Prosecco inimitabile: Moretti Polegato di Villa Sandi rassicura sull’export

Prosecco inimitabile: Moretti Polegato di Villa Sandi rassicura sull'export

Prosecco inimitabile: Moretti Polegato di Villa Sandi rassicura sull'export

Matteo Rigamonti

Dicembre 29, 2025

Treviso, 29 dicembre 2025 – Il prosecco resta un prodotto unico, impossibile da replicare fuori dalla sua terra d’origine. Nonostante le tensioni geopolitiche e i nuovi dazi imposti dagli Stati Uniti, il settore guarda avanti con ottimismo. A fare il punto è Diva Moretti Polegato, export manager di Villa Sandi per Regno Unito, Usa e Messico, che traccia un bilancio dell’anno appena passato e anticipa le sfide che verranno. Per lei, il prosecco continua a essere una parte fondamentale dell’export vinicolo italiano, anche in mercati difficili come quello americano.

Dazi Usa: il prosecco non molla la presa

I dazi Usa colpiscono proprio il mercato che seguo, gli Stati Uniti”, spiega Moretti Polegato. Ma, al momento, i dati sull’export non mostrano cali significativi. Secondo i tre Consorzi di tutela, il prosecco vale il 30% di tutto il vino italiano esportato negli Usa. Anche con i dazi, la bottiglia resta accessibile per la maggior parte degli americani. “Bisognerà aspettare i primi sei mesi del prossimo anno per capire davvero l’impatto”, avverte l’export manager. Solo allora si potrà vedere se la crescita potrà continuare senza intoppi.

Villa Sandi cresce e punta in alto

Villa Sandi chiude il 2024 con un fatturato di 132 milioni di euro, confermandosi tra i protagonisti del settore. Il 70% della produzione va all’estero, mentre il 30% si vende in Italia. “Il mercato del vino ha rallentato, ma il prosecco tiene ancora perché è qualcosa di speciale e irripetibile”, sottolinea Moretti Polegato. Il consumo di vino ha subito una frenata, complice la maggiore attenzione a stili di vita più sani e alla richiesta di prodotti con poco o zero alcol. “C’è una fetta di mercato che cerca vini senza alcol”, aggiunge.

Zero alcol: la nuova sfida delle bollicine

Villa Sandi ha colto questo trend già da tre o quattro anni, lanciando una ‘bollicina’ zero alcol. “La produzione cresce a doppia cifra ogni anno”, dice Moretti Polegato. Dietro c’è una domanda crescente da parte di chi non vuole rinunciare al brindisi ma preferisce evitare l’alcol, spesso per motivi di salute. Eppure, il prosecco tradizionale mantiene un livello moderato di alcol, che lo rende perfetto per momenti di socialità e convivialità, rispondendo così alle nuove abitudini di consumo.

Un’azienda che punta oltre i confini

Oggi Villa Sandi esporta in 135 Paesi, con aperture recenti in Est Europa, Africa e America Centrale. “Diversificare è una delle nostre strategie chiave”, spiega Moretti Polegato. Ma non si parla solo di export: Villa Sandi investe anche nell’accoglienza e nell’enoturismo. “Sviluppare questo settore si sta rivelando un’opportunità importante”, racconta. La villa palladiana della famiglia è aperta tutto l’anno, accanto c’è la Locanda Sandi con ristorante e camere. “È un modo per far conoscere il brand e offrire un’esperienza completa al cliente”, conclude.

Vino, cultura e sostenibilità: un legame forte

Per Moretti Polegato, il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale Unesco può dare una spinta anche al vino. “È un’occasione per rafforzare il legame tra vino e cultura e dare forza al made in Italy”, osserva. Sul fronte ambientale, Villa Sandi punta a diventare completamente sostenibile entro dieci anni: ha già una centrale idroelettrica, pannelli solari e segue pratiche agricole rispettose dell’ambiente.

2026: speranze tra mercati e geopolitica

Guardando avanti, Moretti Polegato spera che le tensioni geopolitiche e i dazi Usa si allentino nel 2026. “L’augurio per tutti i produttori è di iniziare il nuovo anno con buone notizie su guerre e dazi”, dice. Nel frattempo, il prosecco resta un simbolo del made in Italy, capace di adattarsi ai cambiamenti senza perdere la sua identità.