Zelensky: le truppe straniere in Ucraina come pilastri delle garanzie di sicurezza

Zelensky: le truppe straniere in Ucraina come pilastri delle garanzie di sicurezza

Zelensky: le truppe straniere in Ucraina come pilastri delle garanzie di sicurezza

Matteo Rigamonti

Dicembre 29, 2025

Kiev, 29 dicembre 2025 – Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ribadito oggi, durante una conferenza stampa nella capitale, che la presenza di truppe straniere in Ucraina è fondamentale per le future garanzie di sicurezza di Kiev. Un punto chiave in vista di qualsiasi possibile accordo per mettere fine alla guerra con la Russia. “La presenza di forze internazionali è una vera garanzia, un rafforzamento di quello che i nostri alleati ci stanno già offrendo”, ha detto Zelensky poco dopo le 11, rispondendo ai giornalisti nel cortile del palazzo presidenziale.

Zelensky: truppe straniere, l’unica vera garanzia

Il presidente ucraino ha espresso con chiarezza la sua posizione, proprio mentre il conflitto con la Russia – iniziato nel febbraio 2022 – non sembra trovare vie d’uscita diplomatiche. Per Zelensky, non bastano promesse o accordi su carta. “Solo con una presenza concreta sul territorio potremo parlare di sicurezza reale”, ha detto, lasciando intendere che Kiev non intende cedere su questo punto.

Fonti vicine al governo confermano che la questione delle forze internazionali è già stata affrontata in colloqui informali con alcuni partner occidentali. Ma al momento non sono stati resi noti dettagli operativi. “Stiamo lavorando con i nostri alleati per definire come garantire la sicurezza”, ha spiegato un funzionario del ministero degli Esteri, che ha preferito restare anonimo.

Il quadro internazionale e le risposte dei partner

La richiesta di Zelensky arriva in un momento delicato sul piano internazionale. Negli ultimi mesi, diversi Paesi europei – come Polonia, Francia e Germania – hanno aumentato il loro supporto militare e logistico a Kiev. Tuttavia, l’idea di schierare truppe straniere direttamente in Ucraina resta un tema molto sensibile. A Bruxelles, fonti diplomatiche sottolineano che “ogni decisione deve essere presa in stretta collaborazione con la NATO e tenendo conto delle diverse sensibilità degli Stati membri”.

Oltreoceano, gli Stati Uniti hanno confermato il loro sostegno alla sicurezza ucraina, ma per ora escludono l’invio di soldati sul terreno. “Continueremo a fornire aiuti militari e formazione, ma non prevediamo una presenza diretta delle nostre truppe”, ha detto ieri sera il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller.

La pace passa dalle garanzie

Secondo esperti locali e internazionali, la linea di Zelensky segna una soglia da non superare nei negoziati. “La richiesta di truppe internazionali non è solo un segnale simbolico: riflette una profonda sfiducia verso Mosca e la volontà di evitare nuovi tradimenti degli accordi passati”, spiega Olena Kovalchuk, ricercatrice all’Istituto per gli Studi Strategici di Kiev.

Al momento, Mosca non mostra segni di apertura su questo punto. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha definito “inaccettabile” qualsiasi presenza militare straniera in Ucraina dopo un eventuale cessate il fuoco. Una posizione che complica ancora di più il cammino verso un’intesa.

Kiev tra scetticismo e speranza

In città, le parole del presidente hanno subito fatto il giro. In un bar vicino a Maidan Nezalezhnosti, alcuni giovani guardano con scetticismo: “Non penso che Europa o Stati Uniti manderanno davvero i loro soldati qui”, commenta Andriy, 23 anni, studente. Altri invece apprezzano la fermezza di Zelensky: “Ci serve davvero qualcuno che ci protegga”, confida Olha, impiegata in una banca del centro.

Per ora, la questione resta aperta. Zelensky non sembra intenzionato a mollare: “La sicurezza dell’Ucraina non si può negoziare”, ha ribadito prima di chiudere la conferenza. Nei mesi a venire, le garanzie internazionali saranno probabilmente il nodo centrale nei colloqui tra Kiev e i partner occidentali. Eppure, tra le mura del palazzo presidenziale e nelle vie della città, resta una domanda sospesa: chi sarà davvero pronto a rischiare per la pace in Ucraina?