ritratta dall’obiettivo di Frontoni, simbolo di un periodo di rivoluzioni culturali e sociali.

Brigitte Bardot: simbolo di libertà e sfida

Brigitte Bardot è stata un’icona, bellissima e inarrivabile, un vero simbolo di glamour, libertà e ribellione tra gli anni Cinquanta e Sessanta”, ha detto Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema. Le sue parole accompagnano i visitatori che si fermano davanti ai ritratti in bianco e nero, che raccontano non solo la carriera dell’attrice, ma anche un modo diverso di essere donna. “È una diva a tutti gli effetti – ha aggiunto Ghigo – che con il suo stile ha cambiato la moda e i costumi, incarnando quel desiderio di indipendenza e anticonformismo che cresceva tra le donne della sua generazione”.

Nel percorso della mostra, Bardot è il filo che lega tutto. Le fotografie di Angelo Frontoni, scattate tra set cinematografici e momenti privati, mostrano una donna libera, spesso un passo avanti rispetto ai suoi tempi. Ma Bardot non è stata solo cinema: “La ricorderemo anche per il suo impegno appassionato nella difesa degli animali, a cui si è dedicata con grande amore negli ultimi decenni”, ha ricordato ancora Ghigo.

La mostra alla Mole Antonelliana: tra arte e ricordo

All’interno di “Pazza idea”, una mostra pensata per raccontare le trasformazioni sociali e culturali della seconda metà del Novecento, Bardot ha un ruolo centrale. Carlo Chatrian, direttore del Museo, ha spiegato come Frontoni sia riuscito a catturare la forza e l’aura della diva francese: “Nella mostra che le dedichiamo, Angelo Frontoni la ritrae come una Venere di Botticelli, quasi una dea scesa dal cielo”. Un’immagine che diventa simbolo di un’epoca e di una bellezza fuori dagli schemi.

Oltre cento fotografie, molte inedite, animano la mostra. Raccontano non solo Bardot, ma anche altre figure chiave della cultura pop degli anni Sessanta e Settanta. Tra i visitatori, molti si soffermano davanti allo scatto di Bardot sul set di “Et Dieu… créa la femme”, il film del 1956 diretto da Roger Vadim – allora suo marito – che la lanciò nel firmamento internazionale. “La sua bellezza, unica e simbolo di un’epoca, si riflette in tanti film e personaggi rimasti nella memoria collettiva”, ha sottolineato Chatrian.

Un’eredità che va oltre il grande schermo

La mostra non si limita a celebrare la carriera di Bardot davanti alla cinepresa. Nei pannelli informativi e nelle didascalie si racconta anche il suo impegno civile. Negli ultimi decenni, la diva si è dedicata con passione alla difesa degli animali, fondando nel 1986 la Fondation Brigitte Bardot. Un lato meno noto in Italia, ma fondamentale nel racconto della mostra.

“Bardot ha saputo cambiare pelle – ha confidato una delle curatrici – passando dai riflettori del cinema a quelli dell’attivismo”. Una trasformazione che colpisce anche i visitatori. “Era anni luce avanti”, commenta una donna davanti a una gigantografia. “Non era solo un’attrice, ma una donna libera”.

Un tuffo nella cultura pop europea

La mostra alla Mole Antonelliana si inserisce in un fitto calendario di eventi dedicati alla cultura pop europea. In questi mesi, Torino conferma il suo ruolo di punto di riferimento con rassegne e mostre che raccontano il passato recente attraverso immagini potenti. L’esposizione su Bardot – spiegano dal Museo – è anche un’occasione per riflettere su come le icone mediatiche abbiano influenzato i costumi e le aspirazioni di intere generazioni.

La mostra sarà aperta fino al 9 marzo 2026. Orari: 9-20 nei giorni feriali, fino alle 22 nel weekend. Biglietti da 12 euro. Per info e prenotazioni: www.museocinema.it.