Campobasso, 29 dicembre 2025 – Cinque medici dell’ospedale Cardarelli di Campobasso sono finiti sotto inchiesta per la morte di Sara Di Vita, 15 anni, e della madre, Antonella Di Ielsi, 50 anni. Madre e figlia sono morte nei giorni scorsi dopo una grave intossicazione alimentare avvenuta a Pietracatella, piccolo centro della provincia. La notizia è stata confermata oggi da fonti investigative. Il marito della donna, unico sopravvissuto della famiglia, resta ricoverato in condizioni critiche all’ospedale Spallanzani di Roma.
Tragedia a Pietracatella, indagati cinque medici per la morte di madre e figlia
Secondo gli investigatori, la tragedia si è consumata tra il 26 e il 27 dicembre. La famiglia, che vive a Pietracatella in via Roma, avrebbe mangiato un pasto che ha scatenato una pesante intossicazione alimentare. I primi sintomi sono comparsi nel tardo pomeriggio: nausea, vomito, dolori allo stomaco. Da lì la situazione è precipitata rapidamente.
Antonella e Sara sono state portate d’urgenza al pronto soccorso del Cardarelli nella notte tra il 27 e il 28 dicembre. Le fonti ospedaliere raccontano che le condizioni delle due erano subito gravissime. Nonostante le cure e i tentativi di rianimazione, per entrambe non c’è stato nulla da fare: sono morte nel giro di poche ore. Il marito, invece, è stato trasferito in elicottero a Roma e ora lotta tra la vita e la morte nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Spallanzani, specializzato in malattie infettive.
Omicidio colposo e lesioni: la Procura indaga i medici del Cardarelli
La Procura di Campobasso ha aperto un fascicolo con le ipotesi di omicidio colposo e lesioni colpose. Gli indagati sono cinque medici che lavoravano al Cardarelli nelle ore in cui madre e figlia sono arrivate in ospedale. Secondo le prime informazioni, gli inquirenti vogliono capire se ci sono stati errori, omissioni o ritardi nella diagnosi e nel trattamento dell’intossicazione.
“Stiamo raccogliendo tutte le cartelle cliniche e ascoltando il personale coinvolto”, ha detto un investigatore vicino alle indagini. “Cerchiamo di capire se sono stati rispettati i protocolli e se un intervento diverso avrebbe potuto salvare le vite”. Per ora non sono stati resi noti i nomi dei medici indagati.
Campioni alimentari sotto esame, attesa per le autopsie
Nel frattempo, i carabinieri del Nas hanno preso campioni degli alimenti consumati dalla famiglia la sera della tragedia. Gli esami tossicologici sono in corso nel laboratorio di igiene pubblica dell’Asrem. Solo i risultati potranno dire quale sostanza ha provocato l’avvelenamento fatale.
Le salme di Sara e Antonella restano a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le autopsie, ordinate dalla Procura, saranno fatte nei prossimi giorni all’istituto di medicina legale del Cardarelli. “Solo con questi accertamenti potremo avere un quadro più chiaro”, ha detto un medico legale che segue il caso.
Comunità sotto choc, il sindaco: “Vicini alla famiglia”
A Pietracatella la notizia ha sconvolto tutti. Il sindaco, Antonio D’Angelo, ha commentato: “Siamo vicini alla famiglia colpita da questa tragedia. Ora aspettiamo il lavoro della magistratura con rispetto”. Stamattina in paese, davanti alla casa della famiglia Di Vita, le serrande erano abbassate e c’era un silenzio pesante. I vicini ricordano Sara come una ragazza solare, iscritta al liceo scientifico di Campobasso.
Dall’ospedale Cardarelli non arrivano commenti ufficiali sulle indagini. Una fonte interna racconta che “il personale è profondamente scosso”, ma si aspetta l’esito degli accertamenti prima di qualsiasi dichiarazione.
Cosa succederà ora: avanti con le indagini
Nei prossimi giorni la Procura sentirà i medici indagati e raccoglierà nuove testimonianze. L’obiettivo è ricostruire passo dopo passo cosa è successo – dal pasto consumato fino alle cure in ospedale – per capire se ci sono responsabilità penali. Solo così si potrà stabilire se questa tragedia poteva essere evitata o se è stato un evento imprevedibile.
Per ora resta il dolore di una comunità che fatica a spiegarsi questa doppia perdita improvvisa. E l’attesa, lunga e silenziosa, di risposte che ancora non arrivano.
