Roma, 29 dicembre 2025 – Nel tardo pomeriggio di ieri, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha partecipato a una telefonata con Donald Trump e Volodymyr Zelensky, subito dopo il vertice tra i due leader in Florida. Alla conversazione hanno preso parte anche altri capi di Stato e di governo europei. Al centro del confronto c’è stato lo stato del processo di pace in Ucraina e le possibilità di arrivare a una soluzione duratura del conflitto. Il dialogo arriva in un momento delicato, con il negoziato che, secondo fonti diplomatiche, ha registrato qualche passo avanti nelle ultime settimane.
Ucraina, la pace a un passo… ma restano molti nodi
Durante la chiamata, sia Trump che Zelensky hanno aggiornato Meloni e gli altri leader sui progressi fatti finora. Al centro della discussione c’erano soprattutto le garanzie di sicurezza per Kiev, uno dei punti più spinosi con Mosca. Da Palazzo Chigi fanno sapere che sono emersi anche i dossier ancora aperti: la definizione dei confini, il destino delle regioni occupate e il ruolo degli osservatori internazionali. “Abbiamo fatto qualche passo avanti, ma la strada è ancora lunga”, ha detto Zelensky. Trump, invece, ha sottolineato la necessità di “trovare un equilibrio tra le giuste richieste ucraine e le preoccupazioni di Mosca”.
Meloni: serve unità in Europa
Nel corso della conversazione, Meloni ha ribadito quanto sia importante che i Paesi europei restino uniti. Un messaggio chiaro, soprattutto ora che le capitali europee mostrano visioni diverse sulla gestione della crisi ucraina. “Solo restando uniti su questioni che riguardano gli interessi vitali di Ucraina e Europa possiamo sostenere un negoziato efficace”, ha spiegato la premier italiana, secondo fonti di governo. Meloni ha ricordato anche che l’Italia continua a supportare Kiev, sia politicamente che sul fronte umanitario, sottolineando che non si può abbassare la guardia proprio ora che i negoziati sembrano ripartiti.
La Russia nel mirino: ora tocca a Mosca
Tutti i partecipanti hanno convenuto che la posizione della Russia resta centrale per il processo di pace. Dalla telefonata è emerso che ora spetta a Mosca dimostrare “responsabilità e apertura al dialogo”, mostrando una reale volontà di fermare le ostilità. “La palla è nel campo russo”, ha riassunto uno dei leader europei. La richiesta è chiara: servono segnali concreti dal Cremlino per aprire una nuova fase nei rapporti con Kiev e l’Occidente. Finora, però, da Mosca non sono arrivate aperture ufficiali.
Cosa succede adesso: tra tensioni e attese
La telefonata si è chiusa con l’impegno a mantenere un coordinamento stretto tra le capitali europee e Washington nelle prossime settimane. Non sono stati fissati nuovi incontri ufficiali, ma fonti diplomatiche non escludono un vertice a Bruxelles già a gennaio. Nel frattempo, la situazione sul terreno resta tesa: nelle ultime 24 ore si sono registrati nuovi bombardamenti nella zona di Kharkiv e movimenti di truppe lungo il fronte orientale. “La priorità è fermare le ostilità e proteggere i civili”, ha ricordato Meloni prima di concludere la chiamata.
Il clima internazionale resta incerto, ma questo confronto – spiegano fonti vicine al dossier – è un segnale di attenzione e responsabilità da parte dei principali protagonisti. Nei prossimi giorni si capirà se alle parole seguiranno i fatti.
