Mosca, 29 dicembre 2025 – Il Cremlino ha confermato oggi di essere sulla stessa lunghezza d’onda del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, nel giudicare che i colloqui di pace per l’Ucraina siano ormai vicini alla conclusione. La notizia è arrivata durante il consueto briefing con la stampa a Mosca, quando il portavoce presidenziale Dmitri Peskov ha risposto con chiarezza alle domande dei giornalisti. “Certamente”, ha detto Peskov, rispondendo sulla posizione russa dopo i recenti incontri tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Pace in Ucraina: Mosca conferma la svolta
La presa di posizione del Cremlino arriva in un momento delicato, dopo mesi di trattative spesso complicate da tensioni e rallentamenti. Fonti diplomatiche europee riferiscono che nelle ultime settimane sono stati fatti “passi concreti” verso un accordo, anche se i dettagli restano coperti. Durante la conferenza stampa delle 11.30, al numero 14 di Ulitsa Ilyinka, Peskov ha sottolineato che “la Russia vuole una soluzione negoziata”, ribadendo la disponibilità di Mosca a “continuare il dialogo con tutte le parti coinvolte”.
Solo ieri, il presidente Trump aveva parlato di “progressi significativi” dopo il faccia a faccia con Zelensky a Varsavia. “Siamo vicini a una svolta”, aveva detto, lasciando intendere che l’intesa potrebbe arrivare entro poche settimane. Ora anche il Cremlino sembra confermare questa visione.
Washington e Mosca: un’intesa che fa rumore
La sintonia tra Washington e Mosca non è passata inosservata nelle capitali europee. A Bruxelles, fonti della Commissione UE hanno commentato che “ogni passo verso la fine del conflitto è un passo avanti”, ma hanno chiesto prudenza. “Serve chiarezza su cosa si sta davvero negoziando”, ha spiegato un funzionario europeo vicino al dossier ucraino.
Nel frattempo, a Kiev, la presidenza ucraina ha preferito mantenere il riserbo sulle dichiarazioni di Trump e Peskov. Un consigliere di Zelensky, contattato nel primo pomeriggio, ha parlato solo di “fase delicata” e di “negoziati ancora in corso”. Nessuna conferma ufficiale, ma nemmeno smentite.
Secondo gli analisti internazionali, il ruolo diretto degli Stati Uniti – unito alla posizione espressa oggi dal Cremlino – potrebbe accelerare la fine del conflitto. Rimangono però questioni aperte, come lo status dei territori occupati e le garanzie di sicurezza chieste da Kiev.
Cosa ci aspetta nei prossimi giorni
Non sono stati diffusi dettagli sulle prossime mosse dei negoziati. Da fonti diplomatiche russe filtra però che una nuova sessione potrebbe svolgersi già nei primi giorni di gennaio, probabilmente in una capitale europea. “Le parti stanno lavorando a una bozza di accordo”, ha detto un funzionario vicino al ministero degli Esteri russo, avvertendo che “serve ancora molta cautela”.
Sul campo, la situazione resta tesa. Nelle ultime 24 ore si sono verificati scontri sporadici nell’area di Kharkiv e lungo la linea del fronte nel Donbass. Le autorità ucraine denunciano nuovi bombardamenti notturni, mentre Mosca parla di “provocazioni isolate”. La popolazione civile vive nell’incertezza: secondo l’ONU, oltre 7 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case dall’inizio della guerra.
Un futuro ancora tutto da scrivere
Nonostante le parole ottimistiche di queste ore, la strada verso una pace duratura resta in salita. Gli osservatori internazionali ricordano che i precedenti tentativi di cessate il fuoco sono spesso naufragati in pochi giorni. Tuttavia, la convergenza di vedute tra Stati Uniti e Russia è un segnale nuovo.
“Non possiamo illuderci”, ha confidato un diplomatico europeo incontrato stamattina nei corridoi del Parlamento UE. “Ma se davvero siamo alla fase finale, allora serve uno sforzo in più da tutti”.
Ora resta da vedere se alle parole seguiranno fatti concreti. Per milioni di ucraini – e per tutta l’Europa dell’Est – la speranza è che questa sia davvero la volta buona.
